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 2005  agosto 22 Lunedì calendario

Delitto di Brescia 22/08/2005 - 1

Le chiavi del giallo Donegani. Giornale di Brescia 22/08/2005. «Anche altri avevano le chiavi di quell’appartamento»: l’avvocato Luca Broli, difensore di Guglielmo Gatti, in carcere perchè accusato dell’omicidio degli zii Aldo e Luisa Donegani, non vuole entrare nel merito delle «ipotesi alternative» sul delitto fornite dal suo assistito agli inquirenti nei giorni scorsi. Ma le rilancia e promette battaglia. LE CHIAVI. Lo fa segnalando la circostanza che altri avrebbero avuto a disposizione le chiavi dell’appartamento al piano terra della villetta di via Ugolini. Vale a dire l’abitazione dei coniugi Donegani, quella tra le cui mura, probabilmente, i due sono stati uccisi prima di essere fatti a pezzi nel garage del Gatti. Alle parole del legale è giunta immediata la replica degli inquirenti: «A noi non risulta nulla di tutto questo. L’unico mazzo di chiavi trovato in casa Donegani è quello che gli zii avevano dato a Guglielmo perchè gli annaffiasse i fiori quando erano via. stato il nipote carabiniere a trovare le chiavi quando ha fatto entrare i Vigili del fuoco dalla finestra». Anzi, per gli inquirenti proprio «il fatto che Aldo e Luisa avevano dato le chiavi al nipote col quale avevano rapporti scarsi, dimostrerebbe che non avevano nessun’altro cui darle». OGGI LA VISITA. In ogni caso con la settimana che si apre oggi, il legale intende muovere i primi passi pianificati dalla difesa. Se al carcere ieri si è fatto vivo un cugino di Gugliemo Gatti per fargli avere una camicia azzura pulita, Luca Broli farà visita al suo assistito oggi. Quindi, già domani, presenterà l’istanza di scarcerazione al Tribunale del Riesame. Nessun passo hanno mosso ieri gli inquirenti, segnando una pausa d’arresto delle indagini, dopo venti giorni frenetici di lavoro senza sosta. IL MOVENTE. Uno dei primi vuoti da colmare nella ricostruzione ancora parziale della sequenza criminosa avanzata dalla Procura è certo quello del movente. In merito, Tarquini, ha detto di «avere le idee chiare», senza proferire una parola in più. Ma le indiscrezioni trapelate parlano di «un odio ventennale», di un rancore maturato nel corso degli anni ed esploso alla fine del luglio scorso. Quel che è certo, è che le famiglie Gatti e Donegani erano agli antipodi. Solari, esuberanti, disinvolti, amanti della bella vita, i Donegani, chiusi e riservati i Gatti. Quelli che a molti vicini sembravano «rapporti cordiali» erano più probabilmente un reciproco sopportarsi. Secondo don Stoppani le due famiglie «si sono avvicinate durante la malattia di Maria Rosa», la madre di Guglielmo. In particolare sembra che Gatti mal sopportasse Luisa, così giovanile e disinvolta, ex donna delle pulizie dei Donegani e sposa di Aldo in seconde nozze. Dopo la morte di Giuliano, padre di Guglielmo, i rapporti si sono ulteriormente fatti più fitti. I vicini li ricordano «tutti e tre sul balcone al primo piano. Parlavano tranquillamente». In quei dialoghi, forse, si cela la scena principale, quella però che manca, in questo film dell’orrore. LE CESOIE. Quanto all’arma del delitto pare escluso che siano le cesoie insanguinate rinvenute al Vivione. Quelle secondo gli inquirenti sono gli strumenti usati solo per il macabro depezzamento dei due cadaveri. A confermarlo è lo stesso ten. col. Luciano Garofano, presente all’Istituto di Medicina Legale del Civile, dove, assieme al dott. Mario Restori, ha effettuato i primi accertamenti esterni sui resti recuperati - una cinquantina di chilogrammi di materiale umano in tutto, segnato da morsi di animali e devastato dall’azione del tempo e del caldo. «L’assenza di lacerazioni provocate da lame seghettate fa pensare che proprio quelle cesoie da fabbro, rinvenute poco lontano dalla spesa abbandonata dai due coniugi, siano state sufficienti a sezionare i corpi senza vita dei due coniugi». Cesoie che sarebbero state acquistate due settimane prima del delitto in un centro commerciale della periferia cittadina, e su almeno una delle quali sarebbero state rinvenute tracce di sangue appartenente a entrambi i morti. NUOVI ESAMI. Ora riprenderanno gli accertamenti tecnico-scientifici: oltre alle verifiche previste dai Ris nella stanza dell’albergo di Breno in cui il Gatti avrebbe soggiornato la notte tra il 30 e 31 luglio, sono già stati disposti gli esami tossicologici sui resti dei cadaveri: gli esiti si avranno in capo ad una settimana. Gli inquirenti vogliono verificare l’ipotesi di un avvelenamento come causa del decesso. RIESUMAZIONE. Se così fosse stato, non è escluso che possa rendersi necessaria anche la riesumazione delle spoglie di Giuliano Gatti, il padre 82enne di Guglielmo, deceduto lo scorso 1° giugno. Questo per accertare che anche l’anziano, malato da tempo, non sia stato a sua volta avvelenato. I tempi per l’operazione erano stati definiti prematuri dal Procuratore Giancarlo Tarquini sabato nel corso dell’incontro con la stampa. E lo stesso Procuratore ha smentito categoricamente l’imminenza di questo provvedimento, di cui era circolata voce ieri. Gianluca Gallinari