Da Gaeta si diffonde il tifo. Si teme che possa innescare un’epidemia. Oggi il periodico «Il Paese» di Napoli scrive: «Giungono ogni giorno da Gaeta i prigionieri borbonici ammalati. Sono in uno stato deplorevole. Gli ospedali ne sono pieni e la malattia predominate è il tifo. Sappiamo che il consiglio sanitario ha fatto energiche rimostranze perché il Governo destini altrove quegli ammalati. Ci auguriamo che adotti subito qualche opportuno provvedimento. È assolutamente urgente. Sarebbe doloroso veder propagandare in Napoli un morbo spaventevole come il tifo. Bisogna che il Governo rifletta che andiamo verso la stagione calda». Le autorità sanitarie sabaude e partenopee non sottovalutano la questione, ma fanno già fatica a gestire la quotidianità. La città è lontana dalle condizioni igieniche che pensavano di trovare i Piemontesi. La cancrena falcidia i feriti di guerra. Gli indumenti dei ricoverati vengono bruciati. Da Torino arrivano quanti più militari medici è possibile, subito sottoposti a estenuanti turni di servizio. Non c’è solo timore per il tifo. La massiccia presenza di truppe giunte dal Nord sta facendo fare grandi affari ai bordelli partenopei. Si teme una diffusione massiccia di lue e sifilide, piaghe per altro già molto diffuse al tempo. Qualcuno ipotizza di schedare e far visitare «le signorine alle quali si avvicinano i nostri soldati». Ma è un fenomeno che sfugge a ogni controllo (MAURIZIO LUPO, La Stampa 5/3/2011).
Giunge a Pio IX, da un ignoto mittente, un misterioso plico, che viene recapitato anche all’imperatore Napoleone III, a Vittorio Emanuele II, alla corte di Vienna e a quella di Monaco di Baviera. Contiene dei fotomontaggi osceni: la testa è quella di Maria Sofia di Wittelsbach, ultima regina consorte del Regno delle Due Sicilie, sorella minore di Sissi, esule a Roma con il marito Franceschiello.
ORBETELLO (Grosseto) — I mobili dell’ufficio del sindaco di Porto Santo Stefano, Susanna Agnelli, sono stati ieri pignorati per ordine del pretore di Orbetello il quale ha accolto la richiesta di due ditte, la «Siak» e la «SNFT», che vantano un credito di 10 milioni di lire per aver fornito al Comune diretto dalla Agnelli ottanta parchimetri. In esecuzione all’ordinanza, l’ufficiale giudiziario ha pignorato, oltre ai mobili dell’ufficio del sindaco, anche quelli del suo segretario, nonché gli ottanta parchimetri ancora giacenti in Comune.***NUORO — Molto nervosismo, incontri a tutti i livelli e in tutte le sedi, proteste di singoli cittadini e di organizzazioni di categoria, un duro intervento del vescovo contro le debolezze dello Stato; e nessun fatto nuovo sostanziale nelle indagini, nonostante l’abnegazione davvero ammirevole degli agenti e dei carabinieri, impegnati in massacranti turni alla ricerca di Pietrino Rulu Cicalò, il commerciante di Nuoro rapito mercoledì, ottavo ostaggio prigioniero dei banditi sardi. La sensazione è che ci sia uno smarrimento generale di fronte all’incredibile facilità con la quale i banditi operano. Un documento del consiglio comunale afferma che «non è eccessivo sollecitare a Nuoro la presenza del ministro dell’Interno, affinchè prenda conoscenza diretta della gravità della situazione». Il ministro ha inviato — con ampi poteri — in Sardegna il vice capo della polizia Ugo Macera, che è anche comandante della Criminalpol, il quale si è subito messo al lavoro per coordinare le indagini. ***MILANO — Sessanta italiani su cento sono favorevoli alla riapertura delle -case chiuse»: è il risultato di un sondaggio ; d’opinione commissionato dall’ «Europeo» à un istituto’ demoscopico di Torino, dopo le polemiche scoppiate in Francia sulla proposta di un deputato gollista. In Italia i consensi tendono a crescere con l’età e a ridursi invece con l’incremento del livello socioculturale. In’maggioranza ì <
«È banale ripetere che Napoli è una città sorprendente. I quotidiani cittadini vanno sfogliati con la lentezza dei giocatori di poker quando leggono le carte: la sorpresa è sempre in agguato. E poi, banale o no, la cronaca (in ogni sua sfumatura di colore: rosa, bianca o nera) trova in questa città la palestra ideale. Se da una parte preme l’angoscia per i bambini colpiti dal virus micidiale ancora sconosciuto, dall’altra, proprio a Napoli, è sorta una banca del seme alla quale rivolgersi in caso di sterilità maschile. Tutto quello che altrove sarebbe accolto con diffidenza o con reazioni misurate, a Napoli si enfatizza all’istante. Pochi figli significa non avere una “famiglia completa”, non averne affatto una condizione infamante. Molti figli sono una “grazia di Dio”, “un segno della Provvidenza” ma, contemporaneamente, fatalismo misto a preoccupazione per il mantenimento dei piccoli. Ad una assistente sociale che propagandava, e giustamente, i contraccettivi, dai «bassi» di Fuorigrotta sono piovuti insulti e maledizioni. Come se avesse pubblicizzato sconcezze. L’Italia del pluribigamo siciliano ha il risentimento facile. In una corrispondenza del Corriere della Sera da Napoli, Adriano Baglivo informa che la banca del seme, contrariamente ad ogni previsione, è scarsamente frequentata. I napoletani non solo si prestano malvolentieri alla donazione, ma le maggiori resistenze si incontrano nei padri che poi dovranno riconoscere per proprio il figlio nato dalla inseminazione artificiale. Credo di capire che non si tratta di sfiducia nei confronti del risultato, ma piuttosto nella segretezza dell’operazione. Nessuno è in grado di garantire al padre sterile che il donatore non si faccia bello del proprio gesto altruistico per via Partenope o per via Caracciolo e che quindi non provochi risatine e ammiccamenti al passaggio del padre legale con carrozzina e moglie. Hanno voglia i responsabili della banca a spiegare che il donatore è rigorosamente anonimo: dimenticano che lo scambio avviene in una città frequentata da lettere anonime, da pettegolezzi, da strizzate d’occhio. Meglio perciò, dicono i padri sterili, affrontare il dispiacere di non poter mettere al mondo figli piuttosto che averne uno che sia motivo, magari per una straordinaria rassomiglianza, di sospetti» (Maurizio Costanzo sul Corriere della Sera)
«Leggo sul Corriere del 16 febbraio che, a giudizio della Cassazione, l’offerta di nudità, di accoppiamenti e di comportamenti lascivi in un film, posti a raffronto con tutto ciò che viene esibito nelle edicole, nei manifesti e nella pubblicità, è da ritenere inoffensivo e quindi lecito. Rimane cosi stabilito che l’osceno decresce, fino a sparire, con l’aumento della sua diffusione. Pertanto Luca Goldoni, solidarizzando con la scolara undicenne, turbata dagli “approcci” fra compagni e compagne e mortificata dagli psicologi (Corriere del 17 febbraio), rischia di essere fuori tempo. Se gli approcci, più o meno spinti, sono o diventeranno frequenti, la pudica bambina potrà osservarli e anche sperimentarli tranquillamente come innocenti giochi» (lettera al Corriere di Adriano Cei, Pavia).
Maurizio Costanzo racconta sul Corriere della Sera i retroscena della puntata di Acquario dell’altra sera (vedi 12 marzo) in cui si sono affrontati il pretore anti-porno Vincenzo Salmeri, la porno-star Cicciolina, l’onorevole Mauro Bubbico e la scrittrice Dacia Maraini. Scrive Costanzo: «La puntata di Acquario che prevedeva come protagonista il pretore di Palermo Vincenzo Salmeri ha avuto un precedente che nemmeno il magistrato conosce. Cicciolina, vale a dire Ilona Staller, è arrivata in studio, seguita da una ventina di fotografi, con intenzioni precise: tirar giù la spallina del vestito, una volta in onda, e mostrarsi agli italiani davanti al video. Come non credo che sia utile ad un programma della televisione il turpiloquio, cosi ritengo che spogliarsi in una trasmissione non di varietà sia per lo meno pretestuoso. L’ho detto alla Staller, mentre continuava ad essere immortalata in ogni piccolo movimento. Supponevo infatti che Salmeri, presumibilmente sconvolto (ed è stato cosi) dall’arrivo della Staller non avrebbe tollerato la nudità improvvisa. È giusto vivere la provocazione per conoscere i personaggi, ma non però oltre il consentito, non al di là delle regole del buon gusto.Ho vissuto i cinquanta minuti della trasmissione controllando a vista la Staller: desideravo che non approfittasse della diretta per porre in atto il suo piccolo “scoop”. Non lo ha fatto, forse paga dell’evidente disagio che comunque aveva creato al pretore Salmeri. Dopo, appena conclusa la puntata, deve aver fatto qualche esibizione azzardata davanti al pretore perché ho visto un gran fotografare e lei che gridava: “Cicciolino pretore”. Non oso pensare cosa avrà sibilato Saimeri, perduto nel dolce ricordo della dodicenne trapezista conosciuta nella fanciullezza. Probabilmente il magistrato avrà cercato con gli occhi l’onorevole Bubbico, l’unico tra gli intervenuti che gli abbia concesso solidarietà e che luì ha ripagato alzandosi deferentemente in piedi al suo ingresso».
«Ero consapevole che nella chiamata alla trasmissione televisiva poteva esservi iI proposito di espormi al ridicolo, alla derisione e ho affrontato il rischio nella speranza di far prendere coscienza della gravità del problema stesso e della sua connessione con la violenza e in genere col marasma che affligge la società italiana. Ma la fantasia e l’ingegnosità di Costanzo hanno superato ogni previsione.Potevo infatti aspettarmi che comparissero a contrastarmi una femminista ad oltranza o un’attricetta, ma non che addirittura mi si mettesse a confronto quella famosa «Cicciolina» che impunemente si esibisce in volgari ed osceni spogliarelli e in triviali discorsi nelle radio e nelle tv private e persino nei canali nazionali e che si è presentata ora ad Acquario con quell’abbigliamento e con quelle pose per lo meno sconvenienti che tutti hanno visto.Lascio la faccenda all’autorità giudiziaria competente, alla quale a suo tempo ho trasmesso degli articoli di stampa che parlavano dell’attività spavalda della «Cicciolina» e agli organi responsabili della decenza delle trasmissioni radiotelevisive. A me rimane l’amarezza di non aver potuto dibattere con la compostezza e la serietà che mi aspettavo i problemi scottanti della pubblica moralità e di non aver potuto approfondire la questione relativa alla censura cinematografica. Talune espressioni dell’Insigne uomo politico presente in studio hanno rafforzato il timore, oggi diffuso con un senso di scoramento negli ambienti sani della società italiana, che Parlamento e governanti si facciano travolgere, forse ormai a breve scadenza, da una interessata e diabolica corrente che, travolgendo anche una precisa noma costituzionale, vorrebbe affidare la disciplina dei costumi alla spontanea determinazione di una cosiddetta società in evoluzione e quindi all’imperio di sfruttatori del più bassi istinti e all’arbitrio di individui corrotti, pochi ma potenti e strepitanti di fronte ad una maggioranza silenziosa, che chiede ancora allo Stato la difesa dei valori fondamentali di un consorzio civile e del diritto di educare, formare e salvaguardare i propri figli minori garantito dagli articoli 30 e 31 della Costituzione.
NUOVA YORK - È la tv americana alla vigilia di una rivoluzione? Per alcuni questa rivoluzione è già in atto. Costoro, al posto dell’ormai superato televisore, vedono in ogni casa l’equivalente di un piccolo centro tv composto almeno dai seguenti elementi, allineati sullo stesso banco: un piccolo computer con videoterminale, un videorecorder (o video disk, o tutt’e due), un televisore, collegato anche alla Tv via cavo a pagamento.Ciascuno di questi elementi, a prezzi vari e non alla portata di tutte le tasche, è già sul mercato. E gli utenti che hanno la cablo Tv (Tv via cavo a pagamento) e la home box office (un canale per film di prima visione) sono già diversi milioni. A Nuova York si pagano dieci dollari al mese per la cablo Tv e venti per la home box office. Non è raro anche vedere il «video cassette recorder», che consente di registrare programmi televisivi per vederseli in un secondo momento o per collezionarli, ed allo stesso tempo consente di proiettare «cassette» con programmi già incisi. Il costo di un «video cassette recorder» è ancora alquanto elevato, va dagli ottocento ai mille dollari, ma per l’immediato futuro le previsioni anticipano già notevoli cali di prezzo. Questo tipo di apparecchio ha portato il film porno nelle case, facendo realizzare affari d’oro a tutta una industria che si è messa subito a lavorare per soddisfare la domanda e a tanti «pirati», che registrano i film appena sfornati da Hollywood, vendendo le «cassette» a prezzi varianti dal sessantacinque ai cento dollari. Ancora meno delle videocassette» costerà il «videodisc» (si parla di trecento dollari) che permetterà di utilizzale un disco della durata di sessanta minuti per ogni lato. I dischi costeranno sette-venti dollari. Il piccolo computer con videoterminale servirebbe per la tv a due vie. Permetterebbe cioè la domanda e la risposta e potrebbe essere utilizzato per sondaggi demoscopici Il dato sugli americani insoddisfatti della tv attuale (per via della valanga di commercials) è allarmante. Nell’ultimo sondaggio, il 53 percento degli intervistati — la più elevata percentuale mai prima d’ora registrata — ha dichiarato di seguire attualmente i programmi molto meno di quanto non facesse cinque anni fa (Franco Occhiuzzi sul Corriere della Sera).
Torino. si svolge la prima giornata dell’orgoglio omosessuale in Italia: in 5.000 si riversano nelle strade della città.
Esce l’edizione americana di Penthouse, «rivista di sesso, politica e protesta». In copertina la bruna Evelyn Treacher. Costo 75 centesimi. Se ne vendono 235mila copie.
Nella consueta conferenza del mercoledì, proseguendo l’illustrazione del matrimonio attraverso il commento della Genesi, Giovanni Paolo II ha fatto un discorso di grande importanza, tale da rovesciare secoli di incrostazioni e di errate interpretazioni sull’importanza della vita sessuale.Si potrebbe dire che su un solo versetto della Genesi: «Erano nudi, ma non provavano vergogna» verta la sua analisi dell’amore fra uomo e donna e lo sfrutti per arrivare a implicazioni che riguardano prima di tutto l’intelligenza libera, la scienza prima della nostra esistenza. Il Papa dice giustamente che il versetto «è pieno di sorprendente contenuto teologico ed insieme ontologico. La rivelazione e la scoperta del significato sponsale del corpo spiegano la felicità originaria dell’uomo e a un tempo aprono la prospettiva della sua storia eterna». Un pò come dire che all’uomo e alla donna, nella loro piena integrità, vanno restituiti i dati primi dell’amore, liberandoli così da deviazioni e storture accumulatesi durante i secoli per forza di morali riduttive, sopraffattrici o addirittura violente. Soprattutto là dove viene messo l’accento sul valore sponsale dell’amore, sullo scambio e sulla collaborazione libera, il discorso assume tutto un suo significato di liberazione e di esaltazione finale della persona umana. [...] Il corpo non viene più né umiliato né giudicato né visto come strumento di degradazione e ritrova così la sua prima funzione che è quella del dono, dell’offerta, del piacere pieno consentito senza limitazioni o costrizioni. È dunque il traguardo della gioia che i grandi mistici hanno toccato e raggiunto per primi, anche se per loro vale la seconda ipotesi suggerita nel discorso del Papa, l’amore verso Dio fondato sulla rinuncia dell’amore umano. Comunque, una volta ammesso e consacrato questo «principio», questa partenza da Dio, non c’è più posto per la mortificazione dell’amore né per la sua umiliazione: questo amore non ha più bisogno di abiti. Al contrario è fedele alla prima connotazione della «nudità» vale a dire della piena coscienza delle doti di maschilità e di femminilità, non si apre più nessun varco verso la vergogna, resta il diritto alla comune soddisfazione e alla gioia.
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