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 2005  ottobre 05 Mercoledì calendario

King Billie

• Jean (Billie Jean Moffitt) Long Beach (Stati Uniti) 22 novembre 1943. Ex tennista. Ha vinto 12 titoli dello Slam: 1966 Wimbledon, 1967 Wimbledon e Us Open, 1968 Wimbledon e Australian Open, 1971 Us Open, 1972 Wimbledon, Us Open, Roland Garros, 1973 Wimbledon, 1974 Us Open, 1975 Wimbledon. Ha scritto Gianni Clerici: «[...] batte per la prima volta la Smith, testa di serie numero uno, in un rocambolesco primo turno di Wimbledon 1962, Da allora, continuerà a insidiarne lo strapotere, con una carriera poco meno gloriosa, e infinitamente più tempestosa, drammatica, che lascia una traccia umana irripetibile nella storia del gioco [...] gli anni tra il settembre 1970 e il settembre 1973 si sarebbero rivelati determinanti per la vita della King e di tutto il tennis femminile [...] I suoi slogan ”Il tennis abbandona finalmente le club-house per gli stadi’, ”Sono una donna che fa dello sport la sua professione e ne sono orgogliosa”, finirono per imporsi, anche se la sindacalista dovette pagare di persona. Tra l’altro, il duro prezzo di un aborto volontario. Raggiunta de iure la parità con i tennisti, la King seppe galleggiare come un surfer sull’ondata femminista che sommergeva gli Usa. Le diede un bell’aiuto un tipo che, dei diritti della donna, se ne fregava di sicuro. Ferdie Pacheco, l’impresario del mondiale tra Muhammad Ali e Joe Frazier oppose, a San Diego, Margaret Smith al campione di Wimbledon 1939, Bobby Riggs. Bobby è sempre stato celebre per le sue qualità di scommettitore e di entertainer. il tipo che ha giocato e vinto partite con il cane al guinzaglio, o su una sedia a rotelle. La candida Margaret, tutta campo e chiesa, si fece intimidire, innervosire e battere facilmente. A difesa dell’onore infangato saltò su pronta Billie Jean. L’avrebbe vendicata lei, ci avrebbe pensato lei al vecchio maschio sciovinista. Aveva finalmente trovato, la King, una platea adatta ai suoi mezzi: gli Stati Uniti d’America [...] Il 20 settembre 1973, di fronte a 30.472 paganti, la King annientò quello che le spettatrici dell’Astrodom di Houston definivano sonoramente Pig, maiale. Il giorno dopo un commerciante avvisato vendette milioni di magliette che recavano il punteggio della sfida 6/3, 6/4, 6/3 [...] una voce malandrina: Riggs avrebbe scommesso una bella cifra contro se stesso. [...] nel punto focale, tra il 1971 e il 1972, avvenne il fatale incontro con Marilyn Burnett. Era questa una parrucchiera, presto inseparabile dalla campionessa, segretaria e factotum. La parrucchiera parve volatizzarsi, intorno al 1974, ma era certo ben viva se, dalla casa di Billie Jean a Malibu, minacciò di rendere noto l’epistolario con la campionessa. Nel 1981 la Burnett riuscì a far comparire l’incauta scrittrice in tribunale, e il suo avvocato richiese, in un certo senso, gli alimenti per le disattese promesse. La convenuta era certo donna emancipata, una che non aveva freddo agli occhi, ma rimaneva, al contempo, figlia di onesti piccolo borghesi, moglie di Larry King e soprattutto il simbolo del Womens Lob. Le truppe del Womens Lob, le tenniste, erano formate da soldatine spesso minorenni, le malelingue facevano di ogni King un fascio, e Colgate, lo sponsor del circuito, poteva pensare che un simbolo palesemente omosessuale non fosse la migliore réclame. Billie King ne uscì da consumata attrice, affermò col magone di aver sbagliato e di essere pentita. Il suo carisma subì una bella scossa ma, nel tirare le somme, va detto che la sua vita engagée giovò alle tenniste ben più di quanto non abbia nociuto la permanente malriuscita. [...]» (Gianni Clerici, 500 anni di tennis, Mondadori 2004).