Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2005  agosto 21 Domenica calendario

Delitto di Brescia 21/08/2005 - 4

Visita medica per accertare i segni di colluttazione: esito negativo. Giornale di Brescia 21/08/2005. Erano le ore nove di ieri mattina quando l’avvocato Luca Broli e il dottor Mario Restori, il medico legale nominato come perito dalla Procura - lo stesso che ha seguito i primi esami sui resti dei coniugi - hanno varcato la soglia del carcere di Canton Mombello. Nell’infermeria del carcere di via Spalto S. Marco li attendeva Guglielmo Gatti, l’uomo formalmente indagato per il duplice omicidio degli zii. La Procura infatti aveva disposto una visita medica, che accertasse l’eventuale presenza di segni di colluttazione sul corpo del Gatti. Come previsto, un simile accertamento medico deve avvenire esclusivamente alla presenza del legale della difesa. «Al mio assistito - ha spiegato Luca Broli - ho spiegato che il medico era stato autorizzato dalla Procura ad effettuare le verifiche su di lui, e ho dato delucidazioni in merito alle modalità e alle ragioni di tali esami. Dopodichè ho fatto presente al Gatti che poteva anche rifiutarsi, ma lui ha immediatamente accettato di sottoporsi alla visita, senza esitazione». L’esito, a quanto riferisce l’avvocato, è stato assolutamente negativo: nessun taglio sulle mani o su altra parte del corpo, nessun segno o graffio che possa far pensare a una collutazione o ad uno scontro violento i cui postumi siano ancora evidenti. Certo la visita medica, svoltasi negli ambienti dell’infermeria del carcere cittadino non ha consentito a Guglielmo Gatti e al suo difensore di conferire se non limitatamente al merito degli accertamenti previsti per ieri. Si è trattato infatti - per usare le parole di Broli - di una «visita medica sorvegliatissima», che tuttavia non ha impedito al legale di constatare lo stato di prostrazione del suo assistito. L’avvocato lo definisce ancora una volta «provato e stanco». «Indosso la stessa camicia da quattro giorni» ha riferito al legale il Gatti, che non ha ancora ricevuto dai parenti abiti di ricambio. Quella che indossa, insomma, è la stessa camicia a sottili righe azzurre, con cui è apparso per l’ultima volta davanti agli obiettivi di telecamere e fotografi, mentre l’auto dei carabinieri lo trasferiva dal Comando di piazza Tebaldo Brusato a Canton Mombello, dove tuttora, appunto, si trova. Niente libri, niente giornali, non conosce nulla di quanto avvenuto negli ultimi giorni al di fuori di quella cella in cui resta - secondo le nuove disposizioni dell’ordinanza di custodia cautelare depositata dal gip Carlo Bianchetti - in stretto isolamento. Non solo. Infatti, dietro quella porta blindata, dietro quei muri che tengono segregato in una manciata di metri quadrati il Gatti, la luce non si spegne mai. Neppure la notte. Lo ha confermato al legale lo stesso nipote dei Donegani: «La cosa gli impedisce di prendere sonno, resta con gli occhi sbarrati per l’intera nottata». La luce elettrica che invade la stanza è imposta dal timore che il Gatti possa commettere un atto estremo. Eventualità che il legale esclude recisamente. Luca Broli, del resto, non ravvisa per il momento neppure la necessità di ricorrere ad una perizia psichiatrica del Gatti: «Troppo presto per parlarne». Categoriche sotto questo profilo anche le parole usate dal Procuratore Giancarlo Tarquini nel corso della conferenza stampa di ieri, che, ha escluso «nella maniera più assoluta la perizia psichiatrica». Il Gatti attende. Ora, che il gip ha disposto la prosecuzione della sua permanenza in carcere, non può che sperare nel pronunciamento favorevole alla scarcerazione del Tribunale del riesame. Gianluca Gallinari