«Il Messico fino ad alcuni anni fa era all’avanguardia ed i suoi romanzi della rivoluzione (ricordo fra i migliori quelli di Martin Luis Guzmán, L’aquila e il serpente, e di Maurizio Magdaleno, Il deserto di calce, tradotti anche in italiano) hanno la stessa importanza di testi di storia; si potrebbe dire se mai che la fantasia o la grazia dell’autore ha piuttosto addolcito che inasprito certe crudezze della realtà. Recentemente ne sono apparsi due anche nel Guatemala, uno dei Paesi dell’America centrale che nel passato ha più sofferto dalle dittature (quasi altrettanto che dai terremoti mi diceva un amico): Ecce Pericles di Rafael Arévalo Martinez e El Señor Presidente di Miguel Angel Asturias, entrambi già tradotti in varie lingue europee. L’apparizione dei romanzi sulle dittature è il primo segno dello scampato pericolo, la sirena del cessato allarme; non solo, ma gli stessi libri, in verità poco edificanti, che prima avrebbero procurato ai loro autori arresto e galera, vengono diffusi con lo stesso spirito propagandistico con cui gli’ enti turistici diffondono opuscoli sulle bellezze panoramiche del loro Paese.»
In Russia lo scrittore Viktor Erofeev, colpevole di aver editato l’almanacco letterario Metropol, è espulso dall’Unione degli scrittori.
Simenon scrive a Gide: «Nel centinaio di romanzi che ho scritto sino al 1946 e che voi avete letto, credo di non aver mai parlato dell’amore se non come di un incidente, oppure di una malattia, quasi di una malattia vergognosa; in ogni caso, qualcosa che non poteva che indebolire l’uomo, togliendogli il dominio di se stesso. E questo è ciò che sentivo» (Lettera a André Gide, 18 gennaio 1948).

Georges Simenon e André Gide
Muore a Lakeland in Florida, Hadley Richardson, prima moglie di Ernest Hemingway. Aveva 87 anni.

Bruce Chatwin è a Albany, Londra. Spedisce a Clarence Brown una cartolina dei Wrapped Walk Ways di Christo, 1977-78, Loose Park, Kansas City, Missouri (4,4 chilometri di sentieri coperti da 12.540 metri quadri di stoffa). Scrive: «Non saprei spiegare perché, fra tutte le cartoline, lei debba ricevere proprio questa. È l’unica che ho trovato in giro. Saluti, Bruce Chatwin».

I sentieri che Christo ricoprì di stoffa nel Loose Park di Kansas City

Marcel Jouhandeau con la moglie Elise
Lo scrittore Lucio Mastronardi, 49 anni, è scomparso da martedì mattina. E’ uscito dall’abitazione di via Naviglio Sforzesco 24, vicino a piazza Ducale, nel cuore della vecchia Vigevano, verso le 7.50 per recarsi in ospedale e poi ha fatto perdere le proprie tracce. La moglie Lucia Lovati, 38 anni, insegnante elementare, dopo una giornata di vane ricerche presso parenti e conoscenti, ieri mattina si è recata in commissariato e ha denunciato la scomparsa del marito al vice questore, dottor Pedone. La donna appare gravemente preoccupata per il marito, che negli ultimi tempi era molto depresso. Recentemente Lucio Mastronardi era stato ricoverato per circa un mese al Policlinico di Pavia per una grave malattia. Le prime indagini svolte dalla polizia hanno permesso di accertare che Mastronardi lunedì mattina si è recato in ospedale a Vigevano, dove è stato notato da alcuni infermieri, senza tuttavia sottoporsi a prelievi di sangue per alcune analisi cosi come aveva detto alla moglie prima di uscire di casa. Secondo le testimonianze raccolte dagli inquirenti lo scrittore è stato visto per l’ultima volta alla stazione ferroviaria della città lomellina. Erano circa le nove e trenta. Non è stato possibile stabilire se Mastronardi è salito sul treno. La cosa, comunque, appare probabile. Per questo gli agenti del commissariato di Vigevano hanno esteso le ricerche in tutta la Lombardia. Al momento della scomparsa lo scrittore indossava pantaloni di velluto blu, una giacca di lana con risvolti in renna e camicia di colore beige. In tasca, secondo quanto ha dichiarato la moglie agli inquirenti, Mastronardi aveva pochi soldi; non più di ventimila lire. La moglie Lucia Lovati per tutta la giornata di ieri è rimasta in fiduciosa attesa assieme alla figlioletta Maria di cinque anni nella casa di via Naviglio Sforzesco. Al vice questore, dottor Pedone la donna ha detto: “E’ la prima volta che mio marito manca da casa per tutta la notte. Altre volte, invece, era rientrato con un certo ritardo, anche di due o tre ore. Non vorrei che avesse commesso qualche sciocchezza». Già nel novembre 1974 Mastronardi aveva tentati di uccidersi gettandosi dal balcone di casa, al quinto piano (Giuseppe Gallizzi sul Corriere della Sera del 26 aprile)
VIGEVANO (Pavia) — Man mano che passano le ore, diminuiscono le speranze di rintracciare ancora vivo lo scrittore Lucio Mastronardi, 48 anni, l’autore di «Il maestro di Vigevano». Per tutta la giornata di ieri, i vigili del fuoco hanno scandagliato le acque del Ticino, dopo che nella prima mattinata è giunta in commissariato la segnalazione di un ragioniere vigevanese. Secondo quanto questi ha riferito al dottor Pedone, vicequestore dirigente del locale commissariato, Lucio Mastronardi la mattina di martedì alle 9.20 si trovava sul ponte del Ticino ai confini tra Vigevano e Abbiategrasso; Mastronardi era uscito di casa verso le otto dicendo alla moglie che si sarebbe recato in ospedale per alcune analisi. In nosocomio però l’uomo si è fatto soltanto vedere per qualche minuto, ma non è stato sottoposto ad alcuna visita. «Pioveva a dirotto — ha detto il ragioniere — e Mastronardi era a piedi, bagnato fradicio. Si stava dirigendo verso Abbiategrasso. Io rientravo da Milano e non ho dato molta importanza al fatto, anche perché lo conosco bene. Poi, quando attraverso la radio e i giornali ho saputo della sua scomparsa, mi sono preoccupato di segnalare l’episodio». La moglie dello scrittore, Lucia Lovati di 38 anni, vive momenti di drammatica attesa nella sua casa in via Naviglio Sforzesco 24, la stessa da dove — nel novembre di cinque anni fa — Mastronardi in un momento di sconforto si buttò dal quinto piano. La caduta venne attutita dal baule di una autovettura sul quale lo scrittore precipitò rimanendo solo ferito. Mastronardi guari dopo due mesi di degenza in ospedale. La signora Lovati continua a tenere contatti telefonici con la polizia. La donna ha lanciato anche un appello attraverso le radio locali. C’è chi dice di avere visto Mastronardi alla stazione ferroviaria, chi in corso Milano, chi sulla provinciale per Pavia. Tutte le segnalazioni vengono vagliate con particolare attenzione, ma la scomparsa di Mastronardi rimane — a tre giorni di distanza — un vero e proprio mistero. Le ricerche, sospese ieri all’imbrunire, saranno riprese questa mattina sempre nel fiume Ticino, in direzione di Pavia. Sono ricerche difficili e laboriose — sottolineano gli inquirenti — perché il fiume ha un’estensione vastissima ed è costellato di insenature e fosse. (dal Corriere della Sera del 27 aprile)
VIGEVANO - «Cara Lucia, non ce la faccio più. Grazie per avermi voluto bene e assistito. Grazie per la Maria. Perdonami, tuo Lucio». Poche brevi righe drammatiche, scritte con grafia incerta sul foglio a quadretti di un blocknotes. Forse rappresentano l’ultimo scritto di Lucio Mastronardi, 48 anni, l’autore del romanzo «Il maestro di Vigevano». Lo scrittore è scomparso da martedì mattina dopo avere detto alla moglie Lucia Lovati, 38 anni, che sarebbe andato in ospedale per analisi del sangue. La lettera d’addio trovata dalla moglie soltanto ieri mattina in uno dei cassetti della scrivania ha reso più improbabili anche le ultime residue speranze di trovare ancora vivo lo scrittore. Ora le ricerche nel Ticino sono state intensificate. I vigili del fuoco hanno continuato a scandagliare il corso d’acqua fino a Pavia. Da oggi le battute per cercare di recuperare il corpo verranno circoscritte a 300-400 metri di distanza a valle del ponte ferroviario, da dove si presume che Lucio Mastronardi abbia messo in atto il disperato proposito. Prima di fare intervenire i sommozzatori del gruppo di Genova, si cercherà anche di scandagliare le decine e decine di insenature e fosse che costellano la vallata del fiume. Verranno ispezionati anche i numerosi capanni che sorgono ai margini del Ticino. Lo scrittore — dicono amici e conoscenti — conosceva queste zone alla perfezione per averle ampiamente descritte nei suoi romanzi e racconti. «Un maestro — dicono a Vigevano — aveva un amore per il fiume. A volte vi passava intere giornate in solitudine con i suoi problemi, le ansie, le insoddisfazioni di una vita sempre movimentata e introversa». Forse pensando alla sua malattia Lucio Mastronardi ha scritto l’ultimo messaggio alla moglie e alla figlioletta e ha deciso di farla finita. Quando martedì mattina verso le 7,50 è uscito dalla sua abitazione di via Naviglio Sforzesco 24, aveva già fissato il suo appuntamento con la morte e le è andato incontro sotto l’acqua scrosciante, rivivendo scene descritte nel suoi libri. In via Milano, dal solito giornalaio ha comprato un quotidiano del mattino e si è incamminato verso il passaggio a livello, in direzione del ponte sul Ticino dove si perdono definitivamente le sue tracce. (Giuseppe Gallizzi sul Corriere della Sera del 28 aprile)
VIGEVANO — L’ha trovato un pescatore, là, immerso nel suo Ticino che tante volte aveva descritto nei suoi romanzi. Il suo corpo è «stato conservato perfettamente dall’acqua gelida. I sommozzatori dei vigili del fuoco di Milano hanno impiegato più di tre ore per issarlo a bordo della barca e strapparlo al ramo dove era impigliato. Lo scrittore Lucio Mastronardi non aveva dato più notizie di sé da martedì scorso. L’ultima volta era stato visto da un amico sul ponte che attraversa il fiume alla periferia di Vigevano. Pioveva a dirotto e l’amico, che si trovava imbottigliato in una colonna di auto, non ha fatto in tempo a chiamare lo scrittore. Ieri mattina verso le 10 un pescatore, Claudio Cesani, mentre si trovava a bordo della sua barca a motore, ha intravisto, a circa mezzo metro di profondità e a quattro metri dalla riva, un corpo sospeso nell’acqua del Ticino. Immediatamente è tornato a riva ed ha dato l’allarne. Da qualche giorno tutte le barche in navigazione sul Ticino erano condotte da uomini con gli occhi puntati nell’acqua o intenti a scrutare le rive. Polizia e carabinieri sono giunti in riva al Ticino alle 11. I sommozzatori invece, che stavano perlustrando il fiume qualche chilometro più a nord, sono giunti nei pressi della località «Pubiè» (cioè Pioppeto) dove era stata segnalata la presenza del corpo nell’acqua, un po’ più tardi. Quella che sembrava una facile operazione si è dimostrata estremamente difficoltosa. Gli indumenti dello scrittore si erano impigliati ad un ramo in un punto del fiume dove la corrente è estremamente violenta. I due sommozzatori dei pompieri di Milano, Nicola Galizia e Gino Villa, hanno dovuto lavorare oltre tre ore per imbrigliare il cadavere con una corda che impedisse al fiume, una volta liberato il corpo, di portarselo via. Su una barca ad osservare e guidare le operazioni c’erano anche il commissario di Vigevano, Giorgio Pedone, e il procuratore della Repubblica, Antonio La Penna. Infine il corpo di Mastronardi è stato issato a bordo. Vigevano detiene un triste primato, quello dei suicidi. «Ma questa volta — dicono in un ristorante — non è la solita roba. Questa volta si è trattato di un artista, del nostro artista». Massimo Alberizzi sul Corriere della Sera del 29 aprile)

Lucio Mastronardi e il Ticino
A Castelporziano, spiaggia di Roma, si apre il Festival di poesia, che si concluderà il 1° luglio.
Esce Un uomo di Oriana Fallaci, romanzo ispirato ad Alexandros Panagulis. La dedica del libro: «Ghia sena. Per te». È il titolo di una poesia che Panagulis aveva scritto per lei.
Salinger scrive a Michael Mitchell: «Ho dovuto avere a che fare con due universitari del cavolo che mi hanno fotografato per il loro giornaletto davanti all´ufficio postale: andassero tutti al diavolo». Dopo aver parlato di una vecchia signora e di una coppia di Biarritz, Salinger racconta dei suoi figli, Matthew è al secondo anno di università, Peggy è sposata e vive a Boston. Che disastro invece l´ultimo viaggio a New York. Mangia cibo indiano e cinese, va a vedere il musical Ain´t Misbehavin´, che però detesta. «Troppo leccato, teatrale: tremendo». L´unica cosa che lo diverte è una corsa in metro, «attraversando la città in una notte calda d´estate.
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