Assalto dei Nar alla sede dell’emittente romana Radio Città Futura, mentre è in corso una trasmissione gestita da un gruppo femminista. I terroristi costringono le 5 donne presenti in redazione a sdraiarsi sul pavimento, poi danno fuoco ai locali e sparano 15 colpi di pistola, ferendone 4, di cui due gravemente. Qualche ora dopo, due telefonate al quotidiano Il Tempo e all’Ansa, a nome dei NAR, rivendicano l’attentato compiuto per vendicare i missini uccisi il 7 gennaio 1978 in via Acca Larentia. Autori dell’irruzione Valerio Fioravanti, Dario Pedretti, Alessandro Alibrandi, Alessandro Pucci, Lino Lai, Paolo Pizzonia e Patrizio Trochei (https://sites.google.com) • «Il bersaglio avrei dovuto essere io. Ma avevamo prestato i locali della radio a un collettivo di casalinghe per trasmettere e le vittime furono loro» (Renzo Rossellini) CittàFutura
Roma. Gravi disordini avvengono durante una manifestazione organizzata per ricordare il primo anniversario della strage di via Acca Larenzia. Episodi di guerriglia urbana si registrano nel quartiere di Centocelle con spari, lancio di bottiglie incendiarie, incendio di auto e di autobus, danneggiamenti di vetrine. A seguito dell’intervento delle forze dell’ordine, l’agente di polizia Alessio Speranza uccide con un colpo di pistola alla testa il neofascista Alberto Giaquinto. Dei disordini saranno accusati, tra gli altri Luigi D’Addio, Maurizio Lattarulo, Saverio Uva, Flavio Serpieri, Dario Pedretti, Elio Giallombardo e Massimo Morsello. Ma la tragica giornata non è ancora finita: qualche ora più tardi tre neofascisti restano vittime di una sparatoria dei terroristi dell’organizzazione Compagni Organizzati per il Comunismo: muore Stefano Cecchetti e sono feriti Maurizio Battaglia e Alessandro Donatone. (https://sites.google.com)
• Prima sentenza della Corte d’assise di Catanzaro sulla strage di piazza Fontana (12 dicembre 1969). Freda, Ventura e Giannettini sono condannati all’ergastolo per strage, attentati e apologia di reato. Valpreda, assolto per insufficienza di prove per la strage, viene condannato a quattro anni e sei mesi per associazione a delinquere. Stessa sentenza per Merlino. Gargamelli è condannato a un anno e sei mesi per associazione a delinquere. Sospensione della pena di due anni per Bagnoli. I reati di falsa testimonianza a carico dei familiari di Valpreda e di Delle Chiaie sono prescritti. Maletti è condannato a quattro anni per favoreggiamento e falsa testimonianza, Labruna a due anni. Un anno a Tanzilli per falsa testimonianza. Assolti i neofascisti M. Pozzan e M. Merlino.
• Carmine “Mino” Pecorelli, 51 anni, giornalista, viene ucciso con quattro colpi di pistola fuori dalla redazione di OP (Osservatorio Politico), il periodico da lui diretto, in via Orazio a Roma. «I proiettili, calibro 7,65, trovati nel suo corpo sono molto particolari, della marca Gevelot, assai rari sul mercato (anche su quello clandestino), ma dello stesso tipo di quelli che sarebbero poi stati trovati nell’arsenale della banda della Magliana, rinvenuto nei sotterranei del Ministero della Sanità» (wikipedia). Testimonianza di Angelo Izzo, massacratore del Circeo: «Fu Valerio Fioravanti a dirmi che era stato materialmente lui a uccidere Pecorelli unitamente a Massimo Carminati, suo compagno di scuola al liceo Tozzi di Roma. Fioravanti mi dette diverse motivazioni di detto omicidio. Tutte le versioni che mi fornì avevano come comune denominatore la provenienza della richiesta da parte della Banda della Magliana». sti

Un ordigno ad alto potenziale scoppia nella piazza del Campidoglio provocando gravi danni. L’attentato non provoca una strage per caso. Un’ora prima che scoppiasse la bomba, infatti, si era appena conclusa la seduta del consiglio comunale, mentre la piazza, solitamente affollata di turisti, era vuota a causa di un temporale. La bomba, composta da quattro chili e mezzo di tritolo e collocata sotto il portale del Palazzo Senatorio, al momento dell’esplosione ne divelse il portale, l’arcata e le colonne di sinistra, danneggiando poi il basamento del monumento equestre a Marco Aurelio. Tra le tante telefonate che il giorno dopo rivendicarono l’attentato, una fece riferimento all’arresto di Claudio Minetti, che il giorno prima aveva ammazzato a coltellate il militante comunista Ciro Principessa, di 19 anni. L’attentato al Campidoglio fu in seguito attribuito alla formazione neofascista "Movimento rivoluzionario popolare" (Mrp), nato dallo scioglimento del gruppo "Costruiamo l’azione".
Roma. Tre terroristi si introducono con una scusa nell’abitazione del cantante Fred Bongusto, legano e imbavagliano le due donne presenti e fanno razzia di preziosi e gioielli. Autori dell’irruzione i fratelli Cristiano e Valerio Fioravanti e Alessandro Alibrandi, dei Nar (https://sites.google.com).
Milano, Luigi Mascagni, 24 anni, studente universitario, ex esponente di Lotta Continua, è ucciso a colpi di pistola alla schiena. Il cadavere è trovato nel Parco Lambro. Molti anni dopo su questo omicidio ci sono state dichiarazioni di colpevolezza di alcuni fascisti.
Inizia a Montalbano Ionico (Matera) un campo paramilitare di Terza Posizione che prevede un programma di indottrinamento politico e di addestramento all’uso delle armi. Vi partecipano Gabriele Adinolfi, Roberto Fiore, Francesco Mangiameli e sua moglie Rosaria Amico, Walter Spedicato, Massimo Taddeini, Dario Mariani, Walter Sordi, Leonardo Giovagnini, Luca Perucci, Serena De Pisa, Roberto Incardona, Roberto Nistri, Luigi Ciavardini, Marcello De Angelis e altri (https://sites.google.com/site/storiadelmovimentooperaio/cronologia/1979)
Brescia - La Corte d’assise emette la prima sentenza sulla strage di piazza della Loggia del 28 maggio 1974. Dei nove imputati di strage, vengono condannati in primo grado all’ergastolo il neofascista Ermanno Buzzi e a dieci anni di carcere Angelino Papa. La bomba sarebbe stata messa nel cestino della spazzatura da Papa, Buzzi l’avrebbe coperto. Sconcerto a Brescia: «Otto morti e più di cento feriti, un delitto nefando come a piazza Fontana, come sull’Italicus e ora un verdetto che riconosce responsabili un pregiudicato per reati comuni di bassa manovalanza come Ermanno Buzzi condannato all’ergastolo e un seminfermo di mente come Angelino Papa che dovrà scontare dieci anni e mezzo. È tutto finito cosi?». [Clemente Granata, Sta. 3/7/1979] • Ferdinando Ferrari (detto Nando, omonimo e non parente di Silvio, con cui ha trascorso la notte fra il 18 e il 19 maggio 1974 prima che quest’ultimo perdesse la vita nell’attentato) è condannato a 5 anni per detenzione dell’ordigno che ha causato la morte di Silvio e a un anno per omicidio colposo. Marco De Amici e Pierluigi Pagliai sono condannati per detenzione e trasporto di esplosivo da Parma (dall’appartamento che i due condividevano col Ferrari).
Il terrorista Paolo Aleandri di Cl’A (Costruiamo l’Azione) è sequestrato davanti al palazzo di giustizia di Roma da Maurizio Abbatino, Giovanni Piconi e Renzo Danesi della banda della Magliana. L’organizzazione criminale gli ha chiesto da tempo di restituire le armi affidategli nel dicembre 1978, ma non avendole più a disposizione, essendo state utilizzate per altre azioni, Aleandri non ha ancora provveduto. Lo tengono in ostaggio in un appartamento finché una decina di giorni dopo, grazie all’intervento dei neofascisti Massimo Carminati, Pancrazio Scorza e Bruno Mariani, le armi sono restituite e Aleandri liberato. Le armi sono tuttavia diverse da quelle originariamente avute in custodia. (https://sites.google.com/site/storiadelmovimentooperaio/cronologia/1979).
Roma, 25 agosto 1979. Franco Freda (in foto), condannato all’ergastolo per strage, attentati e apologia di reato nella prima sentenza della Corte d’assise di Catanzaro del 23 febbraio, arriva in Italia. È stato arrestato in Costarica (Ansa) (mediastorage/uploads/admin/speciali/PiazzaFontana_1969/Immagine_7.jpg)
Brunico. L’esplosione di un ordigno semi distrugge il monumento all’alpino • In un appunto riservatissimo di quattro pagine della direzione dell’Ucigos che ha per oggetto le Brigate Rosse, e destinato all’allora direttore del Sisde, generale Giulio Grassini, fra l’altro si legge: "Le Brigate Rosse sono quanto meno condizionate da un servizio segreto dell’Est, che si serve, come tramite, di un ex partigiano, che ora dovrebbe avere un’età compresa tra i 55 e i 60 anni, che, a suo tempo, probabilmente, fece parte del gruppo fuggito a Praga e collaborò con quella emittente in lingua italiana. Il nome di tale personaggio dovrebbe essere noto ai dirigenti del Pci [...] Un individuo che sa molto in proposito, anche se non può essere il soggetto di cui sopra, è Stefano De Stefani. Questi si identifica per Stefano De Stefani di Alessandro e di Casali Elisa, nato a Roma il 7.11.1929, qui domiciliato in via delle Mantellate n° 17, che però vive lunghissimi periodi all’estero. Costui è stato molto vicino al defunto Giangiacomo Feltrinelli, per averne questi sposato la sorella (seconda moglie) Alessandra De Stefani, regista della RAI-Tv. Già "ambasciatore" in Europa dei Movimenti di Liberazione delle ex Colonie portoghesi, vive maritalmente con Conghiglia Augusta, nata a Gallarate il 19.3.1948, nubile, residente a Milano ma domiciliata in Angola, dove sarebbe, addirittura, ministro della Cultura Popolare o qualcosa del genere. Stefano De Stefani è, inoltre, esponente della italiana Associazione per i rapporti con i movimenti di liberazione africani, di cui era pure esponente quel Piero Gamacchio che - molto vicino ad esponenti dei PSI - risulta socio di Giovanni Ventura nella società Litopress arl, costituita a Castelfranco Veneto l’11.9.1969 e, allora, con sede a Roma negli uffici del Gamacchio [...] Molti terroristi italiani sono stati addestrati, in passato, nei campi palestinesi. Ora l’addestramento avviene nei campi dell’Africa meridionale, dove prenderebbero parte anche alle guerre di liberazione. Da lì, probabilmente i rapporti del De Stefani con i terroristi italiani. Tra gli attuali "combattenti" vi è il romano Achille Lollo, già imputato per l’incendio di Primavalle, in cui perirono i fratelli Mattei". https://sites.google.com/site/storiadelmovimentooperaio/cronologia/1979
Rovigo. Roberto Cavallaro, extraparlamentare di sinistra, muore subito dopo il ricovero in ospedale per le gravi lesioni interne riportate a seguite di un investimento automobilistico avvenuto senza testimoni dinanzi alla propria abitazione. Una telefonata al quotidiano Il Mattino di Padova rivendica l’uccisione a nome dei Nar (https://sites.google.com/site/storiadelmovimentooperaio/cronologia/1979)
Roma, ore 10.30: rapina alla Chase Manhattan Bank in piazzale Marconi. Nessuno rivendica, ma sono stati i NAR: in due loro covi verranno ritrovati assegni e matrici provenienti da quella rapina, che è tra l’altro uno dei punti di congiunzione fra area eversiva di segno fascista e malavita romana. Infatti Franco Giuseppucci, detto er negro, uno dei boss della banda della Magliana, non solo era fornitore di armi per i NAR, ma era l’uomo che ha riciclato assegni e traveller’s chèque trafugati dai terroristi nel colpo alla Chase Manhattan. Tra i rapinatori sono Fernando Del Frà, segretario di una sezione del Movimento Sociale Italiano e dipendente della banca, Giuseppe Dimitri e Domenico Magnetta di Avanguardia Nazionale, Valerio Fioravanti, Alessandro Alibrandi e Massimo Carminati dei Nuclei Armati Rivoluzionari (https://sites.google.com/site/storiadelmovimentooperaio/cronologia/1979)
Roma. Nello scantinato di uno stabile in via Alessandria 129 è scoperta una base terroristica dell’estrema destra contenente armi, munizioni e denaro provento di rapine. Sono arrestati Alessandro Montani, Giuseppe Nistri e Giuseppe Dimitri, di Terza Posizione. A Dimitri è sequestrata un’agenda in cui è annotato anche un numero riservato del ministero della Difesa in uso alla segreteria di Pietro Musumeci, ufficiale del Sismi. Nello stesso stabile ha sede la società Assierre, di cui sono contitolari Romano Coltellacci e Adriano Tilgher, il primo proveniente dal Movimento Politico Ordine Nuovo e l’altro da Avanguardia Nazionale. Presso la Assierre è ubicata la redazione italiana della rivista "Confidentiel" diretta da Mario Tilgher, padre di Adriano e associato alla P2.
Quattro fascisti uccidono a colpi di mitra il giovane Antonio Leandri, 24 anni, impiegato della ditta elettronica Contraves. Un’auto della polizia, uditi gli spari, insegue i quattro e li arresta. Sono Sergio Calore, 24 anni, scarcerato da appena 15 giorni, Antonio D’Inzillo, 17 anni, Bruno Mariani, 19 anni, e Antonio Proietti, 20 anni. In questura essi affermano di aver avuto l’intenzione di uccidere l’avvocato Giorgio Arcangeli, difensore di molti neofascisti, che sarebbe responsabile, secondo quanto essi affermano, dell’arresto di alcuni di loro. La dichiarazione appare poco convincente, poiché l’avvocato ha 20 anni più dell’ucciso, ed è in ottimi rapporti personali con uno degli assassini, Sergio Calore. I quattro più Valerio Fioravanti, Marco Mario Massimi dei Nuclei Armati Rivoluzionari e Paolo Signorelli saranno poi condannati. Signorelli verrà assolto in appello.
In una casa isolata in località Pozzo di Mezzo, sui monti di Ala nel Trentino, i carabinieri arrestano sette giovani neofascisti armati e partecipanti a un campo paramiltare. Sono Massimo Giovenzana, Gianluca Castro, Paolo Marchese, Massimo Contini, Carlo Ferri, Giorgio Truppa e Dario Macchi, tutti lombardi.
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