La diarchia egiziana, instaurata col colpo di Stato del 26 luglio scorso, ha finito d’esistere a mezzogiorno. A quell’ora, il Presidente del Consiglio, Ali Maher, si è presentato al palazzo reale di Abdin e ha rimesso nelle mani dei tre reggenti il mandato ricevuto dall’esercito due mesi or sono. Sono i dodici ufficiali del comitato dinamico del movimento dell’Esercito che si sono rifiutati di accettare la lentezza esasperante con cui Ali Maher procedeva nelle riforme. Essi stessi avrebbero chiesto a Neguib d’intervenire direttamente e con estrema energia presso Ali Maher. Fra le 11 e mezzo e le due di notte si è svolta la seconda parte del colpo di Stato iniziato il 26 luglio, con gli arresti di quasi tutte le personalità politiche del Paese, compiuti con la medesima perfetta tecnica che caratterizzò l’abdicazione forzata di Faruk. Alle tre non c’era più in tutto l’Egitto un uomo politico di una certa statura che non fosse stato preso dalle pattuglie dell’Esercito. Si crede che gli arresti notturni siano stati compiuti da elementi militari molto vicini al gran quartier generale. Pattuglie di ufficiali in civile, accompagnati da uno o due militari in uniforme, si sono presentate quasi contemporaneamente a diverse abitazioni di uomini di Stato, presidenti del Consiglio, o ex-ministri, ex-generali, leaders di partiti politici, ecc. Tutte queste personalità sono state sorprese nel sonno. L’arresto più sensazionale è certamente quello di Serag El Din, segretario generale del Wafd, che si era opposto al principio dell’autoepurazione dando il pretesto alla resistenza di tutti i partiti. Si tratta di una personalità decisa, coraggiosa, dura. Serag El Din è stato il nemico numero uno del movimento armato sin dall’inizio. Le conseguenze immediate di una siffatta epurazione-Blitz sono state due: le dimissioni di Ali Maher e del suo Gabinetto e l’afflusso di tutto il potere nelle mani dei militari. Dopo un breve colloquio con Mohamed Neguib alla Presidenza del Consiglio, Ali Maher si è recato alla reggenza per rassegnare le dimissioni. Ieri sera alle sette e mezzo, il nuovo Gabinetto era formato, ben inteso presieduto direttamente da Neguib, e ha prestato il giuramento costituzionale nelle mani dei reggenti. Le sedi dei partiti sono state occupate militarmente sin da ieri mattina.
Un comunicato ufficiale rende noto che l’Egitto è passato dal regime monarchico al regime repubblicano. Il gen. Neguib è il primo Presidente della nuova Repubblica, conservando contemporaneamente la carica e le funzioni di Capo del Governo. Con la proclamazione della Repubblica — precisa il comunicato — i membri della famiglia reale egiziana vengono privati dei loro titoli per diventare privati cittadini. L’annuncio è stato diramato dopo tredici ore di riunione del Gabinetto. Alla riunione hanno pure preso parte tutti i dodici membri della Giunta militare che ha governato l’Egitto da quando ha avuto luogo il colpo di Stato. Prima della proclamazione il gen. Neguib aveva proceduto ad un rimpasto ministeriale includendo tre militari nel suo Gabinetto in precedenza formato da sole personalità civili. Il Ministero della Guerra, prima retto interinalmente dal gen. Neguib, è stato ora affidato al capo di squadrone Abdel Latif Boghdàdi, membro del «consiglio della rivoluzione». Il ten. col. Gamal Abdel Nasser è stato nominato vice-Primo ministro e ministro degli Interni con controllo sulle forze di polizia, in sostituzione di Suleiman Hafez. Il maggiore Salah Salem, il quale spesso ha agito come portavoce del regime del gen. Neguib è stato nominato ministro dell’Orientamento nazionale, in sostituzione di Mohamed Fuad Galal. Presso il Q. G. dell’esercito egiziano il nuovo ministro per l’Orientamento nazionale, maggiore Salah Salem, ha tenuto questa sera una conferenza stampa nel corso della quale ha dichiarato: «Proclamiamo l’abolizione della monarchia, la deposizione del piccolo re Ahmed Fuad II e la fine della dinastia di Mohammed Ali. Proclamiamo la Repubblica e il gen. Neguib Presidente della Repubblica. Durante il periodo di transizione in base alla Costituzione provvisoria, il gen. Neguib manterrà tutti i poteri conferitigli dalla Costituzione».
Un portavoce del Comando dell’esercito ha annunciato che, in base ad un compromesso raggiunto oggi, allo scopo di regolarizzare la situazione politica, il gen. Neguib riprenderà la presidenza della Repubblica, e il colonnello Abdel Nasser rimarrà Presidente del Consiglio dei ministri. Secondo il portavoce, l’annuncio del nuovo sviluppo della situazione politica verrà dato fra poche ore. L’improvviso cambiamento della situazione è sopraggiunto dopo parecchie ore di dissensi fra l’ufficialità ddell’esercito . circa la soluzione da dare alla crisi. Tali dissensi hanno manifestato una forte corrente in favore di Neguib. Precedentemente da Aleppo era stata data comunicazione che quaranta ufficiali di cavalleria che avevano tentato questa mattina di organizzare una rivolta contro il nuovo regime di Nassen, erano stati messi agli arresti.
Il Primo ministro egiziano, col. Nasser, ha dichiarato che le elezioni verranno tenute in Egitto nel giugno e luglio prossimi, e l’assemblea costituente si riunirà il 23 luglio. Il Primo ministro ha assunto ieri la carica di governatore militare dell’Egitto, in sostituzione del Presidente Neguib. Al governatore militare competono speciali poteri a norma della legge marziale proclamata fin dal 26 gennaio 1952, giorno dei gravi disordini del Cairo. In un messaggio indirizzato al popolo egiziano e trasmesso da Radio-Cairo il Presidente della Repubblica gen. Neguib dichiara tra l’altro: «Il mio più caro desiderio verrà finalmente appagato con il ristabilimento di una democrazia parlamentare in Egitto. La partecipazione del popolo al Governo costituirà la garanzia che il popolo stesso cercava contro l’autocrazia e la dittatura, le quali, ve lo prometto, verranno bandite per sempre. Mi rendo garante della vostra libertà e dei vostri sacri diritti». La Giunta militare ha fatto confermare, attraverso un portavoce ufficiale, che Neguib « non ha più alcun diritto di parlare a nome del Governo ». Portavoce delle decisioni è stato il ministro dell’Orientamento nazionale, Salah Salem. Egli ha annunciato che la Giunta, o « consiglio rivoluzionario », manterrà il potere sovrano in Egitto fin quando sarà istituita la Costituente promessa da Neguib al ritorno al potere. L’attuale Gabinetto militare sarà invece sostituito da un Gabinetto civile, responsabile di fronte all’assemblea. Viene annunciato infine che 41 persone sono state arrestate nel corso di operazioni condotte contemporaneamente al Cairo, a Tanta e a Kair el Zayyat contro « la più grande organizzazione comunista esistente in Egitto». Fra gli arrestati vi sarebbero personalità che occupavano importanti cariche diplomatiche. È stato sequestrato materiale tipografico oltre a ingentissime quantità di materiale di propaganda comunista.
Il generale Mohamed Neguib ha riassunto tutti i poteri in Egitto: infatti egli è ora non soltanto Presidente della Repubblica, ma anche Presidente del Consiglio dei ministri e presidente del Consiglio della Rivoluzione. Questo nuovo colpo di scena negli sviluppi della rivoluzione egiziana, già tanto ricca di avvenimenti sensazionali nella sua ancor brevissima vita, è avvenuto questa sera a tarda ora dopo una serie di febbrili consultazioni e discussioni tra i massimi esponenti del Governo e dell’oligarchia militare rivoluzionaria. Una riunione congiunta del Consiglio dei ministri e del Consiglio della Rivoluzione, iniziatasi a tarda sera e durata quattro ore, ha portato alla decisione — del tutto impreveduta — di riunire nuovamente tutto il potere nelle mani del generale Neguib. Il colonnello Abdel Nasser, il quale aveva assunto la carica di Primo ministro e di presidente del Consiglio della Rivoluzione dopo il clamoroso rovesciamento di Neguib avvenuto il 25 febbraio scorso, rientra ora nei ranghi con l’incarico di vice-Primo ministro. Il rimpasto ministeriale compiuto dopo il ritorno di Neguib alla carica formale di Presidente della Repubblica viene completamente annullato. Abdel Gelil El Emery che, la settimana scorsa, era stato nominato vice-Primo ministro in carica per gli Affari finanziari ritorna a essere ministro delle Finanze. Aly El Geritly, che era stato nominato ministro delle Finanze, diviene ministro di Stato. Il ministro Salem ha comunicato che tutte le decisioni prese per l’elezione di una Assemblea costituente entro il mese di luglio e per abolire la legge marziale e la censura rimarranno in vigore. Il dissidio fondamentale tra Neguib e Nasser verteva sulla definizione dei poteri di Neguib come Presidente della Repubblica e di Nasser come Presidente del Consiglio dei ministri e presidente del Consiglio della Rivoluzione: dissidio che si esprimeva nelle dichiarazioni di Neguib sulla necessità di dare ai più presto all’Egitto una Costituzione schiettamente democratica e nelle controdichiarazioni di Nasser il quale affermava che Neguib non aveva « alcun effettivo potere di Governo » e non aveva nemmeno la veste per « parlare a nome e per conto del Governo ».
IL CAIRO - Il presidente egiziano Neguib aveva accompagnato all’aeroporto re Ibn Saud d’Arabia, che era venuto in Egitto per mediare tra lo stesso Neguib e Nasser (missione fallita), quando è svenuto a causa di una crisi cardiaca. Quelli che erano al suo seguito, il colonnello Nasser in testa, lo hanno trasportato a braccia nella sede del Comando militare dell’aeroporto. Qui è rimasto senza riprendere conoscenza per molto tempo. Atte 11,45 si sono avute le prime notizie rassicuranti: «Il presidente Neguib è debole ma non c’è da allarmarsi. I medici gli hanno fatto mangiare qualcosa. È stato lo strascico di giornate troppo intense». Poco dopo mezzogiorno Neguib ha ottenuto dai medici di poter rientrare nella sua abitazione. Si dice che a casa Neguib abbia avuto un secondo breve svenimento. Il malore del Presidente viene attribuito ufficialmente alla fatica cui egli si è sottoposto nei giorni scorsi: riunioni, continue prese di contatto con esponenti militari e con re Ibn Saud. rapidi spostamenti in auto dal Cairo ad Alessandria al seguito del sovrano saudita e levatacce di prima mattina quasi sempre senza fare colazione. A tanto disagio si è accompagnata una forte tensione nervosa a causa dette dimostrazioni che da qualche giorno vanno incalzando il Cairo. Le dimostrazioni non accennano a placarsi, mobilitando rinforzi di truppa in tutte le piazze della capitale ad ogni ora del giorno e della sera ed esasperando il senso di disagio che ha colpito il Cairo a seguito degli scioperi che dilagano da sabato pomeriggio. Sono scioperi a favore della corrente di Nasser, scatenatisi all’indomani della decisione del Consiglio della Rivoluzione che annunciava per il 24 luglio la fine del regime di emergenza, e tuttora in pieno sviluppo nonostante la marcia indietro fatta ieri sera da Neguib accettando in via di massima di revocare tale decisione. Insistendo in questo movimento di protesta contro la fine del regime di emergenza e in avversione alla rinascita dei partiti politici, quasi tutti i Sindacati hanno aderito agli scioperi.
IL CAIRO - Il generale Neguib ha rassegnato le dimissioni da Primo ministro dell’Egitto e ha trasferito i poteri di Capo del Governo al vice-Primo ministro Gamal Abdel Nasser. Egli conserva la carica di Presidente della Repubblica. La notizia è stata data stanotte alla stampa dal ministro per l’Orientamento nazionale, magg. Salah Salem, al termine di una seduta del Consiglio rivoluzionarlo. Nasser ha dichiarato a sua volta ai giornalisti che la decisione di Neguib di dimettersi dall’incarico di Primo ministro era stata presa in completa libertà. Egli ha soggiunto che Neguib, dopo il malore occorsogli il 29 marzo, aveva espresso il desiderio di poter dedicare tutto il suo tempo al posto di Presidente. Il nuovo Primo ministro ha detto di aver conferito stamane con il generale in merito al rimaneggiamento ministeriale e che Neguib avrebbe voluto partecipare a una riunione del Consiglio rivoluzionarlo alle 17 ma che venne impedito da un improvviso esaurimento. Dopo che il Consiglio ebbe deciso di affidare a Nasser l’incarico di Primo ministro, una delegazione di tre membri si è recata a casa del gen. Neguib e questi ha poi diramato un decreto, nella sua qualità di Presidente, che invita Nasser a costituire un nuovo Gabinetto. Il nuovo Gabinetto è uguale al precedente salvo l’inclusione di due nuovi ministri militari.
Nasser ha destituito Neguib dalla carica di presidente della Repubblica. L’accusa è di connivenza con la Fratellanza musulmana che aveva progettato di assassinare Nasser confermata da Ibrahim El Tayeb, capo dei gruppi terroristici istituiti dalla « Fratellanza » al Cairo. Tayeb, che è stato arrestato alcuni giorni fa, è considerato uno degli elementi chiave dell’asserito piano ai danni del Governo. Egli, infatti, avrebbe seguito da vicino i presunti contatti fra Neguib e la « suprema guida » della « Fratellanza », Hasan El Hodeiby. Di Mohammed Neguib si dice soltanto che, da ieri, egli risiede con la famiglia nella lussuosa villa di El Marg, alla periferia del Cairo, che apparteneva fino a qualche tempo fa a Mustafa El Nahas, il capo del disciolto partito wafdista. I due giovanissimi figli del generale lo attendevano già da un paio d’ore, quando Neguib vi fu condotto nel pomeriggio di ieri. La moglie lo raggiunse subito dopo. Circola inoltre la voce che il Governo di Nasser avrebbe assicurato al re dell’Arabia San dita e al Presidente della Repubblica siriana che nessun male verrà fatto a Neguib.
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