Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2005  settembre 08 Giovedì calendario

Cairo, bocconiano tenace. La Stampa 08/09/2005. Giusto un anno fa a un pranzo a Milano il petroliere Gian Marco Moratti, figlio maggiore del presidente della grande Inter, Angelo e suo braccio destro in quella felice avventura, paternamente consigliava il più giovane imprenditore, Urbano Cairo, già a quell’epoca tentato da alcune offerte, di tenersi lontano dal «complesso» mondo del calcio

Cairo, bocconiano tenace. La Stampa 08/09/2005. Giusto un anno fa a un pranzo a Milano il petroliere Gian Marco Moratti, figlio maggiore del presidente della grande Inter, Angelo e suo braccio destro in quella felice avventura, paternamente consigliava il più giovane imprenditore, Urbano Cairo, già a quell’epoca tentato da alcune offerte, di tenersi lontano dal «complesso» mondo del calcio. Passione, visibilità. Cairo, come del resto il minore dei maschi Moratti, Massimo, non ha dato retta al vicepresidente di Confindustria. Ripensavo a quella conversazione guardando in televisione le immagini di Urbano Cairo che saluta la folla di tifosi del Toro dal balcone del municipio di Torino. Auguri a lui e a una squadra che merita (lo dico da juventina) un futuro grande tanto quanto il suo passato. Il Torino acquista un presidente che non molla mai l’osso. Per un caso, vent’anni fa, ho conosciuto il futuro editore e patron granata. Andò così: nella ricca Milano, inizio anni Ottanta, mi chiesero di scrivere un’inchiesta sugli yuppie nostrani. Non ricordo chi, tra altri nomi, mi segnalò un bocconiano di bella speranza che faceva da assistente-segretario all’imprenditore più innovativo del momento, Silvio Berlusconi. In città si diceva che Urbano Cairo era tra i pochissimi a condividere la vita quotidiana del suo capo, nella palazzina di via Rovani, dove allora abitava anche la futura moglie e first lady, Veronica Lario. Un rapporto di fiducia totale che Cairo non ha mai tradito. Entusiasta mi raccontò come era arrivato a Berlusconi sfiancandolo di telefonate e la fortuna di lavorare accanto a un simile personaggio. Anche sotto la doccia mi confessò (anni dopo però l’ha negato) ripensava agli insegnamenti del suo maestro. Una spugna. Travolta da cotanta ammirazione ammetto che giudicai il giovane Cairo un aspirante clone, un tantino ridicolo. Poi, entrò nell’agguerritissimo team di Marcello Dell’Utri, Publitalia. Giocò bene per alcune stagioni fino a entrare in conflitto con il suo coach. Tangentopoli, brutta stagione per il nostro mediano. Da quei giorni un’incredibile rimonta: concessionaria di pubblicità, editoria, quotazione in Borsa. Successo&soldi. Morale: avevo sottovalutato Cairo. Sulle orme di Berlusconi adesso è sceso in campo. Di calcio, per ora. Chissà mai cosa gli avrà consigliato il suo campione del cuore, Berlusconi. Doccia. Chiara Beria d’Argentine