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 2002  marzo 21 Giovedì calendario

Una persona su dieci, oramai, ha grossi disturbi di udito e non riesce più a distinguere le parole di chi gli parla - anche da vicino - se intorno c’è parecchio chiasso: per esempio durante una festa in cui tutti alzano un po’ la voce

Una persona su dieci, oramai, ha grossi disturbi di udito e non riesce più a distinguere le parole di chi gli parla - anche da vicino - se intorno c’è parecchio chiasso: per esempio durante una festa in cui tutti alzano un po’ la voce. Dipende dal fatto che fin da ragazzi subiamo l’aggressione di suoni a volume eccessivo e che l’ambiente è diventato troppo rumoroso per quei delicati congegni che sono le nostre orecchie. Così la tecnica cerca di correre ai ripari costruendo apparecchi sempre più raffinati. Il principio è sempre quello del vecchio, buffo cornetto acustico che usavano i bisnonni: un microfono che raccoglie i suoni, un amplificatore che ne aumenta l’intensità (grazie all’energia fornita da batterie molto miniaturizzate), e un altoparlante che convoglia i suoni all’interno del canale uditivo. Però anche gli apparecchi più moderni, tanto piccoli da risultare quasi invisibili, risolvono il problema solo in parte perché non differenziano la direzione da cui provengono i suoni e li amplificano tutti. Non riescono, cioè, a isolare dai rumori di fondo la voce dell’interlocutore che ci sta di fronte. La possibilità di amplificare i suoni più vicini lasciando stare gli altri, tecnicamente esiste, ma a prezzo di apparecchiature ingombranti e di un notevole dispendio di energia che finirebbe per scaricare le batterie in breve tempo. A questo punto il professor Ronald Hoy della Cornell University di New York è andato a vedere come se la cavano alcuni insettucci, per i quali la possibilità di individuare esattamente la direzione da cui viene un suono è di vitale importanza. Ha scoperto che le femmine di Ormia ochracea, una piccolissma mosca parassita dei grilli, si è creata un meccanismo semplicissimo e perfetto. Gli esseri umani e quasi tutti i vertebrati identificano la direzione da cui proviene un suono perché lo sentono con due orecchie: il suono arriva prima a quella rivolta verso la sorgente, poi all’altra, e la differenza di tempo – sia pure minima - viene elaborata dal cervello indicandoci la direzione di provenienza. Più le due orecchie sono lontane l’una dall’altra, meglio è. Infatti, per aumentare la distanza fra i due lati, molti insetti se le sono sistemate sulle zampe. La mosca studiata dal Ronald Hoy però è troppo piccola perché questa tecnica possa esserle utile. Le due orecchie, che sono sulla parte anteriore del torace, si trovano a un millimetro appena di distanza. Hanno il diametro di un capello umano e sono collegate da un ponte fibroso che oscilla su un perno centrale. La frazione di secondo di sfasamento mette in vibrazione il ponticello prima a un’estremità e poi all’altra, in maniera che molte vibrazioni, venendosi a trovare in contrasto di fase, si annullano, mentre invece si sommano quelle del lato dal quale arriva il suono. Se riuscissimo a inserire un dispositivo del genere in un apparecchietto acustico - dicono Hoy e il suo collega di Zurigo, prof. Robert – potremmo ottenere lo stesso risultato, e forse migliorare anche il tutto la faccenda programmando l’apparecchio in modo da differenziare i suoni provenienti da davanti nei confronti di quelli provenienti da dietro. Il problema tecnico non è tanto la miniaturizzazione (sono state fatte cose ben più minuscole) quanto il consumo di energia.  ancora la mosca che fornisce una soluzione: le vibrazioni della sua "barra di collegamento" sono indotte meccanicamente dai suoni, e proprio questa azione meccanica potrebbe fare in modo che le batterie entrino in azione solo quando sono stimolate dal suono, così il risparmio di energia sarebbe assicurato. Pare che l’industria sia molto interessata alla cosa. E sicuramente questo brevetto rubato a una moschina, parassita di un altro insetto, farà guadagnare un bel mucchio di quattrini a chi fabbricherà qualcosa che somigli al marchingegno inventato per lei dalla natura.