Per alcune ore Mohamed Reza Pahlevi, imperatore dell’Iran, è stato ieri, in incognito, ospite di Milano. Lo scià, proveniente da Firenze, è giunto in volo alle 10.30 all’aeroporto Forlanini a bordo di un trimotore S.M. 75, decollato da Firenze e pilotato dal comandante Baracchini. Vestiva in borghese ed era accompagnato dal suo aiutante di campo, un maggiore dell’Esercito persiano, e dal suo cameriere privato. Si trovavano a riceverlo il Prefetto, il gen. Drago comandante la Zona aerea territoriale e l’assessore avv. Cornaggia Medici per il Sindaco, ai quali l’ospite ha espresso la sua soddisfazione di poter compiere una sosta, sia pur breve, a Milano, città che aveva ammirato dall’alto, poiché l’apparecchio, prima di scendere, si era attardato in ripetuti giri. Salutato da un picchetto d’onore della polizia militare aeronautica il sovrano si è subito posto al volante di un’automobile privata che lo attendeva e, attraversato Milano, è giunto in via Marco Ulpio Traiano, dove ha visitato lo stabilimento dell’Alfa Romeo, interessandosi vivamente alle costruzioni automobilistiche ed aeronautiche e confermando la sua nota competenza tecnica. Congedatosi dai dirigenti che lo avevano guidato nella visita si è diretto all’abitazione di un suo amico personale, l’ing. Vittorio De Nora, e con lui e con la sua signora ha poi fatto colazione in un ristorante di porta Vittoria, dove ha dimostrato di apprezzare assai la cucina lombarda. Alle 15 Mohamed Reza Pahlevi, passato dovunque senza essere riconosciuto, ha raggiunto nuovamente l’aeroporto ed è ripartito per Venezia
Ritrovata in piazza Durante a Milano una valigetta che contiene la documentazione dei “Reparti comunisti d’attacco” (fondamentali per la scoperta dei covi di Magreglio e Ugiasca) e un elenco di 46 nomi di magistrati, avvocati e giornalisti. Tra questi anche quello di Walter Tobagi.
La segreteria alla Federazione di Milano del Pci: «Il compagno Elio Grisenti, che per tanti anni è stato correttore di bozze a l’Unità di Torino e Milano, e che dal 1964 al 1979 ha lavorato all’estero per incarico del nostro Partito, rientra definitivamente in Italia alla fine di aprile. Dal primo maggio assumerà nuovamente il suo antico incarico di correttore di bozze»
Quando lo show-man ha finito il suo sketch - il consueto cocktail di battute «ardite» e di qualunquismo nella miglior tradizione dell’avanspettacolo — lascia il suo posto sul piccolo palcoscenico a Katia, una signora marocchina tutta in lamé e boa di struzzo, a parte un «triangolo». La signora compie i contorcimenti di prammatica e poi, via il boa, via la cappa, via l’argenteo reggiseno, via tutto.Katia, il cui cupo esotismo berbero è conculcato da una parrucca blonda, dona al pubblico raggruppato ai suoi piedi quel che di solito viene definito come «sequela di provocanti movenze» e poi si sdraia, assumendo posizioni che soddisfarebbero anche il più scrupoloso ginecologo. Finalmente lascia il posto a miss Urania, una splendida bruna che pochi minuti prima ha rivelato embrionali ma pregevoli capacità di recitazione in uno sketch che fa la parodia del bollettino meteorologico con la diabolica trovata di sostituire la parola «masturbazione» a «perturbazione». Cala la tela, passerella con Katia, miss Urania, la francese Ronny, l’italiana Jenny e l’inglese Louella che sfilano per i pochi metri del corridoio. S’accendono le luci.È forse uno degli ultimi spettacoli di questo locale di striptease a sud del Duomo di cui è stata annunciata la vendita su un quotidiano. Sono 250 metri quadri a un prezzo accessibile in uno dei più belli e antichi palazzi patrizi milanesi: ingresso, piccolo bar, platea con 90-100 poltrone, palcoscenico, cabina delle luci, camerini, servizi e un piccolo ufficio. I proprietari vogliono vendere per motivi all’apparenza contrastanti: la difficoltà di trovare spogliarelliste straniere a causa della scarsa attrazione che su esse esercita la nostra moneta e problemi d’ordine morale e tecnico, perché ormai le esigenze del pubblico — non più pago delle solitarie esibizioni di bellezze femminili per quanto perfette esse siano — mirano a rapporti sessuali d’ogni genere mimati o perfezionati sul palcoscenico.Chi sarà l’acquirente e quale destinazione vorrà dare al locale? Si parla di una impresa commerciale, di un gruppo d’artisti non meglio identificati della solita società immobiliare. Vincerà la Milano-bynight o la Milano degli affari? (Gianfranco Simone sul Corriere della Sera)
Dopo un lavoro paziente, fatto di pedinamenti e intercettazioni telefoniche, la polizia scopre a Milano, in via Castelfidardo, una base terroristica. Qui arrestano sei persone. E trovano un piccolo arsenale. Tra le armi rinvenute, un fucile automatico d’assalto di fabbricazione sovietica, poi una pistola Beretta, due altre rivoltelle e infine una Smith & Wesson 357 magnum con proiettili corazzati. È l’arma che ha ucciso prima l’orefice Torregiani e poi l’agente Campagna?
Milano, Luigi Mascagni, 24 anni, studente universitario, ex esponente di Lotta Continua, è ucciso a colpi di pistola alla schiena. Il cadavere è trovato nel Parco Lambro. Molti anni dopo su questo omicidio ci sono state dichiarazioni di colpevolezza di alcuni fascisti.
Beppe Modenese fa nascere il Centro Sfilate, dove possono mostrare le loro creazioni, oltre al consolidato Missoni, Krizia, Walter Albini, Cadette con Franco Moschino, Giorgio Armani e Gianni Versace
Al ristorante “Le streghe” di via Moncucco a Milano, una piccola trattoria a conduzione familiare, sei persone discutono tra amari e caffè al termine di una lunga cena. I gestori attendono annoiati che i clienti se ne vadano. Forse a quel tavolo sta nascendo o si sta ricomponendo l’ennesima banda, pronta a competere con tutte le altre per il controllo della città. Oppure, l’unico vero criminale presente nel locale è il gestore stesso, Antonio Prudente, legato come alcuni avventori a “faccia d’angelo” Francis Turatello, re della ligera e del gioco d’azzardo. Entrano in due. Ordinano per quattro. Forse attendono complici. A un certo momento, perché hanno ricevuto un segnale, perché sono stati riconosciuti o forse solo perché si sta facendo tardi, estraggono le pistole e senza una parola ammazzano uno dopo l’altro tutti i presenti. Compresa la cuoca. Compreso il proprietario e la giovane compagna. Compresi tutti i clienti. 8 morti.
Alcuni terroristi armati e mascherati fanno irruzione in uno studio tecnico edilizio a Rona, immobilizzano gli impiegati e sparano al titolare Settimio Imperi ferendolo alle gambe. Rivendica l’organizzazione Movimento Comunista Rivoluzionario • Alcuni terroristi si introducono nel Policlinico di Milano e in un ufficio bloccano e immobilizzano due infermieri, Ferdinando Malaterra e Lino Manfredini. Gli sparano ferendoli alle gambe. Rivendicano le Br.
Giovanni Paolo II nomina Carlo Maria Martini arcivescovo di Milano.
«Che cosa offre Milano a quanti — e sono la maggioranza—non hanno approfittato del ponte per concedersi una breve vacanza? Non è un luogo comune dire che ci sono proposte per tutti i gusti e per tutte le tasche. Un elegante ristorante di corso Italia ha organizzato un cenone con un menù particolarmente raffinato che va dal paté all’aragosta, dalle “specialità in crosta” allo champagne. Nel locale, una cinquantina di coperti, si può ballare. Prezzo fisso: ottantamila lire (ed è già quasi tutto esaurito). Ma c’è anche una pizzeria in viale Crispi, a Porta Volta, che resterà aperta tutta la notte con i prezzi praticati le altre sere: quattromila lire per una pizza e una birra, dieci-quindicimila lire per un pasto completo, dall’antipasto al dolceIl prezzo del classico cenone varia ovviamente da locale a locale ed è difficile stabilire una media. Si può fare però qualche esempio. Un ristorante di via Alzaia Naviglio Grande propone un cenone a prezzo fisso per ventlclnquemila lire compresi musica e ballo, esclusi lo spumante (seimila lire) o lo champagne venticinquemila). In un ristorante caratteristico di via Vittor Pisani il prezzo fisso è di ventimila lire, mentre in un ristorante giapponese di via Fabio Filzi si può scegliere fra sei diversi menù completi tutti a venticinquemila lire (esclusi il servizio, pari al tredici per cento e le bevande)» (dal Corriere della Sera).
«Il 1979 può senz’altro essere considerato un anno importante per il sindacato e, soprattutto, per il sindacato dl Milano. Lungo l’arco degli ultimi dodici mesi sono stati infatti rinnovati i contratti nazionali di lavoro delle più importanti categorie dell’industria e dei servizi. Metalmeccanici, chimici, edili, tessili, poligrafici e dipendenti del settore commerciale sono stati impegnati per diversi mesi in vertenze difficili che solo dopo molte ore di sciopero sono riuscite ad andare in porto. Per tutte queste categorie i contratti hanno rappresentato mediamente un aumento delle buste paga di 3.540 lire al mese. Accanto all’industria e al commercio è sceso in campo il pubblico impiego che finalmente ha raggiunto l’obiettivo della trimestralizzazione della scala mobile e del rinnovo di alcuni accordi scaduti ormai da anni (enti locali, ospedalieri, eccetera). Nel complesso, durante l’intero arco dell’anno, sono stati interessati dai rinnovi contrattuali nazionali oltre un milione di lavoratori milanesi».
Il Papa consacra in San Pietro Carlo Maria Martini arcivescovo di Milano.
Carlo Maria Martini fa il suo ingresso, a piedi, nella diocesi ambrosiana, dicendo "Vengo da lontano, come Paolo, con titubanza". Succede al cardinale Giovanni Colombo. Più tardi, ricordando quel momento, scrisse: «Mi riconoscevo nella confessione di Pietro: "Signore, allontanati da me che sono un peccatore" (Lc 5,8); sperimentavo infatti un senso di indegnità e di confusione, percepivo tutta la mia fragilità e inadeguatezza, ma insieme nutrivo la fiducia che Dio non avrebbe abbandonato il suo discepolo. Avvertivo mie le parole di Isaia - ascoltate nella prima lettura di quella stessa Messa -: "Ohimè! Io sono perduto, perché un uomo dalle labbra impure io sono!" (Is 6,5), parole così vicine alla dichiarazione di Pietro. Percepivo tuttavia nella profondità del mio cuore che Gesù stava dicendo proprio a me, in modo nuovo, le parole rivolte a Pietro: "Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini" (Lc 5,10). A distanza di oltre vent’anni avverto il bisogno profondo di ringraziare Dio perché la promessa è stata mantenuta al di là di ogni mia attesa».
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