Nel 1967 Eugenio Scalfari e Lino Jannuzzi furono condannati a un anno di reclusione per avere denunciato un presunto colpo di Stato. Fu così che il segretario del Partito socialista italiano Giacomo Mancini candidò Scalfari e Jannuzzi alle elezioni del 1968 in modo che potessero godere dell’immunità parlamentare. Scalfari fu eletto a Milano e lì si scontrò subito con Bettino Craxi
«La biografia si intitola The idealist, (edita da Penguin, Usa) anche se l’autore non tace la tesi di chi sostiene addirittura che Kissinger tramò durante la campagna elettorale del 1968 per far fallire i negoziati di pace in Vietnam Johnson così da non avvantaggiare il democratico Humphrey nel testa a testa per la Casa Bianca con Nixon.»
«Il modello più recente del leader rabbioso non viene però dai ranghi repubblicani, ma da quelli democratici, è il governatore dell’Alabama George Wallace, che nel 1968 come candidato indipendente conquista qualcosa come dieci milioni di voti e cinque stati su una piattaforma ferocemente pro segregazione, aggressivamente “law and order” e fondata sul perno dell’isolazionismo. Wallace insulta, fomenta, insolentisce, i suoi comizi sono bersaglio fisso di manifestanti e disturbatori (hanno provato anche ad ucciderlo), il suo “segregation forever” è l’equivalente del muro al confine con il Messico o della chiusura delle frontiere per i musulmani». «il segregazionista George Wallace, candidato alle primarie del Partito Democratico nel 1964, 1972 e 1976, e come indipendentista nel 1968».
«Per cui all’inizio le Tribune imitavano, per così dire, le forme e i contenuti della politica: oratoria da comizio o da aule parlamentari; i leader si sentivano a casa loro; il conduttore era detto “moderatore” e l’eventuale sorpresa spettacolare, tanto malvista dai protagonisti quanto gradita al pubblico, arrivava grazie a quelli che Novelli definisce felicemente “effetti collaterali” (vedi il giornalista che con Berlinguer si portò un pacco di pasta e uno di riso). Programma di snodo, nel 1968, è Faccia a faccia di Aldo Falivena, che allestì per la prima volta un modulo cautamente assembleare. Nel frattempo a Mixer Minoli sperimentava i sondaggi e a L’Altra Campana Tortora faceva esperimenti di democrazia con l’accensione o lo spegnimento delle luci domestiche.»
Abdallah II di Giordania. Nel 1968 Amman è una città pericolosa, crocevia di terroristi – da Carlos, ai giapponesi dell’Armata Rossa, ai tedeschi della Baader Meinhof – spie e guerriglieri che vogliono creare uno stato nello stato. I fedayeen di Arafat creano posti di blocco, assaltano case, alberghi e automobili, organizzano sequestri. Tentano almeno due volte di assassinare suo padre e sua madre, che è un’ottima tiratrice, non esce di casa senza una colt nascosta in una scatola per guanti.
Zygmut Bauman espulso dalla Polonia.
Discorso di Martin Luther King alla Carnegie Hall.
Accordi di Grenelle. Il primo ministro francese Georges Pompidou conclude un grande accordo con i sindacati e ponendo fine alla protesta operaia isola la protesta studentesca.
Primo turno delle elezioni politiche in Francia.
Secondo turno delle elezioni politiche in Francia.
Colpo di stato del partito Baath in Iraq. «La prima grande rottura ufficiale con il secolarismo hard era stata una caratteristica del regime baathista fin dai suoi esordi violenti nel 1968».
«Quando Salazar nel 1968, a seguito di una caduta dalla sedia, ebbe un ictus il potere passò nelle mani di Marcelo Caetano e molti pensarono che le cose sarebbero migliorate. Così non fu. Caetano era un pavido. Incapace di rompere col passato». In che mondo vivevate? «Nell’isolamento più puro. Dove era vietato che due fidanzati si potessero baciare pubblicamente ed era considerato provocatorio perfino che un uomo girasse con dei sandali ai piedi». (Maria José de Lancastre ad Antonio Gnoli).
Si chiude la convention democratica, aperta il 26. «La convention democratica del 1968 proprio a Chicago venne sconvolta dalla guerriglia urbana, in un paese infiammato dalle divisioni razziali, dopo gli omicidi di Martin Luther King e Bob Kennedy. Risultato: l’elezione fu vinta dal repubblicano Richard Nixon, inventore della “maggioranza silenziosa”»
La Fallaci ferita durante i disordini di Città del Messico. Testimonianza di Massimo Fini: La strage prima dei giochi olimpici del 1968, in cui rimase colpita? Ricostruisce quei fatti nella prima parte di Niente e così sia, mi pare. «Sì, lei scrive, più o meno, “tre pallottole mi entrarono nel costato”. Ora Gianfranco Moroldo, che era il suo fotografo, mi disse che lei stava alla finestra a guardar giù, quando una bomba carta fece andare in frantumi i vetri e probabilmente lei si prese delle schegge di vetro, non proiettili».
«D’accordo, i sondaggi, come le statistiche, appartengono alla «prima delle scienze inesatte», se c’è del vero nell’ironica definizione dei fratelli de Goncourt. Difficile è prevedere quel che faranno gli imprevedibili uomini, specialmente quando assumono il ruolo di elettori: il segreto del voto resta al di fuori di ogni zodiaco. Ma i dati del sondaggio L’Europeo-Doxa che abbiamo letto nei giorni scorsi, non sembrano proprio avventurose incognite, né “calcoli di nebbia” sulla carta di un futuro forse prossimo.E’ stato chiesto: si dice che in Italia vi è una frattura tra paese reale e classe politica: secondo lei, è vero o no? Sommando le risposte “è vero” o “è abbastanza vero”, si arriva al 75 per cento degli intervistati. Altra domanda: in occasione delle prossime elezioni politiche normali o anticipate (o di quelle del Parlamento europeo), lei sarebbe favorevole alla formazione di liste apartitiche? Sommando i “molto favorevole” agli “abbastanza favorevole”, si va al 54 per cento degli intervistati, non dimenticando che i “non so”, gli indifferenti, i disponibili all’una o all’altra soluzione, sono il 25 per cento. Usciamo dalle sbarre dei numeri, chiediamoci piuttosto se questo è bla-bla qualunquistico o preciso scenario del malessere. Siamo per la seconda ipotesi. L’ Italia assomiglia ogni giorno di più a una platea che mormora in attesa di passare ai fischi: lo spettacolo è vecchio, la regia manca d’inventiva. E’ una situazione che dura da anni.C’è un copione che non merita più nemmeno gli applausi di convenienza. Di esempi si potrebbero riempire tutte le pagine di questo giornale. Lo «scollamento» fra classe politica e paese reale ha radici antiche. Ma basta vivere qualche ora tra la gente, entrare in un ufficio, in un negozio, salire su un tram, per capire che la stanchezza è infinita, che lo spaccio degli slogan è in riserva. Si ha voglia di fatti, e invece il Potere nega i fatti.Il rimedio potrebbe venire dalle «facce nuove»? Piace pensare e sperare che sia così. La platea mormora anche per questo. Una «società esigente», come la chiamava Aldo Moro; non si accontenta più invitandola al solito banchetto dei proclami e delle belle parole» (Giulio Nascimbeni sul Corriere della Sera)
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