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 1999  aprile 18 Domenica calendario

Questa guerra ci danneggia, noi italiani più di altri, nei nostri specifici interessi. Ma dobbiamo stare in questa guerra per un interesse superiore: salvare la Nato

Questa guerra ci danneggia, noi italiani più di altri, nei nostri specifici interessi. Ma dobbiamo stare in questa guerra per un interesse superiore: salvare la Nato. La Nato ha bisogno di essere salvata? «Milosevic punta a questo, e l’ha detto a Cossutta: questa sarà la tomba della Nato. A parte che questa guerra sarà, comunque vada, la tomba della sua Jugoslavia, è vero che se la Nato subisce una sconfitta o un’impasse nei Balcani, le ripercussioni saranno inimmaginabili. Come la sparizione del patto di Varsavia non ha portato la ”pace” nella sua area ma instabilità, così la frattura della Nato provocherebbe la destabilizzazione in Europa, e in Usa isolazionismo e sfiducia negli alleati europei. Per l’Italia, sarebbe ancora più grave: perché abbiamo affidato completamente la nostra difesa agli Alleati. Passare dalla Nato alla difesa integrata europea è una parola: proprio questa crisi ha mostrato che non c’è l’Europa-Stato, l’Europa che ci occorre. Perciò per noi è fondamentale aiutare gli Usa a salvare la Nato. E aiutare gli Usa a salvare se stessi, ora che si sono messi in un rischio che potevano evitare». Così pessimista? Ma i serbi non hanno mai vinto contro un esercito regolare. Bravi a uccidere vecchiette, ma in Krajna nel ’94, sono scappati a gambe levate davanti ai croati! «Ma la prospettiva della perdita della Patria, ora, può farne ottimi combattenti. E un attacco a terra contempla un inevitabile scenario di guerriglia e attentati. A meno che la Nato non si lanci in una campagna di annichilimento. In teoria, ne ha la forza. Ma tanto per cominciare, questa campagna dovrebbe prendere le mosse dalla Croazia o dall’Ungheria, dove si apre la pianura verso Belgrado: i costi politici collaterali sarebbero tanto alti da rendere surreale questa ipotesi. Almeno per ora» (Lucio Caracciolo a Maurizio Blondet).