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 2002  gennaio 29 Martedì calendario

«La forza dei giusti. Il salva-ebrei Giorgio Perlasca era un eroe? Non esattamente. Un fascista ammanicato e furbastro, ecco cos’era

«La forza dei giusti. Il salva-ebrei Giorgio Perlasca era un eroe? Non esattamente. Un fascista ammanicato e furbastro, ecco cos’era. Un italiano, come recita il sottotitolo un po’ retorico del film-tv di Raiuno, e nemmeno dei migliori.In realtà Giorgio Perlasca era solamente un giusto e così forse avrebbe fatto meglio a chiamarsi il suo ritratto: "Storia di un giusto". I giusti come Perlasca o lo Schindler della famosa lista non sono né eroi, né italiani, né tedeschi, né soprattutto buoni. Sono giusti e basta. Infatti non agiscono in nome di una religione o di un’ideologia, ma soltanto di quella legge naturale che nel momento supremo della scelta urla dentro di loro: "Comportati da essere umano!". E’ una voce che oggi non si sente quasi più. C’è così tanto rumore, in giro. Eppure Perlasca la sentì, e la sentì Schindler e la sentì Sofia Koszack: una polacca che scriveva libri antisemiti in cui sosteneva che gli ebrei erano la feccia del mondo. Arrivò la guerra, gli ebrei bussarono alla sua porta e lei ne salvò duemila. Fu internata ad Auschwitz per questo, ne uscì viva per miracolo e dopo la guerra ricominciò a scrivere libri. Antisemiti, ovviamente. Perché i giusti possono avere idee sbagliate, ma le azioni, quelle non le sbagliano mai. Soggiogati dalla dittatura dell’immagine e dell’apparenza, noi umani del Duemila abbiamo dimenticato (anche in amore) che le persone non si rivelano né si giudicano da ciò che dicono, ma da ciò che fanno. Perché le parole e le idee - anche le più belle - escono pur sempre dal cervello, i gesti dal cuore» (Massimo Gramellini).