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 2005  novembre 14 Lunedì calendario

Pianta. La cannabis appartiene, assieme al luppolo, alla famiglia delle Cannabacee. Ne esistono tre specie: la cannabis sativa (quella ad uso tessile, la canapa), indica (quella ad uso stupefacente) e ruderalis

Pianta. La cannabis appartiene, assieme al luppolo, alla famiglia delle Cannabacee. Ne esistono tre specie: la cannabis sativa (quella ad uso tessile, la canapa), indica (quella ad uso stupefacente) e ruderalis. Il principio attivo che agisce sul sistema nervoso si chiama delta-9-tetraidrocannabinolo (THC), ed è contenuto nella resina prodotta dalle piante femmine. La cannabis cresce senza bisogno di fertilizzanti e antiparassitari. Per questo suo impatto ecologicamente benefico sul territorio, l’Unione Europea e la Confederazione elvetica ne permettono la coltivazione, purché la pianta non contenga oltre lo 0,3% di principio attivo (limite oltre il quale diventa psicotropa). Con la canapa cannabis sativa si possono produrre tessili per borse, indumenti e altri accessori d’abbigliamento, ma anche alimenti derivati, come spaghetti. Storia. In Cina la cannabis veniva coltivata già nel 4000 a.C. ed era compresa nella più antica farmacopea europea conosciuta, quella dell’imperatore Shen Nung (III millennio a.C.). La regina Vittoria d’Inghilterra la usava per combattere l’emicrania e i dolori mestruali, mentre lo scrittore Honoré de Balzac e il poeta Charles Baudelaire, entrambi francesi, la sfruttavano per trovare l’ispirazione. Gesù. Alcuni scienziati americani sostengono che molti dei miracoli compiuti da Gesù Cristo sarebbero dovuti all’azione di un olio estratto dalla cannabis, che al tempo si usava per curare alcune malattie della pelle e degli occhi e qualche problema neurologico, come ad esempio l’epilessia. Bibbia. La Bibbia di Gutenberg, primo testo stampato della storia, fu realizzata nel 1455 con carta derivata da canapa cannabis. Italia. Fino alla Seconda Guerra Mondiale, l’Italia esportava canapa in tutto il mondo. Dopo la Russia, era il secondo Paese produttore per uso tessile e il quarto per l’estensione delle coltivazioni: centomila ettari. Poi le fibre sintetiche hanno ridotto la domanda e il divieto di coltivare sia la cannabis indica che la cannabis sativa, sancito da un decreto legge del 1923, confermato poi nel 1930 da una legge più restrittiva, ha portato a termine la decadenza. Inghilterra. Secondo il governo Blair, sono 6 milioni i cittadini britannici che consumano abitualmente cannabis. La ”Cannabis Economy”, in Gran Bretagna, muove 11 miliardi di sterline l’anno (circa 16 milioni di euro): 5 per il consumo e 6 per prodotti che accompagnano l’uso d’erba (pizza, cibo take away, barrette di cioccolato, gelati, videogiochi, dvd, videocassette, tv via cavo e pay per view). Europa. 45 milioni di europei tra i 15 e i 64 anni hanno provato la cannabis almeno una volta, 15 milioni ne hanno fatto uso negli ultimi 12 mesi. Tra questi, il 25% è di giovani di 15-16 anni, il 40% ne ha 18. Mondo. Secondo stime Onu, ha fatto uso di cannabis il 3,4% della popolazione mondiale oltre i 15 anni (144,1 milioni di persone, quasi tre volte la popolazione italiana). Tra i 67 paesi che producono canapa indiana, i maggiori fornitori sono Afghanistan, Marocco e Pakistan per l’hashish, Messico Nigeria e Sudafrica per la marijuana, Giamaica per l’olio. In Russia vi sono oltre un milione di ettari di cannabis selvatica. Nel mondo, la superficie coltivata è stimata tra 650.000 e 1.250.000 ettari. Marocco. In Marocco si dedicano alla coltivazione della cannabis 800 mila persone (il 2,7% della popolazione totale). Le piantagioni si estendono per 134 mila ettari e producono ogni anno 3.080 tonnellate di hashish esportato in Europa con un giro di affari di 12 miliardi di dollari l’anno. Manager. In un’indagine della rivista ”Espansione” si afferma che sempre più manager fanno uso di sostanze stupefacenti a causa dello stress lavorativo. Malattie. Alcuni ricercatori sostengono che la cannabis aumenta il rischio di depressione e schizofrenia. Veronesi. «Le statistiche epistemologiche dimostrano che la mortalità per droghe leggere è uguale a zero, che non danno assuefazione e che non sono il tanto temuto ponte di passaggio alle droghe pesanti quali l’eroina. L’alcol uccide 30mila persone l’anno, il tabacco 80mila. Di cannabis non è mai morto nessuno. Anzi, viene usata come terapia per i malati di tumore» (Umberto Veronesi, ex ministro della Sanità).