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 2002  marzo 05 Martedì calendario

Biografia di Rita Pavone

PAVONE Rita Torino 23 agosto 1945. Cantante. «Una carriera lunga mezzo secolo alle spalle [...] che l’ha resa popolare al punto di vendere 32 milioni di dischi nel mondo. [...] “A casa mia si vedeva la carne nel piatto una volta al mese, forse due, quando papà prendeva lo stipendio. [...] La Fiat era come una famiglia per me, a Natale ai figli degli operai distribuivano i regali e lo facevano anche per la Befana. Non parliamo poi di quando ci assegnarono la casa a Mirafiori. Accadde qualche anno dopo. E a noi, che fino ad allora avevamo vissuto in sei, i miei genitori, io e i miei fratelli, alla Borgata San Paolo, in un buchetto di pochi metri quadrati, quella casa di tre stanze, con cucina e bagno, ci parve un sogno e Mirafiori un quartiere residenziale. Per me, lo ammetto, Fiat è sempre stata una parola magica. Un’entità a cui fare riferimento, che mi permetteva una vacanza da signori che altrimenti sarebbe stata inimmaginabile [...] Aveva cominciato presto a esibirsi in pubblico, a nove anni, al teatro Alfieri di Torino, due entrate nello spettacolo per bambini Buongiorno marziani. “Nella prima facevo il verso a Al Jolson, un cantante americano di grandissimo talento che fu il primo a usufruire del sonoro nel cinema e che, bianco, si truccava da nero. Nella seconda interpretavo una ragazzina americana a Roma [...] A 13 anni, per aiutare il ménage famigliare, Rita interrompe gli studi e va a stirare in una camiceria. Lei non si abbatte, la prende “come un’esperienza”, continua a cantare appena può. Viene presto il tempo dei teatrini di provincia “con gli scarafaggi grandi come monete”. Mentre tramonta l’Italia della melodia alla Claudio Villa, Domenico Modugno vince Sanremo con Nel blu dipinto di blu e manda definitivamente in soffitta la tradizione. Anche Rita Pavone canta in modo nuovo e arriva prima a La festa degli sconosciuti, un trampolino di lancio verso la televisione. Finisce il ’62 e, quando nell´Italia ancora bacchettona Mina viene allontanata dalla Tv perché è in attesa di suo figlio Massimiliano senza essere sposata, Bruno Canfora la chiama a partecipare a Studio Uno. Un trionfo e, nel ’63, Rita ha già venduto milioni di dischi. “Quando arrivò il primo assegno di una ventina di milioni, papà non credeva ai suoi occhi, non aveva mai visto tanti zeri. Per me invece contavano molto di più le luci della ribalta e quegli ambienti discreti e lussuosi, la possibilità di poter scegliere un buon albergo, dormire su un letto soffice e pulito”. Il 1964 è un anno formidabile per la Tv, partono le inchieste del commissario Maigret e La cittadella inchioda al video le famiglie. Ed ecco esplodere il fenomeno Rita che canta e balla ne Il giornalino di Gian Burrasca per la regia di Lina Wertmuller. È un trionfo popolare; Rita è ormai lanciata e il resto della “favola” è noto. Come il suo amore per Teddy Reno» (Silvana Mazzocchi, “la Repubblica” 13/8/2004).