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 2005  settembre 07 Mercoledì calendario

Heim Aribert

• Radkersburg (Austria) 28 giugno 1914. Nazista. «[...] boia nazista [...] criminale austriaco che ha assassinato, mutilandoli nel lager di Mauthausen, centinaia di ebrei e di repubblicani spagnoli, e che figura al secondo posto nella lista dei “most wanted” dei criminali hitleriani stilata dal prestigioso ed ebraico “Wiesenthal Center” di Vienna [...] “medico” e braccio destro dell’“angelo della morte” Josef Mengele, nazista della prima ora prima nel partito e poi nella famigerate SS, ha fatto perdere le sue tracce dal 1962. Era a Baden-Baden. Per fortuna, gli americani, che lo arrestarono tra il ’45 ed il ’47 (ma inspiegabilmente poi lo rilasciarono), elaborarono una scheda con le sue impronte dattiloscopiche perfettamente conservate. [...] è ricco sfondato. In una banca di Berlino ha depositato un milione di euro [...] una sorella incassava gli affitti di 30 abitazioni che il macellaio possiede nel centro della capitale germanica. [...] nel ’62, quando lavorava come ginecologo a Baden- Baden fino a che la magistratura teutonica spiccó un mandato di cattura nei suoi confronti e si fece uccel di bosco, la Spagna viveva sotto il tallone di ferro della dittatura di Francisco Franco. E lo spietato “Funeralísimo”, per ripagare l’aiuto del collega Hitler nella Guerra Civil del ’36-’39, offrì generosa ospitalità a circa 40 mila nazisti (tra cui León Degrelle, generale delle Waffen SS condannato a morte dal Belgio ed Otto Skorzeny, il parà che liberò Mussolini al Gran Sasso). Heim è molto noto anche in Spagna. A Mauthausen, ove rimase come carnefice dall’8 ottobre al 29 novembre del ’41 (ma è stato “medico” anche nei lager di Buchenwald e di Sachsenhausen), i 7 mila prigionieri repubblicani antifranchisti lo chiamavano “El Banderrilero”. Solo che il nazista non infilava la sua lancia acuminata sul dorso di un toro, amputava letteralmente braccia e gambe alle vittime oppure iniettava loro un idrocarburo nelle vene. Dei settemila repubblicani nel lager di Heim ne sono morti 4000. I ricordi delle sue carneficine sono raccontate dallo storico inglese David Pike in Españoles a Mauthausen (Mondadori, 2003). Oltre alla amputazioni, senza anestesia, il nazista squarciava addomi oppure, dopo la morte per agonia, amputava le teste, le bolliva e ne conservava i crani, come accadde a due ragazzi di 18 e 20 anni. [...]» (Gian Antonio Orighi, “La Stampa” 7/9/2005).