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 2004  novembre 10 Mercoledì calendario

Miller Lennox

• Kingston (Giamaica) 8 ottobre 1946, Pasadena (Stati Uniti) 9 novembre 2004. Sprinter • «Come terra di fulmini della velocità i Caraibi, si sa, hanno un’altissima reputazione. E la Giamaica ha per suo conto una tradizione invidiabile. Lennox Miller [...] è stato sicuramente uno dei suoi velocisti più famosi. Riuscì a salire sul podio olimpico dei 100 metri in due edizioni dei Giochi (argento nel ’68 a Messico e bronzo nel ’72 a Monaco) [...] Più che per questo, però, è probabile che Lennox venga ricordato come il primo genitore che abbia avuto una figlia capace di accedere anch’essa al podio olimpico di una prova veloce: Inger, che fece parte della 4x100 Usa vittoriosa ad Atlanta nel ’96. [...] era uno sprinter di notevole mole (1.83 per 79 chili). Come non pochi velocisti dei Caraibi, scoprì e coltivò l’atletica frequentando un college americano, nel suo caso la famosa University of Southern California a Los Angeles. Dove rivelò le sue doti già da freshman (matricola), nel ’66, correndo le 100 yards in 9’’3 e i 100 metri in 10’’3 (tempi manuali). L’anno seguente vinse il titolo Ncaa e migliorò i suoi tempi con 9’’2 e 10’’1. Ebbe probabilmente la sua annata migliore nel ’68, quando finì secondo in 10’’04 sui 100 metri ai Giochi Olimpici del Messico, dopo l’americano Jim Hines (9’’95, record mondiale) e prima di stelle dello sprint come Charlie Greene (Usa), Pablo Montes (Cuba) e Roger Bambuck (Francia). Già allora Lennox era impegnatissimo nei suoi studi di dentista, tuttavia seppe sopravvivere nella élite mondiale ancora per diversi anni. Anche se fu considerato da molti l’eterno secondo, ruolo che ebbe anche ai Giochi del Commonwealth del ’70, a Edimburgo, sempre sui 100, nella scia del connazionale Don Quarrie. In quell’occasione fece tuttavia parte della vittoriosa 4x100 giamaicana. Secondo anche nei 100 dei Giochi Panamericani del ’71, a Cali, sempre dietro Quarrie. [...] vedendoli veniva da chiedersi come il potente Lennox dovesse finir quasi sempre nella scia di un ”piccoletto” come Quarrie. Rispetto a quest’ultimo, forse Miller era meno posseduto dal demone dell’atletica, in un’epoca in cui il dilettantismo era tuttora imperante. Lennox seppe comunque elevarsi all’altezza dei migliori in un’altra finale olimpica, nel ’72 a Monaco. Certo, anche lui fu surclassato in quell’occasione da Valeri Borzov, allora al culmine della sua arte (o era forse scienza?). Questi vinse in 10’’14 davanti all’americano Robert Taylor (10’’24) e allo stesso Miller (10’’33). C’è da aggiungere che il giamaicano accusò sul finire della corsa un leggero impedimento muscolare. Tipo di velocista che preferiva sempre i 100 ai 200, Miller fu tuttavia accreditato di 20’’3 sulle 220 yards (1967)» (Roberto L. Quercetani, ”Corriere della Sera” 10/11/2004).