Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2005  aprile 28 Giovedì calendario

DOLCENERA

DOLCENERA (Emanuela Trane) Scorrano (Lecce) 16 maggio 1977. Cantante. Dopo il diploma si è trasferita a Firenze dove fonda la sua band I codici zero che segue in tour gli Articolo 31. Nel 2002 pubblica il suo primo singolo Solo tu, l’anno dopo vince il Festival di Sanremo fra i giovani e pubblica il primo album Sorriso nucleare. «Gatta morta» della Music Farm 2005 (’Corriere della Sera” 28/4/2005, ”Corriere della Sera” 8/5/2005). «Fosse esistita ai tempi delle Berté e delle Nannini, sarebbe stata la Joplin tascabile d’Italia. Il guaio di Dolcenera [...] è di essere nata nel 1977, quando il rock al femminile aveva già scritto le sue pagine più gloriose. Il tempo di avere vent´anni, 1997, e si ritrova aspirante cantante in mezzo alla crisi più nera della storia del disco. Emanuela Trane di Galatina, provincia di Lecce, ha già sulla carta d’identità il nome giusto. ”Già ’Trane’ era il diminutivo del grande sassofonista John Coltrane. All’inizio pensai che sarebbe stato un bel nome d’arte, Coltrane e basta, ma poi scoprii quella canzone (Dolcenera) in Anime salve di De André, mi è rimasta appiccicata addosso, esprime alla perfezione i miei due opposti”. [...] spinta dai genitori musicisti, studia piano con passione, s’intestardisce a eseguire complicate partiture di Bach, cerca di sfondare, fa il giro delle case discografiche, ma è un no dietro l’altro. Poi la grande occasione, vince Sanremo Giovani, ma non succede nulla lo stesso. Allora si butta nel calderone di un reality show, dove fanno il brodo con i bolliti della canzone italiana; una pollastrella al macello. Ma ha un’orchestra alle spalle, la possibilità di cantare al pianoforte come piace a lei. Si lascia andare, buca lo schermo. E [...] torna al Festival. Perché accettò di schiantarsi contro un reality? ”Era tutto contro di me. Avevo vinto Sanremo giovani nel 2003, l’anno dopo avrei dovuto essere di diritto tra i big. Invece Tony Renis decise di non rispettare gli accordi, ingiustizia atroce [...] Pensai di mollare tutto. Per metabolizzare la delusione, povera terroncella, andai in vacanza sulla neve. La depressione cosmica durò quattro giorni, poi scrissi di getto Portami via e mi aggrappai di nuovo, con violenza, alla musica, Lou Reed, David Bowie, U2 [...]”» (Giuseppe Videtti, ”la Repubblica” 3/3/2006). «[...] nata e cresciuta in provincia di Lecce, trasferita a 18 anni a Firenze per iscriversi alla facoltà di Ingegneria meccanica. Da una parte la razionalità degli studi; dall’altra l’evasione con il pianoforte. Alla fine ha vinto la musica. Lascia l’università (’mi mancano otto esami”) e sceglie l’arte. Studia cocciutamente (’mi è rimasto il metodo di ingegneria”) e nel 2003 arriva al Festival di Sanremo, sezione giovani. Vince. Poi due anni difficili. ”Per le donne è tutto molto più complicato. Mi hanno chiuso in faccia tante porte. [...]” [...]» (Maria Volpe, ”Corriere della Sera” 8/5/2005). «[...] ”Music Farm” [...] durante il reality show di Raidue [...] scoppiò il ”caso” Dolcenera-Baccini: sembrava che tra i due ci fosse del tenero, ma lui perse la testa e quando lei lo respinse bestemmiò in diretta e venne espulso (mentre lei alla fine vinse). [...] ”Mi piacciono i personaggi e i progetti viscerali, come si è visto quando ho cantato Sei bellissima. Amo molto i Radiohead e fra gli italiani Mondomarcio. Di regola il rap non mi convincemain questo casomi ha colpito la crudezza delle emozioni e un linguaggio anche musicale che non riprende i manierismi d’Oltreoceano. [...] Perdo la calma per questa mania di far prevalere il personaggio rispetto alla canzone, mi manda in estasi lavorare a un nuovo album. La mia qualità migliore resta l’istinto di sopravvivenza, il mio essere mai contenta (ma nemmeno depressa), il saper mantenere una faccia da sfinge anche se dentro scoppio [...] il più bel concerto della mia vita l’ho tenuto [...] al carcere minorile di Casal dei Marmi: molti ragazzi sono riusciti a superare il blocco psicologico che li portava a essere silenziosi e apatici. E lì ho capito qual è il mio mestiere: spacciatrice di emozioni”» (Mario Luzzatto Fegiz, ”Corriere della Sera” 22/2/2006).