la Repubblica 07/03/1998; líUnit 07/03/1998, 7 marzo 1998
Dopo il referendum serbo del 5 luglio 1990 che approvò la nuova Costituzione, il Parlamento serbo sciolse l’assemblea e il governo della provincia del Kosovo
Dopo il referendum serbo del 5 luglio 1990 che approvò la nuova Costituzione, il Parlamento serbo sciolse l’assemblea e il governo della provincia del Kosovo. Nel 1991 Belgrado stabilì che per ogni studente albanese iscritto all’Università di Pristina ce ne dovesse essere uno serbo, escludendo quindi otto studenti su dieci dall’istruzione universitaria (per via della distribuzione della popolazione, il rapporto fra diplomati serbi e albanesi era di 1 a 9). Venne fondata l’Università albanese clandestina, 14 facoltà frequentate da 16 mila studenti, le aule negli scantinati. Esisteva anche un sistema scolastico clandestino retto da circa 19 mila insegnanti di vari livelli e frequentato da 341.100 studenti. Il 24 maggio del 1992 gli albanesi disertarono le elezioni per il rinnovo del mandato a Milosevic ed elessero un loro parlamento con Ibrahim Rugova presidente della Repubblica del Kosovo (il suo partito, la Lega Democratica, aveva ottenuto più dei due terzi dei seggi). Fino a quel momento i kosovari avevano seguito una strategia pacifica: quando il 24 febbraio 1990 Belgrado aveva imposto il coprifuoco su tutta la regione, anziché cercare lo scontro si erano affacciati alle finestre e, nel buio, avevano fatto tintinnare mazzi di chiavi come simbolo della prigionia subita.