• Da Virginia Rho, di diciott’anni, il re ha avuto in un giorno imprecisato di quest’anno un bambino battezzato Vittorio Emanuele Rho Guerrieri, o Guerriero, che fu poi noto fotografo e visse fino al 10 ottobre 1913 (http://www.sardimpex.com/sito%20in%20costruzione/Savoia/savoia-carignano.htm)
• Il re Vittorio Emanuele da Torino scrive al cugino suo, Carlo Lodovico già duca, spodestato, di Lucca, poi di Parma e Piacenza: «Pensa qualche volta al tuo amico che balla un bel ballo, ma sempre forte in fede e nella sua spada.» (Comandini)
• In Torino alle 10 del mattino la giunta municipale in forma solenne presenta al re Vittorio Emanuele, nel palazzo reale, la pergamena col voto emesso dal Consiglio il 10 dicembre scorso. La pergamena artistica è opera del miniatore Gandolfi e del calligrafo Toselli (Comandini)
• Il re Vittorio Emanuele, da Torino, arriva verso le 12 a Milano accolto festosamente. Accompagnanlo i ministri Cassinis e Minghetti. È acclamato da gran folla plaudente, ed obbligato ad affacciarsi sette volte dal balcone di palazzo reale. La sera interviene acclamatissimo alla Scala allo spettacolo a beneficio dei poveri, che frutta un 40.000 lire (Comandini)
• Il Re passa la maggior parte della giornata a caccia nel reale parco di Monza; ma la sera ritorna a Milano ed interviene con la duchessa di Genova allo spettacolo alla Scala, dove alle 10 riceve la visita del gen. La Marmora che consegnagli piego contenente, vuolsi, lettera autografa del re di Prussia; poi arrivagli l’annunzio della resa di Gaeta, che conosciuta dal pubblico, dà luogo a grande dimostrazione (Comandini)
• A Milano al corso del Carnevalone — al quale il Re assiste dal balcone del palazzo Serbelloni — il municipio fa intervenire una mascherata allegorica rappresentante le provincie d’Italia. Il Re interviene anche questa sera al teatro, applaudito nella sala e nelle vie, illuminatissime ed affollate (Comandini)
• In Torino alle 2 p. a palazzo reale deputazione di cittadini rappresentanti i sottoscrittori spontanei presenta al re Vittorio Emanuele corona d’oro (alloro e quercia con stella in diamanti) recante sul nastro d’oro la epigrafe dettata dal Cibrario: Victorio Emmanueli II italici imperii restitutori, cives Taurini, 1860. Sul nastro ricamato sul cuscino è impresso il seguente verso oraziano proposto dal co. Sclopis: Lucem redde tuae, dux bone, patriae. Aug. Taur. 1860. Il dono è accompagnato da breve, eloquente indirizzo dettato dal cav. Cibrario, e scritto a guisa di antica pergamena, con eccellenti miniature del cav. Bertolla (Comandini)
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