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 2005  agosto 22 Lunedì calendario

Delitto di Brescia 22/08/2005 - 3

Don Faustino Pari: l’assassino persona misera e non lucida di mente. Giornale di Brescia 22/08/2005. Dopo l’orrore la preghiera. Dopo l’attesa una tremenda certezza, quella della sorte orribile toccata ai due coniugi, Aldo e Luisa, che ieri, nel corso delle celebrazioni domenicali, sono stati ricordati dal parroco di S. Antonio, don Faustino Pari. Poche ma significative le parole che il sacerdote della parrocchia del quartiere Sant’Anna, ha dedicato oggi alla vicenda. «Dimostriamo di essere una comunità cristiana - ha detto sul finire dell’omelia della principale Messa domenicale -, cioè una comunità che segue Cristo». Il parroco ha invitato a usare «parole che non lascino trasparire odio, perché se no si crea un circolo vizioso per cui all’odio si aggiunge odio. Cerchiamo di vivere questi giorni così difficili per la nostra comunità con parole di riflessione e di preghiera». Alla Messa ha partecipato con la moglie anche Luigi De Leo, uno dei cinque fratelli di Luisa. Al termine della funzione l’uomo si è allontanato senza fare dichiarazioni. In una chiesa gremita - tra i banchi molti di coloro, amici, e vicini, che conoscevano bene i due coniugi - la comunità si è raccolta così come già le altre domeniche successive alla scomparsa dei Donegani: ma la speranza, che seppur flebile, aveva retto e confortato i fedeli nelle scorse settimane, ieri non c’era più. «La tragedia - ha dichiarato don Faustino ai cronisti - anche emotivamente porta a ricordare Aldo e Luisa, che non erano certo due sconosciuti, due estranei di passaggio, ma membri della nostra comunità, che frequentavano la parrocchia e che collaboravano con l’oratorio. Quanto all’assassino dei coniugi Donegani, don Faustino Pari non si dilunga troppo, ma commenta, sulla scorta non già della competenza dello psichiatra, ma della sensibilità dell’uomo di fede: «Non è una persona lucida di mente». Il parroco non ha fatto riferimento esplicito a Guglielmo Gatti, il nipote della coppia uccisa, accusato dalla Procura di essere l’assassino. Ci tiene a precisare: «Le indagini sono ancora in corso, non dobbiamo sostituirci ai magistrati». Ciò nonostante, è chiaro che l’intera vicenda fa della comunità del quartiere ferito una comunità «scossa», dice il sacerdote, che ha invitato comunque i fedeli a pregare non solo per i coniugi uccisi, ma anche per l’assassino della coppia che continua a definire una persona «misera». «Una persona che compie un atto simile degrada se stessa» ha concluso il parroco. «Ma le parole di commiserazione devono divenare parole di compassione cristiana. Le uniche parole possibili in queste ore sono quelle della fede».