• Muore in Trieste il direttore proprietario della austriacante Sferza, Luigi Mazzodi (Comandini)
• In Napoli è invaso da gente armata l’ufficio del giornale reazionario la Croce Rossa e la redazione è messa in fuga (Comandini)
• In Napoli gruppo di liberali invade verso sera gli uffici del borbonico Equatore e gli fa sospendere le pubblicazioni (Comandini)
• Sotto questa data è diramata in Roma circolare per la pubblicazione il lunedì di un nuovo giornale Italia e Roma di propaganda unitaria costituzionale (Comandini)
• A Modena arrestato il redattore dell’Avvenire per fabbricazione e possesso di documenti bancari (cambiali e cedole del Comitato garibaldino di provvedimento) falsificati per 500 mila ad 800 mila lire, in complicità di altra persona di Modena (Comandini)
A Firenze, per volontà dell’editore Treves, esce il primo numero de “La Nuova Antologia”, direttore Terenzio Mamiani. Tra i contributi, quello della principessa Cristina di Belgioioso, con un saggio sulla condizione femminile intitolato Della presente condizione delle donne e del loro avvenire in cui si legge tra l’altro: «Non sarebbe ormai tempo che la società così ansiosa di abbattere tutte le tirannidi, e di stendere la mano a tutti gli oppressi (del che la benedico e la lodo) si ricordasse che in ogni casa, in ogni famiglia, v’hanno vittime più o meno rassegnate, assorte nel procurare la maggior dose di felicità possibile a chi le condannava ad una vita di dipendenza e di sagrifizio, parecchie delle quali comprerebbero lietamente a così caro prezzo il bene di essere costantemente amate dall’oggetto, a cui si consacrarono, e questo inadeguato compenso poche l’ottengono? Non è forse tempo che le compagne, le madri dei signori del creato, sieno tenute seriamente come creature ragionevoli, dotate di potenze intellettuali forse speciali, ma non necessariamente inferiori a quelle dell’uomo? Non so se m’inganni, ma sembrami che la società (e quando dico la società, intendo parlare quasi esclusivamente degli uomini) non sia più così aliena come per lo passato dal muovere un primo passo verso la giustizia quanto alle donne». Un tempo il Mamiani, d’accordo con Mazzini, aveva sostenuto che sarebbe stata «un’ignominia scrivere su un giornale diretto da una donna» e questa donna era proprio la Belgioioso.
• A Roma il giornale clericale l’Armonia attacca violentemente l’ambasciatore di Francia, duca di Grammont, come spione nemico della santa Sede e del papa (Comandini)
• A Firenze, i giurati assolvono il gerente del giornale il Contemporaneo imputato di offesa alla sacra persona del Re (Comandini)
• In Torino è sequestrato il clericale Campanile per la violenza del suo linguaggio a proposito della resa di Gaeta (Comandini)
• È inflitta al Giornale di Verona dal delegato Jordis una prima ammonizione per essersi permesse espressioni apertamente offensive contro il governo imperiale (Comandini)
• A Milano questa sera esce Il Lombardo, nuovo giornale politico popolare diretto da Antonio Ghislanzoni (Comandini)
«In questo moderno sistema di trasportare le persone e le merci si ravvisano due principali differenze dai metodi antichi. Prima differenza: la ferrovia è fornita di spranghe di ferro che chiamiamo rotaje. Seconda: essa è tirata da una macchina a vapore piuttosto che da cavalli o altri animali. La forza della macchina a vapore corrisponde a quella che avrebbero più di 200 cavalli che tirassero insieme. Rispetto alla politica, al commercio e alle relazioni sociali, l’importanza delle ferrovie diviene ogni giorno più manifesta» (dall’Almanacco 1861 in vendita a bassissimo prezzo)
• Il gerente del giornale il Campanile è condannato, in contumacia, ad un anno di carcere e 2.500 fr. di multa e nelle spese del procedimento per un suo articolo nel n. 40 sulla Capitolazione di Gaeta (Comandini)
• Cessa in Torino le pubblicazioni il foglietto Roma e Venezia (Comandini)
In questo suo numero di marzo, la rivista dei gesuiti Civiltà Cattolica, dopo che Pio IX ha condannato il nuovo Regno d’Italia come “negazione di Dio”, ha definito “mostruosa”, “fittizia”, “innaturale”, l’unificazione, mettendo in guardia i cattolici dall’«idolatria della patria» e dal complotto tessuto «sotto la guida occulta della massoneria».
«Il gerente del giornale L’Armonia, forse il più clericale d’Italia, è stato condannato a due anni di carcere, tremila lire di multa e sospensione dall’attività giornalistica fino a estinzione di pena per aver dubitato che a Vittorio Emanuele spettasse una qualifica diversa da quella di Re di Sardegna. Ciascuno, d’altronde, prende ordini da chi vuole e può: e all’Armonia fonti autorevoli e venerande hanno assicurato che nessuna autorità supertemporale ha investito il sovrano subalpino di dignità che provengono da Dio, sia pure filtrate dal suo vicario in terra (per essere più chiari, da Roma si comunica a tutti i prelati d’Italia e ai loro più fervidi fedeli che le trattative in corso tra il conte di Cavour e l’abate Carlo Passaglia in merito a una conciliazione tra la Santa Sede e la nuova Italia sono a un punto morto per preciso volere di Sua Beatitudine)» (Nello Ajello, la Repubblica 1/3/2011).
• Alle Assise di Torino il gerente della clericale Armonia è condannato a due anni di carcere, a tremila lire di multa e alle spese ed alla sospensione fino a che il gerente abbia espiata la pena, per grave offesa alla sacra persona del Re in un articolo, nel n. 253, intitolato: Lettera del marchese La Rochejacquelin al vescovo di Poitiers (Comandini)
«I giornali hanno preso a riportare, per intero o in estratto, i bollettini della Borsa, cercando di estenderne le nozioni ai lettori che - si legge nell´ultimo Almanacco illustrato - “non hanno sufficienti cognizioni commerciali ed economiche per carpirne il significato”. Noi, dichiarano i redattori, “quantunque a nostra volta estranei al commercio, cercheremo di darne brevi schiarimenti. Basti sapere che, con il nome di Borsa s´intende un luogo dove si adunano nelle città commerciali i Banchieri e altri speculatori per comprare e vendere Cambiali, effetti pubblici e industriali”. Così, per esempio, “il Bollettino della Borsa di un luogo qualunque ci si dà la notizia di quanto occorre versare in quel luogo perché sia pagata una data somma in altri luoghi”» (Nello Ajello, la Repubblica 8/3/2011).
Sull’odierno numero della Gazzetta Ufficiale, la numero 3, la stessa in cui si annuncia la nascita dell’Italia, è anche ospitata una pubblicità, che dice: ««Enrico Orfei, viale Santa Barbera 11, possiede un segreto per far nascere i capelli anche dopo dieci anni di mancanza dei medesimi».
• I giornalisti francesi partono da Milano, Havin ed Anatole de la Forge per Parigi; Jourdan e Taxil Delord per Verona, visitano la città e proseguono la sera per Venezia (Comandini)
• Parte da Torino per Parigi Guglielmo Stefani per andare a stabilire a Parigi, Londra, Berlino, etc. le larghe basi per il servizio telegrafico della sua Agenzia Stefani (Comandini)
• I giornalisti francesi Louis Jourdan, Taxil Delord, F. Mornand, Flery ed Enfantin arrivati a Venezia da Verona ieri sera, vengono espulsi dal territorio veneto, d’ordine della luogotenenza, obbligandoli a prendere il treno che parte alle 16 per Verona, dove arrivano la sera e scendono alle Due Torri strettamente sorvegliati dalla polizia (Comandini)
• Vivace articolo della Gazzetta Ticinese contro l’articolo dell’ufficiosa Gazzetta Militare di Torino accennante ad una eventuale spartizione della Svizzera tra l’Italia, la Francia e l’Austria (Comandini)
• I giornalisti francesi, sorvegliati, da Verona per Peschiera, arrivano a sera a Milano (Comandini)
• I giornalisti francesi espulsi da Venezia e dal Veneto, ed arrivati ieri sera di ritorno a Milano, ne partono questa mane per Genova e Marsiglia (Comandini)
• Il ministro d’Italia a Berna, signor di Jocteau, dichiara al Consiglio federale che il gabinetto di Torino disapprova quanto stampò la Gazzetta Militare di Torino e contro cui la stampa svizzera sorse con tanta unanimità; e che quella manifestazione era imputabile alla sola Gazzetta Militare (Comandini)
• Esce a Milano il primo numero del giornale trisettimanale Il Garibaldino diretto da Vincenzo Broglio (Comandini)
• A Napoli sequestrato l’Indipendente di A. Dumas per un articolo intitolato: «O il Re Vittorio Emanuele con la Sua Corte, o Garibaldi con la sua popolarità» (Comandini)
«O il Re Vittorio Emanuele II con la sua Corte, o Garibaldi con la sua Popolarità». Così ha titolato ieri il quotidiano L’Indipendente, diretto a Napoli dal romanziere francese Alexandre Dumas, grande ammiratore del generale. L’articolo ha fatto scandalo. Pertanto il giornale il 17 aprile 1861 viene posto sotto temporaneo sequestro dall’autorità sabauda. Da sei mesi Dumas, padre de I tre Moschettieri, si è trasferito nella capitale partenopea per sostenere Garibaldi come guida del Mezzogiorno affrancato dai borbonici. Durante l’impresa dei Mille gli fornì armi. Fu testimone della battaglia di Calatafimi. Marciò a fianco del generale quando entrò a Napoli. Dall’11 ottobre 1860 dirige l’Indipendente, su ordine di Garibaldi. Alla fine di luglio del 1860, dopo la vittoria di Milazzo, gli disse: «Vai a Napoli e fonda lì un nuovo giornale. Chiamalo L’Indipendente». La testata è diventata voce della sinistra radicale, persino più dei giornali mazziniani. Dumas per il governo Cavour è un antagonista che sogna un’alternativa repubblicana al Regno d’Italia. Per di più fa cronaca senza peli sulla lingua. Fu L’Indipendente a denunciare il tifo fra i prigionieri ex borbonici. E fu il primo ad annunciare il naufragio dove perì Ippolito Nievo, con i resoconti delle spese dell’impresa dei Mille. Il quotidiano mazziniano Il popolo d’Italia ventilò che Dumas avesse qualche interesse nel caso. E lo scrittore sfidò a duello il suo direttore (Maurizio Lupo, La Stampa 17/4/1861).
• A Napoli cessa le pubblicazioni l’Indipendente di Alessandro Dumas (Comandini)
• Esce a Milano, editore il Sonzogno, il primo numero del giornale umoristico-politico-sociale-illustrato lo Spirito Folletto, con illustrazioni di Teja e Gonin, testo di Cletto Arrighi, Ottavio Tasca, un romanzo di L. Gualtieri, etc (Comandini)
• A sera a Livorno violenta dimostrazione popolare contro il giornale il Veridico ed il suo direttore E. Pasquali un cui articolo parve offensivo per la memoria di Cavour (Comandini)
• Muore in Torino il d.r Guglielmo Stefani, veneto, ideatore e direttore della Agenzia Telegrafica omonima, direttore di varie imprese letterarie e giornalistiche, come la Rivista Contemporanea, il Mondo Illustrato, etc. A Padova aveva pubblicato il Caffé Pedrocchi, poi fondò il Giornale Euganeo; fu imprigionato a Venezia nel ‘47; poi esiliato. Stava ora compilando una Storia del giornalismo italiano (Comandini)
• A Firenze sequestrata La Nuova Europa del Montanelli per offesa alla persona del Re in una corrispondenza da Parigi (Comandini)
• A Napoli la Pietra Infernale, per un articolo contro i giurati ed il presidente della Corte d’Assise, ha il gerente condannato a due mesi di carcere e 50 ducati di multa (Comandini)
A Napoli mercoledì 19 giugno 1861 il luogotenente generale di Re Vittorio Emanuele II, conte Ponza di San Martino, convoca i direttori dei giornali della città per «concertare un comune affiatamento». Desidera che sia loro chiaro che cosa vuole realizzare a favore di Napoli e che cosa intende chiedere ai napoletani. Spera che l’incontro «faciliti la mutua collaborazione, per il comune benessere d’Italia». Nelle stesse ore, forse non a caso, lo storico napoletano Giacinto de’ Sivo, fedele suddito di Re Francesco II, fonda il periodico La Tragicommedia. Vuole dare voce a quella Napoli che non si sente italiana, che patisce l’occupazione piemontese. Nasce per «ricordar la patria quando più non v’è patria, ricordar le ricchezze dileguate, l’armi perdute, fra’ rimbombi de’ cannoni, e i gemiti de’ fucilati, e i lagni de’ carcerati». Oppone resistenza all’Italia, ma è non violenta. «Le nostre armi - scrive - sono la penna, le provvigioni, la logica e la storia». Il giornale uscirà per nove giorni, poi Ponza di San Martino lo farà sequestrare. Giacinto de’ Sivo, dopo un fermo di polizia, per sfuggire al carcere si rifugerà a Roma, dove morirà il 19 novembre 1867. Qui continuerà a scrivere, per rivendicare l’« identità nazionale napoletana». Pubblicherà opere intitolate «Italia e il suo dramma politico nel 1861» e «I Napolitani al cospetto delle nazioni civili». Infine darà alle stampe il suo impegno più importante, la Storia delle Due Sicilie dal 1847 al 1861 (Maurizio Lupo, La Stampa 19/6/2011).
• In Venezia la direzione generale di polizia ordina ai commissari distrettuali la chiusura di quei caffè che, malgrado l’ordine avuto, non avessero col 1° luglio rinnovato l’abbonamento al Giornale di Verona e alla Sferza, o cessassero dal tener esposti tali giornali nel loro esercizio (Comandini)
Cecil Beaton fotografa l’imperatrice di Persia, Fawzia, e la foto finisce sulla copertina di Life incantando migliaia di persone in tutto il mondo. Beaton disse: «È una Venere Orientale, dall’ovale del volto perfetto, la carnagione pallida e gli occhi blu» (wikipedia)
Duecento milioni dall’Anic e 75 dal Banco di Roma, più altri 540 milioni da privati (fra cui Pirelli, Cavazza e della Sigma Tau, Carlo De Benedetti, Piergiorgio Rivetti, Astoldi, Lodigiani) sono il contributo previsto nel luglio 1975 per la creazione del quotidiano «La Repubblica». L’informazione è ricavabile dal verbale della riunione in cui fu fondato il giornale e che è pubblicato dal settimanale «Il Mondo» nel numero mandato in edicola il 19 aprile 1979. Questi finanziamenti, che provenendo anche da aziende a partecipazione statale come l’Anic e il Banco di Roma pongono alcuni gravi interrogativi sul comportamento dei manager pubblici, vengono elencati nel documento sotto la voce «giardinetto». La riunione di fondazione del giornale, ufficialmente controllato al 50% dall’Espresso e al 50% dalla Mondadori, si svolse l’11 luglio 1975 nella Villa di Sommacampagna di proprietà di Giorgio Mondadori, allora presidente della casa editrice di Segrate. Nel verbale si parla anche dell’intervento per la fondazione del giornale del presidente della Sir Nino Rovelli
• La partecipazione di Silvio Berlusconi nel Giornale Nuovo di Indro Montanelli sale al 37,5 per cento.
Nel terzo anniversario di Repubblica, Eugenio Scalfari spiega in un editoriale chi sono i lettori del suo giornale: per metà appartengono al mondo della scuola; più della metà ha opinioni di sinistra o sta nel centro laico.
Articolo di Scalfari su Repubblica: “La classe dirigente ha capito da un pezzo ciò che la piccola borghesia italiana stenta ancora a capire, e cioè che il Pci è un partito democratico come tutti gli altri”. La Repubblica ha grande successo con la base, sedotta da un giornale tanto più glamour della vecchia stampa di partito. Meno con i dirigenti. “Il suo direttore pretende di modificare l’immagine che abbiamo di noi, orientare i nostri comportamenti e indirizzare il processo in corso nel Pci verso certi esiti piuttosto che verso altri” dice Enrico Berlinguer. “In tutto questo c’è qualcosa di oscuro che non mi piace”.
«Il rapporto tra Bossi e Maroni data al febbraio 1979, quando Maroni fu incaricato di scrivere il foglio «Nord-Ovest», per conto di Bruno Salvadori, mentore di Bossi ed esponente dell’Union Valdôtaine».
5 febbraio: è la data indicata da Mino Pecorelli sul numero del 20 febbraio 1979 del periodico OP di cui è direttore nel quale scrive di avere ricevuto l’informativa "Com.In.Form" ("Si tratta di un vecchio fascicolo ingiallito") redatta nell’immediato dopoguerra dai servizi segreti e riguardante Licio Gelli, definito un delatore e un agente dei servizi dei paesi dell’est. Pecorelli lascia intendere che a fornire il documento è stato il colonnello Antonio Viezzer detto "il Professore", già in forza al Sid nonché iscritto alla P2. L’indicazione di Pecorelli non riceverà conferma (https://sites.google.com) sti

Mino Pecorelli
Il numero di prossima uscita del periodico OP, diretto da Mino Pecorelli, è già stampato in tipografia con una copertina che reca una fotografia dell’onorevole Giulio Andreotti, presidente del Consiglio, e il titolo "Gli assegni del Presidente" che richiama lo scandalo Italcasse. Ma a un tratto la copertina è soppressa per ordine dello stesso Pecorelli. In cambio l’onorevole Franco Evangelisti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, farà giungere al direttore un finanziamento di trenta milioni ricevuti da Gaetano Caltagirone, il quale ha provveduto a sua volta a elargirne direttamente altri quindici (https://sites.google.com) sti
• Carmine “Mino” Pecorelli, 51 anni, giornalista, viene ucciso con quattro colpi di pistola fuori dalla redazione di OP (Osservatorio Politico), il periodico da lui diretto, in via Orazio a Roma. «I proiettili, calibro 7,65, trovati nel suo corpo sono molto particolari, della marca Gevelot, assai rari sul mercato (anche su quello clandestino), ma dello stesso tipo di quelli che sarebbero poi stati trovati nell’arsenale della banda della Magliana, rinvenuto nei sotterranei del Ministero della Sanità» (wikipedia). Testimonianza di Angelo Izzo, massacratore del Circeo: «Fu Valerio Fioravanti a dirmi che era stato materialmente lui a uccidere Pecorelli unitamente a Massimo Carminati, suo compagno di scuola al liceo Tozzi di Roma. Fioravanti mi dette diverse motivazioni di detto omicidio. Tutte le versioni che mi fornì avevano come comune denominatore la provenienza della richiesta da parte della Banda della Magliana». sti

La segreteria del Pci alla direzione dell’Unità: «Cari compagni, scadono in questo secondo scorcio di anno due avvenimenti: il 40esimo dell’aggressione nazista alla Polonia e il 35esimo anniversario della fondazione dello Stato polacco (…) Certamente voi avrete preparato il materiale necessario per qualche iniziativa giornalistica, ma abbiamo voluto lo stesso ricordarvi le due scadenze».
L’amministrazione dell’Unità informa quella del partito di un incontro col cdr della redazione di Milano: c’è qualche problema coi contributi Inpgi e i colleghi chiedono notizie sul “necessario aumento degli stipendi”. Franco Antelli, allarmatissimo, gira il carteggio alla segreteria: “A parte l’aspetto specifico delle richieste, non mi pare di poco conto il ruolo assunto dal Cdr di Milano, un ruolo da rappresentanza sindacale, che il contenuto della lettera valuta normale mentre rappresenta una novità da considerare con attenzione per i processi che ne possono derivare”.
Esce l’edizione americana di Penthouse, «rivista di sesso, politica e protesta». In copertina la bruna Evelyn Treacher. Costo 75 centesimi. Se ne vendono 235mila copie.
Esce il primo numero del quotidiano L’Occhio, diretto da Maurizio Costanzo ed edito da Rizzoli. Nonostante editore e direttore siano affiliati alla P2, avrà vita breve.
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