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 1999  marzo 13 Sabato calendario

Jean Paul Fitoussi: «Per la prima volta, un uomo politico cominciava a parlare - in termini di volontà di fare - degli obiettivi a cui puntare in Europa

Jean Paul Fitoussi: «Per la prima volta, un uomo politico cominciava a parlare - in termini di volontà di fare - degli obiettivi a cui puntare in Europa. Per la prima volta, un uomo politico aveva anche il coraggio di parlare di aumenti salariali, cioè di una cosa che, nel clima dominante oggi, sembra essere una oscenità [...] I paesi europei hanno fatto la moneta unica, ma si sono dimenticati perché l’hanno fatta. L’hanno fatta per liberarsi dalla tutela dei mercati [...] Continuare a ragionare in termini di moneta forte e moneta debole, oggi, non solo è un errore analitico, è, soprattutto, un errore politico. Oggi, in Europa, è un po’ quello che diceva Lafontaine, ci sono le condizioni per una crescita sana: l’inflazione non c’è più, le imprese non hanno mai fatto tanti profitti, l’attivo europeo sugli scambi con l’estero non è mai stato così alto. la situazione ideale per una politica di espansione. Se i governi europei non ne aprofittano, vuol dire che il loro obbiettivo proclamato, combattere la disoccupazione, non è il loro obiettivo reale. Non è questione di singoli strumenti. Si può anche scegliere la strada di un taglio delle imposte, se si vuole, è pur sempre una politica espansiva: ma a condizione che, contemporaneamente, non si pretenda di tagliare anche la spesa pubblica. In altre parole si accetti la conseguenza (temporanea) che un’azione massiccia di rilancio dell’economia avrà sul deficit pubblico. Certo, questa azione andrebbe contro il Patto di stabilità. Ma il Patto è una delle più grandi stupidaggini mai viste nella storia dell’economia».