• Prezzi medi al consumo, al chilo, di alcuni prodotti del comparto alimentare. Valori in lire dell’epoca, tra parentesi in euro del 2010.Pane: 0,40 (1,80)Pasta: 0,60 (2,70)Riso: 0,42 (1,89)Patate: 0,11 (0,54)Carne bovina: 0,87 (3,91)Carne suina: 1,10 (4,95)Burro: 2,38 (10,75)Zucchero: 1,49 (6,75)Caffè: 2,20 (9,90)Latte: 0,23 (1,03) al litroOlio d’oliva: 1,43 (6,48) al litroVino 0, 65 (2,92) al litroUova: 0,06 (0,27) al pezzo.• Si mangiano ben 1,1 chili di pane a persona al giorno (da uno studio della Coldiretti)• «Si consumano 2.500 calorie al giorno mangiando polenta di mais al Nord, pasta, legumi e frutta al Sud. I due terzi del proprio reddito sono investiti nel tentativo di sfamarsi [...] La ricchezza nazionale derivava per il 54,9 per cento dall’agricoltura (contro l’1,8 attuale), l’alimentare rappresentava il 34 per cento del totale dell’export nazionale (tra i prodotti che nel 1861 prendevano la via dell’estero troviamo olio, pasta, conserve di pomodoro e pelati, salumi, vini) e il Sud era, paradossalmente, meno Sud di oggi. “Tra le prime Regioni” si legge nel rapporto di Federalimentare “nelle quali la presenza industriale determinava il maggior contributo nella costruzione del valore aggiunto del comparto agroalimentare, ritroviamo infatti, dietro a Lombardia e Piemonte, sia la Campania che la Sicilia”» (Giampiero Cazzato, il venerdì di Repubblica, 5/8/2011).
300 Gaspare Campari dal 1862 fabbrica il “bitter all’uso d’Olanda”, un liquore amaro e tonificante, in un locale al Coperto dei Figini (Marta Boneschi Milano, l’avventura di una città Ledizioni 2014)
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