Giovanni Mariotti, Corriere della Sera 06/03/1998, 6 marzo 1998
«Vengo dalla campagna toscana, dove la bestemmia è stata coltivata come una forma d’arte. Chi bestemmia manifesta, in forma di solito concisa, un’opinione sull’Altissimo o su figure a lui contigue; si muove dunque in un ambito che richiederebbe uno stile nobile e alto, ma è una caratteristica del bestemmiatore sceglierlo basso e volgare: ne deriva un cortocircuito espressivo che rende la bestemmia degna di interesse e, nei casi più felici, di un franco elogio [
«Vengo dalla campagna toscana, dove la bestemmia è stata coltivata come una forma d’arte. Chi bestemmia manifesta, in forma di solito concisa, un’opinione sull’Altissimo o su figure a lui contigue; si muove dunque in un ambito che richiederebbe uno stile nobile e alto, ma è una caratteristica del bestemmiatore sceglierlo basso e volgare: ne deriva un cortocircuito espressivo che rende la bestemmia degna di interesse e, nei casi più felici, di un franco elogio [...] Oggi si bestemmia di meno perché si crede di meno. Il bestemmiatore si scaglia contro un Dio che, a suo giudizio, usa male le risorse dell’Onnipotenza [...] Forse, in simili casi, l’Altissimo si comporta come certe star: è contento che si parli di Lui, bene o male non importa». (Giovanni Mariotti).