Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2004  agosto 29 Domenica calendario

Tra le 483.350 lire dilazionabili della Fiat 500D (modello con tetto apribile) e i 12 milioni e mezzo in contanti necessari per mettere nel garage una regale Rolls Royce Silver Cloud III, con il frigobar di radica all’interno e lo Spirit of Ecstasy impettito sul radiatore a forma di Partenone, c’è tutto il mondo degli automobilisti

Tra le 483.350 lire dilazionabili della Fiat 500D (modello con tetto apribile) e i 12 milioni e mezzo in contanti necessari per mettere nel garage una regale Rolls Royce Silver Cloud III, con il frigobar di radica all’interno e lo Spirit of Ecstasy impettito sul radiatore a forma di Partenone, c’è tutto il mondo degli automobilisti. Siamo nell’ottobre 1964. Sul listino del numero di Quattroruote di quel mese ci sono 58 marchi, 14 italiani e 44 stranieri. Oggi ventisette non esistono più. Le spider Triumph, le squadrate Simca, le abominevoli Nsu Prinz rombano solo nei ricordi e nei box di qualche appassionato. Ci sono già Ferrari che superano i 250 orari, ma per i tachimetri dei comuni mortali la tacca dei 150 resta in genere un miraggio. E poi a tradire l’ottimismo e l’ingenuità del tempo ci sono gli accessori più improbabili: biscotti dell’automobilista al triplo burro da tenere sempre nel cruscotto, pazzeschi seggiolini per bambini (si chiamavano sinistramente ”pendolini”) che in caso di incidente catapultano il pargolo dritto dritto sul parabrezza, guanti traforati per la presa sicura nella guida sportiva, eccetera. Persino lo stesso Quattroruote ogni tanto prende delle clamorose bufale. Consiglia di bere birra prima di mettersi alla guida, attende assai prima di ammettere l’utilità delle cinture di sicurezza, consiglia a chi è stanco morto di sciacquarsi la faccia, fare due passi e rimettersi al volante, attacca duramente le corsie preferenziali destinate ai mezzi pubblici. Sono però questi i limiti inevitabili di una crescita tumultuosa: le immatricolazioni tra il 1954 e il 1964 si quintuplicano e al volante cominciano a sedersi le donne, con tanto di scandalo dei benpensanti di allora.