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 2005  settembre 08 Giovedì calendario

08/09/2005

Avendo il piccolo Julian, di 4 anni, ripetuto più volte la parola Feig, che può intendersi come ”fico”, ma anche come ”vigliacco”, la madre Christine gli saltò addosso e con un coltello da cucina prese a colpirlo più e più volte, dapprima al collo e poi dove capitava. Il bambino a un certo punto cadde a terra senza vita. La madre alzò allora gli occhi e, mentre si strusciava le mani sul grembiule per nettarle dal sangue, vide l’altro figlio Daniel, di quasi sette anni, accorso in cucina dalla sua camera per il gridare, che la fissava. La madre lo ignorò, andò al telefono, fece il 118 e annunciò di essere Christine Rainer, di anni 39, e di aver appena ucciso un bambino. I poliziotti vennero a prenderla.
Fatta sedere su un divano nella stanza numero 14, i poliziotti - un uomo e una donna, entrambi con i capelli scuri e lunghi - stettero ad ascoltarla: il marito, di nome Fiorenzo, di anni 45, andava in giro a leggere i contatori della luce per conto dell’Enel. Fiorenzo, alto e grosso, non viveva che per la famiglia e aveva con mille sacrifici comprato il piccolo appartamento nel quale sbitavano. C’era un terzo figlio, di un anno, che adesso stava da una zia. L’anno scorso, in maggio, era morta la madre, da questo colpo Christine non si era mai ripresa. Il Centro di Igiene mentale le dava dei farmaci e questi farmaci non la facevano dormire. Sentiva voci? Sì, sentiva voci. Vedeva cose? Sì, vedeva cose. Erano ormai le cinque del pomeriggio e la dottoressa Celletti, entrata nella stanza, aprì la finestra per cambiare aria. Pochi minuti dopo Christine, che sembrava assopita, fece invece uno scatto verso quella finestra e si buttò di sotto, facendo un volo di otto metri e rompendosi gambe, braccia e spina dorsale. Portata al Centro di Rianimazione, i medici dissero che non sarebbe morta ma che probabilmente sarebbe rimasta paralizzata. In Merano, via Wolkenstein, quartiere popolare Maia Bassa, zona sud della città. Giovedì 8 settembre, ore 9.45 del mattino.