«[...] Poi ha cominciato a parlare lui, Grotowski. E raramente lo si è sentito più appassionato e partecipe. Ora, davvero, parlando del romanticismo polacco, fenomeno che non ha riscontro per le sue implicazioni esistenziali e sociali nelle culture di altri paesi, - risposta della vita alla storia -, andava alle sue radici e nello stesso tempo in qualche modo usciva allo scoperto: non più avvolto, cioè, come ci era apparso finora, nelle teorizzazioni, spesso finalizzate a fini teorico-critici, ma anche deformanti, dei suoi esegeti. La continuità di una cultura, lo sbocco naturale di una tradizione, adattata, con genialità, attraverso il ritorno all’essenziale, alle nuove esigenze espressive, trasparivano nelle sue parole. Ha parlato a lungo, rispondendo a domande, ma più spesso traendone lo spunto per nuove variazioni e precisazioni, con quel suo caratteristico sistema dialettico, della progressione nell’argomento attraverso una serie di successive esclusioni. Non una parola sulle esperienze delle attività cosiddette para-teatrali, su cui pure il CRT ha già programmato, con il Laboratorio di Wroclav, un nuovo seminario per il prossimo autunno. Ma è chiaro che molti dei temi trattati da Grotowski a quelle esperienze alludevano; soprattutto quando ha parlato di liberazione dagli stereotipi e dalle maschere (sociali e teatrali) di ciò che egli chiama, coniando un verbo nuovo, il «disattorizzarsi», cioè cessare di rappresentarsi per «essere», semplicemente. Ecco: ma l’impressione di chi ascolta è che sia giunto a una svolta, il Gran Capo della ricerca teatrale. Un giorno, e magari neanche tra non molto, tornerà a fare spettacoli, vedrete (Roberto De Monticelli riferisce, sul Corriere della Sera di oggi, intorno alla giorni grotowskiana che, per iniziativa del CRT - Centro di ricerca per il teatro -, si è tenuta sabato e domenica al Palazzo della Permanente, con una tavola rotonda cui hanno partecipato studiosi, critici e qualche teatrante e un pubblico abbastanza numeroso).
HOLLYWOOD — Jean Renoir si è spento a Hollywood. Aveva 84 anni. Il grande maestro del cinema francese, da tempo malato, viveva in una villa di Benedict Canyon, all’estrema periferia di Los Angeles. Il corpo sarà traslato la settimana prossima nella capitale francese, dove Renoir nacque il 15 settembre 1894, figlio secondogenito dell’illustre pittore impressionista Auguste Renoir. Leggi qui l’articolo di Leonardo Autera
Cannes (Francia). Il regista Dino Risi con Vittorio Gassman e Stefano Madia, passeggiano sul lungomare. Questa sera presenteranno il film Caro papà (mediastorage/uploads/admin/speciali/Gassman/1979_risi_0000324982.jpg)
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