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 2004  novembre 11 Giovedì calendario

MACCHI

MACCHI Fabrizio Varese 26 luglio 1970. Ciclista. Senza una gamba. Primatista dell’ora per disabili. «Da bambino giocavo a calcio, facevo ginnastica artistica. Poi ha incominciato a farmi male il ginocchio. Pensavo di avere preso una botta, a tredici anni prendi cento botte al giorno. Sono andato dal medico e il medico mi ha detto che non avevo niente, mi ha consigliato una pomata. Io stavo sempre male, sono tornato dal dottore, il dottore mi ha detto di mettere una ginocchiera e via. Dopo tre settimane mi hanno fatto le radiografie, mi hanno fatto diverse analisi, hanno scoperto che avevo un tumore [...] ho finito le medie in ospedale. Questa è stata la mia vita fino a sedici anni. Ho fatto dicassette interventi in tutto. Quattordici alla gamba e tre al polmone. La gamba me l’hanno amputata a quindici anni [...] ho iniziato a fare canottaggio [...] ho fatto i campionati del mondo, e sono arrivato terzo. Vado sempre con le stampelle. Le gambe artificiali le ho, ne avrò provate seicento [...] ma ho il moncone un po’ corto e allora non riesco a mettermele [...] mi hanno proposto di andare in bicicletta [...] mi hanno progettato una bici da gara. Da allora sempre allenamento, a testa bassa [...]» (Aldo Nove, ”Sette” n. 42/1998) • «[...] a 13 anni gli diagnosticarono un tumore alla gamba sinistra, a 16 anni aveva già subito 17 operazioni, la diciottesima fu l’amputazione della gamba. Da mutilato faceva sport (nuoto, sci) ma dopo la morte del padre, per stare vicino alla madre, ripiegò sulla bicicletta. ”La prima volta durò 2 minuti, una tragedia. E 10 mesi dopo feci il primo record dell’ora”. Ora che la sua storia è diventata anche uno spettacolo teatrale (’Io non mi fermo”) fa un bilancio: ”Ho 36 anni, ho realizzato i miei sogni e ho una vita semplicemente perfetta”. Come simbolo ha scelto il fenicottero: ”Perché dorme su una zampa sola, come me. Ridere della propria disabilità è fondamentale, non bisogna permetterle di condizionarci ulteriormente la vita”» (Gianni Mura, ”la Repubblica” 10/12/2006).