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 2005  aprile 29 Venerdì calendario

Marsiglia Luis

• Montevideo (Uruguay) 4 novembre 1956 • «Benché ora lo coprano di insulti e lo descrivano come una feccia, come la schiuma della terra, il professore Luis Marsiglia [...] è in realtà un genio della truffa, un bell’imbroglione di quelli classici, l’epigono delle più nobili tradizioni di magliari italiani. certamente meriterebbe pure un premio, una sorta di Nobel satirico, un riconoscimento alle sue virtà di falso professore, falso cattolico, falso ebreo, falsa vittima, falso simbolo. Luis Marsiglia è infatti un eroe pirandelliano. uno, nessuno e centomila, è l’attore consumato che ha ingannato tutta l’Italia, più la sinistra che la destra ma di sciuro anche la destra. Marsiglia ha fatto credere all’Ulivo come al Polo, al presidente del Consiglio e al leader dell’opposizione, all’Italia intera, d’essere stato aggredito dai naziskin antisemiti. d’essere scampato per miracolo al loro furore razzista, d’essere bersaglio d’ogni genere d’oscurantismo: ”Mi hanno assalito in tre, col viso coperto dal casco, gridavano ’sporco ebreo’ e giù botte, inneggiavano a Haider e giù botte. Sono vivo solo perché hanno sentito dei passanti che arrivavano e si sono spaventati. Dalla furia che ci mettevano ho capito subito che volevano uccidermi, che mi avrebbero certamente ucciso di botte”. Pizzicando da maestro tutte le corde del luogo comune italiano era diventato il simbolo della resistenza all’antisemitismo inetrnazionale: ”Molti miei parenti sono morti nei forni crematori. ce l’hanno con me perché sono un cristiano orgoglioso di appartenere del popolo ebraico, perché ho sempre insegnato il valore della memoria”. Probabilmente quelli di sinistra lo avrebbero presentato alle elezioni, certamente lo avrebbero invitato a manifestare e tagliare nastri [...] aveva costruito il suo imbroglio sulla sintonia con i suoi creduloni, sapendo che l’Italia, in questo caso soprattutto di sinistra, bombardata da decenni di retorica, è sempre pronta a cadere nella botola del luogo comune. [...] Marsiglia dunque si iscrive nella grande tradizione della creduloneria, quella dei Giufà e dei Bertoldo, quella sfruttata da Ulisse. Come truffatore Marsiglia ha la grandezza dell’Abate Vella che, fingendo di conoscere l’arabo, fabbricava e vendeva documenti e diplomi di nobiltà islamica. ha la fantasia dell’ineguaglabile scuola napoletana [...]» (Francesco Merlo, ”Sette” n. 44/2000).