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 2004  agosto 29 Domenica calendario

La sisi In questo strano mix ognuno ha un interesse legittimo nella realizzazione della rete autostradale

La sisi In questo strano mix ognuno ha un interesse legittimo nella realizzazione della rete autostradale. Quello di Fiat, Pirelli, Italcementi e Eni-Agip è tanto evidente che diventa inutile approfondirlo. La classe dirigente della Democrazia cristiana intuisce che se vuole mantenere il potere e il consenso, dopo aver estromesso socialisti e comunisti dal governo, deve creare ricchezza e ridistribuirla. Un obiettivo da realizzare puntando sulla classe media che, in breve tempo, viene messa nelle condizioni di acquistare, magari a costo di cambiali e sacrifici, beni di consumo che fino a allora erano accessibili solo a una fortunata minoranza di italiani. così che auto, elettrodomestici, vacanze, telefono cominciano a entrare nelle case. l’uomo giusto Dunque Stato e grandi industrie appoggiano in pieno l’autostrada, ma per realizzarla in tempi brevi ci vuole uno sforzo titanico. Certo, spaventano le difficoltà tecniche, come l’attraversamento degli Appennini, e spaventa il costo complessivo dell’opera. Però quello che fa passare le notti in bianco a Fanfani e colleghi è altro: li terrorizza quel garbuglio di competenze, regolamenti locali, campanilismi, che può bloccare ogni cantiere per anni. Dato che un modo ortodosso per sbrogliare questa matassa non c’è, o non viene individuato, si decide di scavalcarla, affidando la direzione di tutta l’impresa a un uomo abile e spregiudicato, che conosce le trappole del sistema e sa come evitarle. Quest’uomo si chiama Fedele Cova e a lui viene affidata, nel luglio 1956, la neonata Società Autostrade. Cova è un ingegnere industriale e da anni ha ruoli di direzione all’Iri, di cui l’Autostrade fa parte. Prima ancora ha diretto cementifici. Ha una cinquantina di anni e grande esperienza: si è laureato poco più che ventenne e a venticinque già dirige la Società Calce e Cementi Bellunese. Ma per ricostruire il personaggio più che il curriculum, peraltro eccellente, sono più adatte le pennellate di colore. un golfista e un appassionato sciatore, quando in Italia gli unici sport conosciuti sono il calcio e il ciclismo, spesso è al volante di Maserati e Ferrari, quando per gli altri boiardi l’auto è una cosa blu con un autista al posto di guida. E poi ha un metodo di procedere particolare in un paese abituato alle liturgie più complesse, che spiega così, nel novembre 1963, a Quattroruote: «Ho agito sempre come meglio ho creduto, pronto a discutere. Dopo, a fatto compiuto». Appena incaricato, Cova va un paio di mesi in America a vedere come sono fatte le highway. Torna con le idee chiare e procede con i lavori. Va avanti metro per metro, senza preoccuparsi se manca un permesso, se il tracciato definitivo non è mai definitivo, se sopra di lui molti minacciano di farlo fuori. Il motto «Si è sempre fatto così» che ha guidato le grandi opere statali fino a allora viene continuamente disatteso, con grande indignazione degli addetti ai lavori. Biasimarlo è difficile. Lui vuole un’autostrada moderna che unisca Milano a Napoli, e non è disposto a cedere su nulla, né di accorciarla di un solo chilometro.