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 2004  luglio 31 Sabato calendario

Ghailani AhmedKhalfan

• Zanzibar (Tanzania) 14 marzo 1974 (o il 13 aprile 1974, o il 14 aprile 1974, o il primo agosto 1970). Terrorista. Di Al Qaeda. Catturato in Pakistan nel luglio 2004 • «[...] primo detenuto di Guantanamo giudicato in un processo civile, è stato assolto da 285 dei 286 capi d’accusa a suo carico da una Corte federale di New York. Catturato dai pakistani nel 2004 e detenuto a Cuba fino al 2009, non è stato ritenuto colpevole di diretto coinvolgimento negli attentati contro le ambasciate americane in Kenya e in Tanzania del 1998, dove morirono 224 persone, tra cui 12 americani. L’unico reato riconosciuto dai 12 giurati è la “cospirazione” per danneggiare “proprietà” degli Stati Uniti: il verdetto [...] prevede da un minimo di 20 anni all’ergastolo [...] in effetti non ci sono dubbi che abbia attivamente partecipato e che sia stato un membro di Al Qaeda, cuoco e autista di Osama Bin Laden. Un rapporto dell’Fbi, riporta il “New York Times”, dice che nel 2007 “parlò volontariamente per quattro giorni con l’Fbi e il ministero della Difesa, spiegando come fu coinvolto nella cospirazione e arrivò a capire i suoi scopi”. Aiutò a comprare il camion e gli esplosivi, ma negò di essere stato subito informato dei veri piani. Il giorno prima dell’attentato, però, il suo contatto in Al Qaeda gli parlò di Ahmad, l’autista che avrebbe guidato il camion nella missione suicida. “Sarei stato un eroe e avrei salvato molte vite se avessi avvertito qualcuno”, disse Ghailani agli agenti. Sapeva che Ahmad andava a morire per colpire l’ambasciata. Dopo la strage, pentito, “pensò di essere colpevole come gli altri. A questo punto pianse e disse che non avrebbe mai più parlato dell’episodio”, conclude l’Fbi. Il problema per l’accusa è che questa confessione non poteva essere portata davanti alla giuria perché, hanno sostenuto i legali, ottenuta senza le garanzie di legge e la presenza di un avvocato. [...]» (Glauco Maggi, “La Stampa” 19/11/2010) • «Lo chiamavano “le mille facce” [...] o anche l’Inafferrabile, o anche l’Uomo mascherato. [...] era uno dei “7 uomini d’oro”, cioè i 7 più ricercati dalle polizie di tutto il mondo. Sulla sua testa, gli Stati Uniti avevano messo una delle taglie più allettanti di questa gigantesca caccia all’uomo ch’è partita dopo la svolta tragica dell’11 settembre. Quella taglia - ben 25 milioni di dollari, quasi 50 miliardi delle vecchie lire - è stata decisa all’interno della strategia antiterrostica disegnata in coda alle Twin Towers, ma Ghailani era nella lista nera dell’Fbi già dal dicembre del ’98, quando le indagini sugli attentati alle ambasciate americane di Dar es-Salaam e di Nairobi avevano messo il suo nome al primo posto tra gli autori delle due stragi (vi morirono 234 persone, 12 erano cittadini americani). Clinton, allora Presidente, aveva risposto agli attentati lanciando una bordata di missili verso le montagne afghane dove Al Qaeda addestrava i suoi miliziani; ma era una risposta che sapeva solo di ritorsione, perché in realtà di Ghailani si conosceva ben poco: che era stato il probabile acquirente del camion-bomba fatto esplodere sotto l’ambasciata di Dar es-Salaam; che era stato segnalato in partenza dalla capitale tanzaniana il giorno prima dell’attentato; e che aveva una trentina d’anni e una solo foto segnaletica, vecchia di almeno 10 anni. Null’altro, e comunque assai poco per montarci su un pedinamento di quelli che alla lunga riescono a stringere la rete sul ricercato [...]» (Mimmo Cándito, “La Stampa" 31/7/2004).