Panorama 8/9/2005, Laura Delli Colli, 8 settembre 2005
«Ho suonato in un locale di Santhià, in Piemonte, decidiamo di fare una scappata al casinò di Saint-Vincent
«Ho suonato in un locale di Santhià, in Piemonte, decidiamo di fare una scappata al casinò di Saint-Vincent. una serata strana, sono le tre del mattino, vinco e perdo senza particolari colpi di scena. Al tavolo siede anche un industriale milanese che, in pochi minuti, porta il banco a 130 milioni. Le mie tasche sono già abbastanza vuote. Il croupier annuncia il banco di 130 milioni e invita i giocatori a fare il loro gioco. A quel punto, nello stupore generale, dico quella parola che non avrei mai dovuto dire: ”Banco”. «La sala del privé piomba, dal forte brusio generale, in un silenzio assoluto e inquietante. Lo interrompe la fredda voce del croupier: ”Banco solo, ritirare”. Ora è tutto nelle mani del famoso industriale. ”Chi è quel giovane?”, chiede. Il croupier: ” un cantante che si fa chiamare Pupo”. Sento come invadermi da un gelo, da un insopportabile senso di disagio, L’industriale decide di giocare. La tensione è alle stelle, ma non possiamo più tornare indietro. Il croupier mi serve la terza carta. Da quel momento non sono più ”un cantante che si fa chiamare Pupo”, ma più semplicemente un uomo sul lastrico» (Pupo).