Il film, "Modi di vivere - Giorgio Colli: una conoscenza per cambiare la vita", realizzato nel 1980 per RAI 2 da Mauro Misul, per la regia di Marco Colli, ripercorre le tappe principali della vita di Giorgio Colli, morto prematuramente l’anno prima (vedi notizia sopra). Nel film compaiono i familiari di Giorgio, sua moglie Annamaria ed i suoi figli, i suoi amici di sempre: Mazzino Montinari, Nino Cappelletti, Clara Valenziano, Gigliola Pasquinelli, Alessandro Fersen, i suoi tre editori: Giulio Einaudi, Paolo Boringhieri, Luciano Foà, i luoghi e le città dove ha vissuto: Torino, Lucca, Firenze. Compare anche Giorgio, in un brano di un’intervista RAI concessa a Enzo Siciliano. Compare infine Carmelo Bene che legge brani tratti dall’edizione critica di Nietzsche e da tutte le opere pubblicate fino a quel momento di Giorgio Colli.
«Due sospetti brigatisti - si legge in una nota Sisde del 20 gennaio 1979 - Alessio Floris e Rosolino Paglia avrebbero contatti con Franca Rame per organizzare spettacoli a fini di finanziamento delle Brigate Rosse».
Prima rappresentazione al teatro Quirino di Roma di Otello con la regia di Carmelo Bene.
«[...] Poi ha cominciato a parlare lui, Grotowski. E raramente lo si è sentito più appassionato e partecipe. Ora, davvero, parlando del romanticismo polacco, fenomeno che non ha riscontro per le sue implicazioni esistenziali e sociali nelle culture di altri paesi, - risposta della vita alla storia -, andava alle sue radici e nello stesso tempo in qualche modo usciva allo scoperto: non più avvolto, cioè, come ci era apparso finora, nelle teorizzazioni, spesso finalizzate a fini teorico-critici, ma anche deformanti, dei suoi esegeti. La continuità di una cultura, lo sbocco naturale di una tradizione, adattata, con genialità, attraverso il ritorno all’essenziale, alle nuove esigenze espressive, trasparivano nelle sue parole. Ha parlato a lungo, rispondendo a domande, ma più spesso traendone lo spunto per nuove variazioni e precisazioni, con quel suo caratteristico sistema dialettico, della progressione nell’argomento attraverso una serie di successive esclusioni. Non una parola sulle esperienze delle attività cosiddette para-teatrali, su cui pure il CRT ha già programmato, con il Laboratorio di Wroclav, un nuovo seminario per il prossimo autunno. Ma è chiaro che molti dei temi trattati da Grotowski a quelle esperienze alludevano; soprattutto quando ha parlato di liberazione dagli stereotipi e dalle maschere (sociali e teatrali) di ciò che egli chiama, coniando un verbo nuovo, il «disattorizzarsi», cioè cessare di rappresentarsi per «essere», semplicemente. Ecco: ma l’impressione di chi ascolta è che sia giunto a una svolta, il Gran Capo della ricerca teatrale. Un giorno, e magari neanche tra non molto, tornerà a fare spettacoli, vedrete (Roberto De Monticelli riferisce, sul Corriere della Sera di oggi, intorno alla giorni grotowskiana che, per iniziativa del CRT - Centro di ricerca per il teatro -, si è tenuta sabato e domenica al Palazzo della Permanente, con una tavola rotonda cui hanno partecipato studiosi, critici e qualche teatrante e un pubblico abbastanza numeroso).
ROMA — La recita pomeridiana e quella serale dell’Otello di Shakespeare interpretato da Carmelo Bene, in programma al teatro Quirino, sono state annullate. Prima dell’inizio della recita pomeridiana, con un pubblico formato da trecento studenti delle scuole superiori romane, l’attore-regista-autore, infastidito dal brusio dei giovani in sala, ha fatto calare il sipario, annunciando che l’Otello non sarebbe stato rappresentato. Anche lo spettacolo serale non è andato in scena: la decisione è stata adottata dalla direzione del teatro in seguito alla presa di posizione dei tecnici della compagnia e del Quirino, i quali si sono astenuti dal lavoro per protesta contro il comportamento di Carmelo Bene.
Prima di partire in tournée con l’Otello, Carmelo Bene è tornato sugli incidenti di sabato scaorso: «Non mi andava, non mi è mai andato a genio recitare per le scolaresche (che tra l’altro invadono il palcoscenico e, a tutto attestato della tanto gridata civiltà, insegnanti in testa, rovinano e addirittura intascano oggetti e merletti di scena). La rivoluzione a teatro mi fa ridere. I tecnici mi hanno dovuto proteggere rischiando la vita. Alcuni giorni fa gli studenti avevano tranciato, in loggione, alcuni cavi elettrici». A proposito dello sciopero serale dei tecnici in solidarietà con gli studenti: «Comprendo perfettamente il loro giovanilismo incontrollato, ma non può e non deve interessarmi. Chi viene a vedermi a teatro deve preventivare tutto. È un gioco, quello mio, che non ha prezzo. Lo pago con la vita. il mio comportamento estetico, anche negli incidenti, non può essere sbagliato e giudicato da un elettricista anche al massimo del suo professionismo (ricordo a proposito che le cosiddette ’luci’ di scena sono creazioni esclusivamente artistiche). Ai signori tecnici spetta soltanto l’esecuzione. Essendo lautamente retribuiti non hanno alcun diritto di associarsi agli spettatori paganti».Carmelo Bene cosi prosegue: «L’amministrazlone della mia compagnia si pregia di informare che Otello ha battuto ogni record-Quirino di incassi (tre milioni 500 mila lire di media giornaliera). Nella sola ultima domenica sono stati incassati nove milioni 200 mila lire in doppio spettacolo. Mi sembra davvero un bel servizio reso all’Eti. Per finire: nessun giornale ha riportato l’autentico trionfo decretato dal ’tutto esaurito’ del pubblico romano alle ultime due rappresentazioni dell’Otello (chi viene a vedermi non frequenta di solito altri teatri ’di prosa’). Ripeto: trionfo come nelle grandi occasioni parigine o alla ’Scala’ di una volta. Si rassegni all’evidenza chi vuole, e chi non vuole non si rassegni. Sono fatto cosi: o tutto o niente. Prendere o lasciare. Lascio (e magari bastasse a farmi felice) la Roma teatrale trionfalmente. Non mi si potrà mal mettere alla porta. Se voglio, esco da me»
— Come mai, nonostante il successo, ha smesso di replicare «Pigmalione»? «Le mie scelte puntano tutto su di un teatro popolare. ’Pigmalione’ meritava di essere rappresentato se non altro perché tutti lo confondevano con ’May fair lady’ L’ho fatto. È andata bene. Non l’ho portato a Milano per un motivo molto semplice: voglio riprenderlo la prossima stagione». — E la cantante Nada per quale motivo non è più nella sua compagnia? «Era andata bene in ’Anna Frank’: sono ancora adesso convinto che abbia delle qualità come attrice. La sua parte in ’Pigmalione’ era più difficile ma l’avrebbe superata se non le fossero venuti dei seri problemi alle corde vocali: Nada, terrorizzata, si è fermata e l’ho dovuta sostituire con Patrizia Milani. Questa parte continuerà a farla lei ... ». — Tra lei e Nada, insomma, artisticamente parlando tutto è finito? «Sì., ha avuto anche un momento favorevole a lei nel mondo della canzone e, dovendo scegliere, ha scelto la sua prima professione. Non avrebbe potuto, d’altra parte, recitare e cantare e fare lunghe, .faticose, tournées». — Gelosie, niente? «No, nessun rancore, e non è neppure vero che Nada è andata via perché innamorata di me. Lo hanno scritto ... ma sono impazziti» (Giancarlo Bosetti a c.b. del Corriere d’informazione)
• Una sera, al teatro Manzoni di Milano, di cui è da poco proprietario, Berlusconi assiste al Magnifico cornuto di Fernand Crommelynck. La protagonista, accanto a Enrico Maria Salerno, è Veronica Lario (che al clou della sua interpretazione denuda il seno). Berlusconi e l’attrice, 24 anni, si sono già incontrati. Ma è questa sera che Berlusconi decide di mettere fine al matrimonio con Carla Dall’Oglio e di spegnere la carriera artistica della Lario per farne la propria compagna.
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