Mirella Serri, La Stampa, 11 marzo 2004, pagina 29., 11 marzo 2004
Nel libro "Tutto sulle bionde", la giornalista del "Times" Joanna Pitman racconta che nella Grecia antica le prostitute imitavano Afrodite dalle chiome d’oro tingendosi i capelli e depilandosi il corpo intero in modo da mostrare un incarnato privo di zone scure
Nel libro "Tutto sulle bionde", la giornalista del "Times" Joanna Pitman racconta che nella Grecia antica le prostitute imitavano Afrodite dalle chiome d’oro tingendosi i capelli e depilandosi il corpo intero in modo da mostrare un incarnato privo di zone scure. Da allora la passione per i capelli chiari diventò una mania che talvolta portò le signore alla calvizie per via dei tanti intrugli sperimentati nei secoli: minestroni di cenere, germogli d’orzo e fieno e altri impacchi di farine varie dove cimici e pidocchi si trovavano a loro agio. A Londra, nel Sei-Settecento,le gentildonne portavano parrucche color stoppa fatte di crine di cavallo. Nel 1760, il London Magazine descrive impalcature di capelli finti imbottite di lana, decorate con nastri e statuine di vetro soffiato, così alte e ingombranti che le dame passavano la notte, anziché a letto, in poltrona. La prima bella-oca bionda ufficilmente registrata è una Madeimoselle Rosalie Duthé, tutta rosea e dorata, messa alla berlina dal commediografo Landrin. Cora Pearl, famosa cortigiana inglese amante di Napoleone III, ebbe invece l’idea di presentarsi a un banchetto sdraiata su un vassoio, tutta nuda e tutta platinata, un ciuffetto di prezzemolo a celarle il pube.