Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2005  novembre 14 Lunedì calendario

Carroll Robert

• Nato a Painesville (Stati Uniti) nel 1934. Pittore. «[...] trasferitosi nel 1959 in Italia, dove tuttora vive. [...] è un pittore molto amato da poeti e scrittori, da Quasimodo a Vittorini, da Tobino a Siciliano, da Bassani a Pratolini, che nel ’68 definiva la sua pittura ”così fortemente polemica e nello stesso tempo così misteriosamente allusiva”. In effetti, la figurazione di Carroll sfrutta la sua potente vena narrativa e descrittiva - in qualche modo, appunto, ”letteraria” - per esprimere una sorta di realismo visionario. Prende le mosse da una realtà referenziale, da un vissuto individuale o collettivo, venato di problematiche etiche e morali, di interrogativi intorno all’identità dell’uomo in epoca moderna. Poi, però, grazie a una potente immaginazione creativa e a un uso acuto e pungente dei frammenti del reale, dà vita a uno spazio onirico, in cui fiaba e realtà si annodano inscindibilmente, dramma e sogno si snodano reciprocamente. ”Realtà e magia sono i due poli tra i quali si apre lo spazio del suo mondo...”, scriveva Tassi. L’artista salva la visione ottica, ma la apre all’invisibile, caricandola di una tensione serpeggiante che ”elettrizza” le figure e le scioglie in un inesauribile flusso di energia. La vocazione ”narrativa” e ”letteraria” di Carroll non lo allontana infatti dall’altra vocazione, altrettanto forte, per la sensualità della materia-colore. ”In fiume eterno il colore in colore si perde”, scriveva Meister Eckart, grande mistico domenicano del ’300. Anche la pittura di Carroll impressiona per l’inarrestabile fluire del colore dalla luce all’oscurità. Avvolgente metafora della mente e dell’inconscio umani, dell’evidenza e dell’ignoto» (Silvia Pegoraro, ”Il Messaggero” 13/11/2005).