Londra. Il redattore diplomatico del Manchester Guardian scrive oggi che, secondo notizie pervenute a Londra, si sarebbero manifestate divergenze fra il Maresciallo Tito e le autorità sovietiche. Il giornale liberale afferma che il Maresciallo Tolbukhin si troverebbe attualmente a Belgrado, allo scopo dì risolvere la crisi. Il Maresciallo Tito avrebbe perduto i favori di Mosca a causa del suo atteggiamento, da qualche tempo troppo indipendente. Corrono inoltre voci che affermano che, nell’Europa sudorientale, non si sa con precisione dove il Capo della Jugoslavia si trovi attualmente. Tito, si dice, ha offeso l’Unione sovietica trascurando di affrontare decisamente il problema di Trieste, il che ha permesso agli alleati occidentali di prendere l’iniziativa relativa ad una restituzione del « territorio libero » all’Italia. Da Budapest si rilevano ulteriori sintomi dell’esistenza della crisi jugoslava. Un solo giornale ungherese si è ricordato del compleanno di Tito, scrivendo una breve nota di occasione. Esso è un giornale di opposizione. Probabilmente ignorava quanto bolle in pencola nel vicino Paese. Un telegramma augurale inviato dal Primo ministro ungherese (non comunista) a Tito è stato fermato, e. in seguito, ritirato dai bollettini radiotelegrafici. Nessun rappresentante jugoslavo è intervenuto al recente congresso per la fusione dei partiti comunista e socialista ungheresi. Il Manchester Guardian dà inoltre notizia che il processo per sabotaggio di tre membri influenti del partito comunista, gli ex-ministri Zhujovic, Hebrang e Velebit, ex-capo della missione di Tito a Londra, avrà inizio lunedi prossimo a Belgrado. Infine lo stesso giornale af- ’ ferma che la situazione jugoslava sarebbe stata all’ordine del giorno alla recente conferenza di Varsavia.
«Oggi, dovunque la potenza inglese cede o minaccia di franare, tocca alla potenza americana accorrere a puntellarla o a sostituirsi ad essa. E se non lo fa, un’altra potenza si affretta a colmare il vuoto: e questa è una potenza ostile. Disse Lionel Gerber nel suo libro Peace by Power: “La potenza non scompare mai; e se tu non vuoi averla o esercitarla altri vorrà. Tu puoi subire gli effetti della potenza come un soggetto passivo, o puoi esercitarla come agente attivo. Ma non si sfugge. Non c’è immunità”. Cosi sta accadendo in Asia. Ivi la potenza inglese è in ritirata su tutto il fronte, e ad ogni passo indietro che essa ha fatto, gli Americani hanno applaudito con entusiasmo. E non capivano che, per ogni passo indietro che faceva la potenza inglese, la potenza sovietica ne avrebbe fatto uno avanti» (Augusto Guerriero sul Corriere della Sera).
Dodici Stati formerebbero un «Blocco del Medio Oriente» Parigi 30 settembre, notte. Il Primo ministro greco Tsaldaris e il ministro degli Esteri egiziano Khashaba Pascià hanno discusso per oltre un’ora intorno alla possibilità di costituire, in seno alle Nazioni Unite, un cosiddetto « Blocco del Medio Oriente » comprendente dodici Stati, cioè Afghanistan, Egitto, Etiopia, Grecia, Iraq, Iran, Libano, Pakistan, Arabia Saudita, Siria, Turchia e Yemen. (dal Corriere della Sera)
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