Libero, aprile 2005, 29 aprile 2005
Secondo gli studi effettuati da Jonathan Reed, professore di archeologia biblica all’università di La Verne (Usa), la crocifissione dei romani sarebbe effettivamente compatibile con quella descritta dai vangeli
Secondo gli studi effettuati da Jonathan Reed, professore di archeologia biblica all’università di La Verne (Usa), la crocifissione dei romani sarebbe effettivamente compatibile con quella descritta dai vangeli. Lo studioso ha concluso che la pratica era studiata per infliggere la maggior sofferenza possibile al condannato e che le mani penetrate dai chiodi potevano reggere senza problemi il peso del corpo. La morte però non avveniva per asfissia, ma per un collasso cardiaco dovuto allo choc e al dissanguamento.