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 1921  gennaio 25 Martedì calendario

la fame e altri problemi Stimato duce, Vladimir Ilich, La Vostra lettera è giunta alla vigilia delle elezioni ai Soviet del circondario di Bakura

la fame e altri problemi Stimato duce, Vladimir Ilich, La Vostra lettera è giunta alla vigilia delle elezioni ai Soviet del circondario di Bakura. Quando io (presidente dell’assemblea) ho annunciato l’arrivo di una lettera del compagno Lenin, in cui il compagno Lenin scrive all’organizzazione circondariale del PCR che essa, che già lotta contro la distillazione dell’alcool, la speculazione, ecc., deve lottare pure contro quanti minano il potere sovietico con azioni illegali (come l’ubriachezza, la corruzione, la violenza e le persecuzioni degli indigenti) e deve deferirli al tribunale rivoluzionario, tutto l’auditorio in coro ha dichiarato: «Preghiamo il compagno Turunen di mandare a nome nostro al nostro duce compagno Lenin i saluti e i ringraziamenti dei contadini di Bakura per la lettera». Poi, quando ho spiegato che cosa aveva deciso l’ottavo Congresso dei Soviet in materia di agricoltura e che non è pensabile un miglioramento della vita dei contadini senza la ricostruzione dell’industria, delle fabbriche e degli stabilimenti, e che per raggiungere questo scopo bisogna intensificare i trasporti e avere una grossa riserva di prodotti alimentari, e in conseguenza di ciò noi dobbiamo fortemente ridurre tutti i nostri consumi di prodotti alimentari, è stata sollevata la questione: «Noi, compagno Turunen, comprendiamo bene tutto ciò, lo capiamo e non ci opponiamo. Ma come dobbiamo fare per le sementi, se ce le hanno portate via tutte?» A questo io ho risposto che al momento giusto ci sarà tutto. Ma quando ho visto che effettivamente ci sono famiglie indigenti di 8-9 bocche, e tra queste anche famiglie di soldati dell’Armata Rossa, e che forse non daranno le sementi in tempo, che avvengono degli arbitrii (vandalismo e baccanali di funzionari sciagurati, a cui il comitato distrettuale del PCR resta indifferente), allora le convinzioni rivoluzionarie radicatesi in me nel corso di 15 anni non mi hanno dato pace e, tormentato dalla lotta vana, camminavo per notti intere da un angolo all’altro (i pidocchi mi assaltavano, e io tre-quattro volte al giorno mi toglievo la biancheria per eliminarli), e non c’era altra via d’uscita che portare tutto ciò a conoscenza del centro. Esaminata più volte la questione, l’organizzazione circondariale giunse alla ferrea decisione di mettere a conoscenza di ciò il compagno Lenin, nonostante che io personalmente abbia insistito che non dobbiamo distrarre il compagno Lenin con le nostre meschine questioni e rimostranze. Saluti comunisti. I. P. Turunen a V.I. Lenin, 25/1/1921