Aristide Malnati, La Stampa, marzo 2005, 29 aprile 2005
Grazie a una targa d’oro semisommersa, prontamente decifrata da Jonathan Cole, direttore de Centro di Archeologia Subacquea di Oxford, è stato possibile dare un nome alle rovine di edifici, santuari palazzi e mura individuati e mappati dopo lunghe ricerche lungo i fondali delle coste egiziane nei pressi di Abukir, dall’archeologo subacqueo francese Frank Goddio
Grazie a una targa d’oro semisommersa, prontamente decifrata da Jonathan Cole, direttore de Centro di Archeologia Subacquea di Oxford, è stato possibile dare un nome alle rovine di edifici, santuari palazzi e mura individuati e mappati dopo lunghe ricerche lungo i fondali delle coste egiziane nei pressi di Abukir, dall’archeologo subacqueo francese Frank Goddio. Si tratta di Herakleion, importante centro di commerci tra Egitto e mondo greco ben prima di Alessandro il Grande, già tappa, secondo Erodoto, della mitica fuga di Elena e Paride dalle ire di Menelao, sposo tradito.