Guido Tiberga, La Stampa 20/06/1999, 20 giugno 1999
Investigatori privati e avvocati illustri stanno dando la caccia ai trafficanti di Diabolik ”clonati”, copie perfette delle prime edizioni degli Anni Sessanta
Investigatori privati e avvocati illustri stanno dando la caccia ai trafficanti di Diabolik ”clonati”, copie perfette delle prime edizioni degli Anni Sessanta. I falsari bagnano la carte con il tè, mettono le pagine a ingiallire al sole, inseriscono un cartoncino tra un foglio e l’altro per fare entrare la luce a poco a poco e dare al volumetto l’impressione del già letto. I primi Diabolik usciti nel ’62 tra polemiche di benpensanti e sequestri di pretori valgono un milione e mezzo di lire, ma i collezionisti per un primo numero sono disposti a spendere tre milioni. Secondo Paolo Puccini, curatore di una delle prime fiere specializzate d’Italia, solo i neofiti corrono il rischio di scambiare per originale una copia contraffatta: «Fregare il collezionista è molto difficile. C’è persino chi riconosce gli originali dall’odore: l’inchiostro recente sa di acido, quello d’epoca ha un buon sapore di muffa».