R.Io., Il Sole-24 Ore 19/01/1999; Ugo Bertone, La Stampa 19/01/1999, 19 gennaio 1999
Risicoltori e industriali della trasformazione (circa 20.000 addetti) bloccano dal 18 gennaio le contrattazioni nelle borse merci per protesta contro l’Unione Europea che applicando dazi doganali troppo bassi incoraggia le importazioni da paesi extra UE
Risicoltori e industriali della trasformazione (circa 20.000 addetti) bloccano dal 18 gennaio le contrattazioni nelle borse merci per protesta contro l’Unione Europea che applicando dazi doganali troppo bassi incoraggia le importazioni da paesi extra UE. La crisi (nell’ultimo anno le quotazioni semilavorato sono scese del 30%) è cominciata nel 1995, dopo la firma degli accordi commerciali sui prodotti agricoli tra Europa e Stati Uniti (’Gatt”): in quella sede i rappresentanti dell’agricoltura europea non seppero opporsi all’aggressività e agli interessi degli agricoltori americani abbandonando sul libero mercato (senza protezioni doganali) i prodotti pregiati ma non strategici dell’Europa mediterrranea (tra cui riso e fiori) e puntando tutto sulla difesa dei cereali. I produttori italiani sono sopravvissuti al calo dei dazi solo grazie all’aiuto di Bruxelles che comprava a prezzo politico le eccedenze: un quintale di riso prodotto in Italia costa dalle 50 alle 70 mila lire, lo stesso tipo sul mercato americano non supera le 32.000. Con la fine dell’anno l’intervento della comunità europea è stato interrotto per le pressioni della Wto (la commissione mondiale sul commercio che vigila sulle libertà dei mercati).