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 2004  marzo 11 Giovedì calendario

Mccarthy Benedict

• Città del Capo (Sudafrica) 12 novembre 1977. Calciatore. Degli Orlando Pirates Col Porto vinse la Champions League del 2004. Ha giocato anche con Ajax, Celta Vigo, Blackbyrno Rovers, West Ham United • «Una ex promessa del calcio mondiale praticamente risorta dopo anni di umiliazioni patite con la maglia dell’Ajax e quella del Celta Vigo. Nel 1998 l’attaccante nato a Capetown in pieno apartheid diventò un modello per tutto il nuovo Sudafrica: all’esordio in Coppa d’Africa con la sua nazionale si presentò in perfetto stile gangsta prendendo a pugni un avversario ma riuscendo contemporaneamente a fregare l’arbitro che non lo espulse; passò la successiva partita in panchina a calmare i bollenti spiriti e travolse quindi la povera Namibia nella terza partita segnando 4 reti in venti minuti. Un gruppo hip-hop, i Tkzee, gli chiesero di incidere il rap che fu l’inno della nazionale sudafricana ai mondiali francesi; il pezzo si chiamava Shibobo, una parola che indica il tunnel tra le gambe del portiere. E in quella maniera McCarthy segnò il primo gol nella storia dei Bafana Bafana in Coppa del Mondo: Sudafrica 1 Danimarca 1. Il portiere era il leggendario Schmeichel, allora al Manchester. I giornalisti di tutto il mondo impazzivano per la storia di questo ragazzo che si presentava alle conferenze stampa con un catenone da rapper al collo. Seppero che era nato a Hanover Park, nel ghetto di Capetown un tempo destinato dall’apartheid ai meticci, e in quel ghetto era cresciuto “guardando la gente che si sparava e giocando a pallone”. Il suo regno era la cosidetta “Lega dei Banditi”, con squadrette che si chiamavano Young Pirates, Crusaders, Santos Brasil e in sostanza erano una diretta emanazione delle gang criminali. Il padre lo aveva affidato alla protezione di un certo Eddy, un “fratello” che non solo gli pagò scarpe e magliette ma riuscì a farlo arrivare sano e salvo al primo ingaggio importante con i Seven Stars, in seconda divisione. L’anno successivo, in prima divisione con la maglia del Capetown Spurs, McCarthy segnò una doppietta ai fortissimi Kaizer Chiefs e inziò la sua piccola leggenda. Mica troppo fortunata. All’Ajax trovò il suo ruolo occupato da Litmanen. Al Celta Vigo, dove emigrò in cerca di miglior fortuna, non riuscì a scalzare dal suo posto il vecchio bomber russo Mostovoi. Al Porto ci arrivò in prestito per dieci partite nel 2002 (11 gol), e ci è tornato definitivamente l’estate 2003. Nel frattempo, ancor prima di esordire in nazionale, aveva già fatto i capricci per avere sulla maglia il 17, suo numero portafortuna. McCarthy ha lasciato per sempre la sua nazionale almeno tre o quattro volte [...] I motivi, sempre gli stessi: onoratissimo di vestire la maglia bianco-verde ma prima viene il club “che mi dà da mangiare”» (Alberto Piccinini, “il manifesto” 10/3/2004).