Epurazioni senza spargimenti di sangue alla corte persiana, simili a quelli in atto al Cairo dove re Faruk ha preso la via dell’esilio verso Capri dopo aver stretto la mano all’uomo che lo ha spodestato, il generale Neguib. Allo stesso modo, Mossadeq ha preteso che la regina madre Taj al-Moluk e la sorella gemella dello Scià, principessa Ashraf, si imbarcassero per gli Stati Uniti. Dovrà andarsene anche il fratello dello Scià, principe Alì Reza, ed è già partito per gli Stati Uniti il capo di stato maggiore, generale Yazdanpanaz. Il Parlamento è totalmente schierato con Mossadeq. Mossadeq è anche protetto da Seyed Abolghassem Kashani, capo della setta dei Devoti di Allah, il gruppo responsabile dell’assassinio di Ali Razmara. «Kashani è « l’eminenza nera » della Persia e Mossadeq è il suo protetto, il beniamino, ma soprattutto lo strumento politico del momento. Il capo dei « devoti di Allah » fu durante l’ultima guerra favorevole ai Tedeschi e per queste sue simpatie gli Inglesi lo arrestarono nel 1944. A quel tempo Kashani non aveva la potenza che esercita oggi e il suo imprigionamento non fu seguito da alcuna rivolta popolare come ci si aspettava. Ma dopo la guerra, quando riacquistò la libertà, egli cominciò a battersi per la sua rivincita contro gli Inglesi e divenne l’anima della battaglia di Abadan. Quando il ministro laborista Stokes si recò a Teheran per discutere la questione dei petroli, Kashani gli dichiarò: « Dite al vostro Governo che se il Primo ministro Mossadeq dovesse deviare anche di un pollice soltanto nella legge per la nazionalizzazione delle industrie e delle risorse petrolifere dell’ Iran, il popolo persiano lo spedirebbe senza complimenti dove è stato spedito il generale Razmara ». Quale capo dei « devoti di Allah » e di tutti i musulmani della Persia, Kashani esercita un potere illimitato sia sull’intero Paese sia su Mossadeq e sugli uomini politici. Tuttavia e malgrado la sua potenza egli potrebbe cadere vittima del partito comunista che sembra essersi infiltrato largamente anche nei ranghi della sua setta di terroristi.
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