28 gennaio 2002
Miale Domenico, di anni 28. Originario di Santa Maria a Vico, Caserta, da maggio agente della polizia penitenziaria nel carcere di Padova
Miale Domenico, di anni 28. Originario di Santa Maria a Vico, Caserta, da maggio agente della polizia penitenziaria nel carcere di Padova. Introverso, taciturno, una promessa sposa nel casertano, dormiva nella caserma e mangiava sempre a mensa. L’altra sera, intorno alle 20, finì il turno, cenò, poi uscì dicendo che andava in centro. Intorno alla mezzanotte fu trovato cadavere da un ferroviere, nel fossato di una stradina sterrata a mezzo chilometro dalla prigione. Portafogli intatto, un bossolo della sua pistola d’ordinanza accanto. Da un primo esame medico risultò che qualcuno gli aveva fracassato la testa a bastonate e che lui, nella lotta, gli aveva sparato. Il giorno dopo l’autopsia rivelò invece la presenza, all’interno della scatola cranica, di un proiettile, che il Miale aveva fatto arrivare sin lì appoggiandosi la canna sul palato e premendo il grilletto. Nella notte tra mercoledì e giovedì, nei pressi del carcere di massima sicurezza Due Palazzi, Padova.