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 2005  agosto 21 Domenica calendario

Favale Rocco

• Nato a Irsina (Matera) l’11 luglio 1935. Vescovo. «[...] vescovo di Vallo della Lucania [...] Vescovo del fare, uomo di preghiera e di impresa, mite ma laborioso, schivo ma creativo, Favale ha rivoluzionato i ritmi della sonnacchiosa diocesi cilentana e celebrato, con una possente attività edilizia, la sua opera cristiana. Fare, creare, mostrare. Presule testardo e operoso [...] è finito sui giornali locali per il rinvio a giudizio con l’accusa, truffa e falso ideologico, relativa alle volumetrie, che la magistratura ritiene taroccate, di un antico monastero di Palinuro oggetto di contributi statali. La piccola vicenda giudiziaria, che seguirà il suo lunghissimo corso, ha però avuto il merito di illuminare la più vasta attività vescovile. Da Napoli, dove era segretario del cardinale Giordano, anch’egli protagonista di un possente contrasto con la procura, Favale raggiunse questa piccola comunità nel cuore del Cilento, feudo prima dei principi di San Severino e poi dei duchi di Monteleone. Trovatosi alle prese con un fatiscente patrimonio edilizio, chiese in rovina o danneggiate dal grave terremoto del 1980, il vescovo impose alla piccola diocesi ritmi di lavoro bresciani. Costituì un pool di tecnici, un organizzato ufficio di piano, e raccolse presto i risultati utilizzando i finanziamenti destinati alle chiese ferite dal tempo e dalla natura, restituendo loro integrità strutturale e cura architettonica. Voglioso di mostrare un volto nuovo della chiesa, vicino sì ai poveri ma a fianco anche dei benestanti, monsignor Favale negli anni ha curato aspetti persino più terreni della vita umana. Ha voluto il cinema e il teatro [...] ha preteso un blocco condominiale per i parroci dei borghi di montagna, per ospitarli e tenerli più vicini a sé, nella cura permanente di un proficuo confronto spirituale, fino a immaginare anche luoghi di disputa gastronomica. così nato il ristorante ”Il Sinodo”, dove si mangia e si mangia bene. Un ristorante ottimamente situato, dalle ampie vetrate, molto curato. Stile moderno, elegante ma senza inutili sfarzi. In basso, per le tasche meno capienti, una mensa, la mensa ”Divina Provvidenza”. Mensa per poveri. [...] L’edificio della Curia abbellito sul frontone principale da un piastrellato in cui monsignore apre le braccia ai fedeli e li accoglie nella casa di Dio e, dall’altra parte, un secondo e ugualmente scenico complesso di maioliche in cui monsignore appare vicinissimo a Gesù, un palmo più vicino di quanto sia papa Giovanni Paolo II, oltre le nuvole, già in Paradiso. Favale, insieme a Gesù, apre le braccia e chiama la gente a entrare. I cilentani, molto cattolici, hanno accolto con meraviglia ma con disciplina, e dunque in assoluto silenzio, le realizzazioni edilizie vescovili. Qualche rigo sulla stampa, ”Il presule delle maioliche” hanno scritto pur di sbeffeggiarlo, e poi più niente. I politici, di centrosinistra e di centrodestra, sostengono convinti l´opera ecclesiale. E il vescovo apre le porte a chi vuole entrare e il cinema accoglie ogni tipo di manifestazione. Sindaci e governatori, assessori e consiglieri: comizi, confronti, assemblee. Ciascuno, se vuole, va e parla. Anche ai dirigenti del Parco nazionale del Cilento venne in mente di utilizzare il cineteatro per tenere le assemblee dell’Ente. Ci fu però disaccordo sui soldi dell’affitto della sala e non se ne fece niente» (Antonello Caporale, ”la Repubblica” 21/8/2005).