• In Messina il gen. Chiabrera passa in rivista la guardia nazionale e le truppe (toscane) di presidio, vivamente acclamato (Comandini)
• Un vapore delle Messaggerie francesi rifornisce di danaro e di viveri il presidio borbonico della cittadella di Messina. (Comandini)
• Il governo luogotenenziale di Sicilia concede pensione di una lira al giorno a Rosa Donato (che gli storici, compreso La Farina, hanno dato per morta sugli spalti di Messina nel ‘48) e che in quell’anno combattè sempre dal 27 gennaio al 7 settembre contro i borbonici, e, morti tutti i cannonieri che lo servivano, resse un cannone fino all’ultimo contro la mitraglia del Nunziante. Vive poverissima e sulle grucce da dodici anni (Comandini)
• A Messina arrivata nella notte sopra oggi la notizia della resa di Gaeta i cittadini sorgono a fare festosa dimostrazione. Il gen. Chiabrera rivolge loro patriottiche parole; e contemporaneamente manda per mezzo del maggiore Verani formale intimazione di resa ai maresciallo borbonico Fergola, comandante la cittadella, il quale verbalmente risponde che Messina non è legata a Gaeta e che per ciò resisterà fino all’ultima estremità (Comandini)
• La prima divisione della flotta dell’ammir. Persano arriva davanti a Messina (Comandini)
• Il generale Fergola risponde a Messina al gen. Chiabrera che da militare d’onore starà in armi nella cittadella con tutta la guarnigione borbonica che da lui dipende, sino a che non saranno esauriti, i mezzi di una valida ed onorata difesa (Comandini)
• Tre colonnelli borbonici, un maggiore e due capitani hanno disertato dalla cittadella, accolti dalla cittadinanza di Messina con festosa dimostrazione alle grida di: «Viva Vittorio Emanuele !.. Viva l’Italia! (Comandini)
• A sera a Messina, conosciuti i propositi di resistenza del generale Fergola,viene improvvisata generale dimostrazione patriottica con luminaria (Comandini)
• Arriva a Messina il gen. Cialdini col suo stato maggiore (Comandini)
• Il vapore Vittorio Emanuele nelle acque di Messina, anziché dirigersi al porto, entra direttamente sotto le batterie del forte San Salvatore e della cittadella e sbarca artiglierie. Il gen. Fergola invia immediata protesta per questa pretesa violazione dell’armistizio e dichiara che farà tirare contro le opere militari ed anche contro Messina; e manda il colonnello De Martino ad intimare ai legni stranieri di sgombrare il porto, e ne manda notificazione ai consoli. In tutta la città grande animazione in attesa che i borbonici dalla cittadella tirino sulla città. La sera il gen. Cialdini interviene al veglione del Vittorio Emanuele acclamatissimo, essendo conosciuta fierissima risposta di lui al maresciallo Fergola minacciante il finimondo alla città (Comandini)
• Nelle acque di Messina arrivano nella mattinata le navi della squadra di Persano Re Galantuomo, Costituzione, Authion e il piroscafo Rosalino Pilo. Più tardi arriva la squadra inglese dell’ammiraglio Mundy, che rende gli onori alla bandiera italiana. Mundy va a visitare Persano, che riaccompagnalo sull’Hannibal. Poi arriva da Malta il vascello inglese Vittorio Emanuele, ancorandosi nel porto con gli altri, cuoprendo, coi propri fianchi la città (Comandini)
• Sotto la cittadella di Messina un brigantino incagliasi: i cannoni borbonici della cittadella colpisconlo ripetutamente facendolo affondare (Comandini)
• Le navi inglesi ritiransi dal porto di Messina (Comandini)
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