Donne lombarde, subito dopo l’elezione della prima Camera dei deputati (27 gennaio-3 febbraio) hanno inviato al Parlamento la seguente petizione: «Se Dio ha posto nell’uomo un’irresistibile tendenza alla libertà, perché nell’uso della libertà diventi migliore; se Dio benedice agli sforzi che la Nazione Italiana fa per rendersi libera, fondamento principalissimo di questo progressivo miglioramento dev’essere l’affermazione la più larga possibile dell’emancipazione della donna. I primi otto anni dell’educazione dell’uomo appartengono quasi esclusivamente alla madre. Considerando che sui diversi Codici delle provincie Italiane si sta elaborando un Codice unico per tutto il Regno d’Italia; Considerando che nelle provincie Lombarde, dove è vigente tuttora il Codice austriaco, la donna è parificata all’uomo nella facoltà di disporre delle proprie sostanze in ogni contrattazione anche senza la tutela maritale; Considerando che il Codice Albertino, § 130, sottopone, nelle antiche provincie, la donna alla tutela maritale nell’esercizio dei diritti di proprietà;Le sottoscritte, Cittadine Italiane, fanno al Parlamento rispettosa istanza, affinché nella compilazione del nuovo Codice civile italiano, alle donne di tutte le provincie vengano estesi i diritti riconosciuti fino ad oggi nelle donne Lombarde» (Stampe Bertarelli).
A Firenze, per volontà dell’editore Treves, esce il primo numero de “La Nuova Antologia”, direttore Terenzio Mamiani. Tra i contributi, quello della principessa Cristina di Belgioioso, con un saggio sulla condizione femminile intitolato Della presente condizione delle donne e del loro avvenire in cui si legge tra l’altro: «Non sarebbe ormai tempo che la società così ansiosa di abbattere tutte le tirannidi, e di stendere la mano a tutti gli oppressi (del che la benedico e la lodo) si ricordasse che in ogni casa, in ogni famiglia, v’hanno vittime più o meno rassegnate, assorte nel procurare la maggior dose di felicità possibile a chi le condannava ad una vita di dipendenza e di sagrifizio, parecchie delle quali comprerebbero lietamente a così caro prezzo il bene di essere costantemente amate dall’oggetto, a cui si consacrarono, e questo inadeguato compenso poche l’ottengono? Non è forse tempo che le compagne, le madri dei signori del creato, sieno tenute seriamente come creature ragionevoli, dotate di potenze intellettuali forse speciali, ma non necessariamente inferiori a quelle dell’uomo? Non so se m’inganni, ma sembrami che la società (e quando dico la società, intendo parlare quasi esclusivamente degli uomini) non sia più così aliena come per lo passato dal muovere un primo passo verso la giustizia quanto alle donne». Un tempo il Mamiani, d’accordo con Mazzini, aveva sostenuto che sarebbe stata «un’ignominia scrivere su un giornale diretto da una donna» e questa donna era proprio la Belgioioso.
Dopo la morte di Aldo Moro, nel gennaio del 1979, «uscirono dalle Bierre sette militanti di primo piano, tra cui i più noti alla cronaca di quel tempo: Valerio Morucci e Adriana Faranda» (Fabiola Paterniti).
Viene arrestata la brigatista rossa Marina Petrella, nome di battaglia Virginia.
Assalto dei Nar alla sede dell’emittente romana Radio Città Futura, mentre è in corso una trasmissione gestita da un gruppo femminista. I terroristi costringono le 5 donne presenti in redazione a sdraiarsi sul pavimento, poi danno fuoco ai locali e sparano 15 colpi di pistola, ferendone 4, di cui due gravemente. Qualche ora dopo, due telefonate al quotidiano Il Tempo e all’Ansa, a nome dei NAR, rivendicano l’attentato compiuto per vendicare i missini uccisi il 7 gennaio 1978 in via Acca Larentia. Autori dell’irruzione Valerio Fioravanti, Dario Pedretti, Alessandro Alibrandi, Alessandro Pucci, Lino Lai, Paolo Pizzonia e Patrizio Trochei (https://sites.google.com) • «Il bersaglio avrei dovuto essere io. Ma avevamo prestato i locali della radio a un collettivo di casalinghe per trasmettere e le vittime furono loro» (Renzo Rossellini) CittàFutura
«Due sospetti brigatisti - si legge in una nota Sisde del 20 gennaio 1979 - Alessio Floris e Rosolino Paglia avrebbero contatti con Franca Rame per organizzare spettacoli a fini di finanziamento delle Brigate Rosse».
California, un assedio durato sei ore. A San Diego, California, una ragazza di appena 16 anni, Brenda Spencer, armata della pistola che suo padre le aveva regalato per Natale, fa irruzione nella scuola di fronte a casa e spara contro gli studenti e il personale: muoiono il preside e il capo dei bidelli. S’arrende dopo un assedio di sei ore. Otto bambini e un poliziotto rimangono feriti. Poi condannata all’ergastolo. Nera
STOCCOLMA — Tornata alla ribalta del successo internazionale con Sinfonia d’autunno, Ingrid Bergman si vede costretta a interrompere bruscamente la propria attività, rinunciando a offerte favolosa che le giungono da ogni parte del mondo, per ragioni di salute. Dopo il doppiaggio della pellicola eseguito sotto la direzione dello stesso regista Ingmar Bergman, Ingrid sparì dalla circolazione. Non presenziò alla «prima» del film a Stoccolma, né fu presentata a Nuova York. La spiegazione si è avuta soltanto in questi giorni. Ingrid Bergman è stata sottoposta a un delicato intervento al seno, a Parigi. Ingrid Bergman — secondo la stessa fonte che ha rivelato questo particolare - era già malata durante la riprese di Sinfonia d’autunno. Portata a termine la pellicola, nell’ottobre scorso, l’attrice si sottopose in una clinica parigina ai ferri dal chirurgo. Dopo circa un mese lasciò l’ospedale per trascorrere la convalescenza a casa. E ora sarebbe necessaria una nuova operazione. La Bergman non è molto propensa a commentare il proprio male e ha dichiarato: «Adesso non ci si può più far visitare dal proprio medico senza che i giornali scrivano che stiamo sul punto di morire».Ingrid Bergman ha sessantatré anni. Ha intrapreso la carriera d’attrice nel 1934 con il film Marosi girato in Svezia. Nel 1937, dopo essersi sposata con il dottor Petter Aron Lindström, Ingrid si trasferì a Hollywood e divenne subito la beniamina del pubblico americano con la sua aria da ragazza aristocratica e fredda. il gelo però era soltanto apparente. Il suo romanzo d’amore con Roberto Rossellini fu incandescente come il vulcano Stromboli che fece da sfondo al loro primo film. Ingrid fu messa al bando dai moralisti americani e occorsero parecchi anni prima che il suo «peccato» venisse perdonato (Francesco S. Alonzo sul Corriere della Sera).
Gigliola Cinquetti, 31 anni, detta - anche per via della canzone “Non ho l’età” cantata al Festival di Sanremo del 1964 - «zitella d’oro», ha sposato in Verona il giornalista del Tg1 Luciano Teodori, di tre anni più giovane. Cerimonia molto privata, viaggio di nozze segreto. Proprio la settimana scorsa, la cantante, intervistata, aveva detto «Non ho un marito, ma non mi sento sola perché la mia è una scelta libera e fino ad oggi non ho desiderato un legame matrimo niale. Sarò io a scegliere quando vorrò».
ROMA - È morto in mattinata il celebre soprano Maria Caniglia. Era ricoverata da due settimane nella clinica «Villa Stuart» per alcuni gravi disturbi. Aveva 73 anni. Al momento del trapasso l’artista, ritiratasi dalle scene ventuno anni fa, era assistita dal figlio Paolo, funzionario della Rai. La Caniglia era vedova di Pino Donati, noto organizzatore teatrale. I funerali si svolgeranno martedì alle 11. La sua ultima esibizione in pubblico avvenne alle Terme di Caracalla a Roma nel luglio 1958 nell’Andrea Chénier. Poi i primi sintomi di un’artrite cervicale la indussero ad abbandonare le scene per ritirarsi nella quiete domestica.Nata a Napoli il 5 maggio 1905 da famiglia abuzzese, era cresciuta nello stesso edificio abitato da Salvatore DI Giacomo e aveva studiato con il maestro Agostino Roche. Diplomatasi nel 1929, a 23 anni, Maria Caniglia esordì nel 1930 al «Regio» di Torino nella Elettra di Strauss, per poi passare con esito sempre trionfale, al «Carlo Felice» di Genova, al «Teatro reale dell’Opera» di Roma e al «Politeama» di Firenze. Conobbe il successo alla «Scala» nel 1931 e da allora si può dire che la sua carriera non ha conosciuto soste. Tentò anche opere più ardue, come l’Andrea Chénier a Verona nel 1934 e la Tosca l’anno dopo. Divenuta più sicura nel settore acuto, nel 1933 Maria Caniglia potè cimentarsi nel Simon Boccanegra alla Scala, proseguendo poi con Aida ripresa poco dopo a Praga e a Bergamo. Nel 1937 cantò al Covent Garden di Londra e, l’anno dopo, al Metropolitan di Nuova York.Nel dopoguerra riprese con costanza e vigore la carriera brevemente interrotta per le vicende belliche, e si fece applaudire in opere per lei nuove (Forza del destino, Ballo in maschera, Don Carlo) nei maggiori teatri italiani, tedeschi, inglesi, sudamericani. A 40 anni, a Roma, affrontò con successo la Norma. Il maestro Donati, suo marito, morto qualche anno fa, era stato un buon musicista e un ottimo organizzatore teatrale.

Maria Caniglia in camerino
Sembrava un uomo solido, sicuro di sé, l’attore e regista tedesco Harry Meyen, ex-marito di Romy Schneider. Ma da quando lei lo aveva lasciato, nel 1975, dopo nove anni di matrimonio, non si era più ripreso. Meyen aveva di colpo perso la sua sicurezza, non riusciva a sopportare che Romy se ne fosse andato con «quel gigolò» di Daniel Biasini. E ora, l’ha fatta finita: la polizia di Amburgo l’ha trovato nella sua casa, impiccato con una sciarpa. Nessun messaggio per l’ex moglie, solo un biglietto d’addio al figlio Davis, di tredici anni, nato dal loro matrimonio e che era rimasto affidato alla madre.
Va in onda sul secondo canale Processo per stupro, documentario di Loredana Dordi: «Ebbe un’eco grandissima. Le riprese mostravano in maniera inequivocabile come la vittima, una ragazza di 18 anni violentata da quattro uomini, si trasformasse nell’imputata, come fosse costretta a difendersi lei e non i suoi carnefici» (Brunella Torresin) [Rep 25/11/2009].
Lauren Bacall a Roberto Gervaso: «Per un certo periodo io e Frank Sinatra siamo stati bene insieme. Frank mi è stato di grande aiuto in un momento difficile della mia vita. Mi ha anche chiesto di sposarlo, ma quando la cosa si è saputa, è scoppiato il finimondo. Non s’è fatto più vivo: un’umiliazione atroce. Ma devo essergli grata perché mi ha salvato da un sicuro fallimento. Si è comportato da perfetto merdoso. Avrebbe fatto meglio a dirmi la verità».
«Diverse emittenti libere radio e tv della sinistra rivoluzionaria di varie città, costituite come società a San Marino, godono di ingenti finanziamenti, provenienti da canali sconosciuti, che consentono loro di sopravvivere data la assoluta mancanza di altri introiti palesi. Sovrintenderebbero al giro, senza apparire, Dario Fo, Franca Rame, l’avvocato Tina Lagostena Bassi e il marito, esperto di tecnica bancaria». I coniugi Lagostena vengono seguiti nei loro spostamenti: «Hanno un ingente conto in banca a San Marino. Hanno compiuto un viaggio a Cracovia da dove si sarebbero spostati in Cecoslovacchia, grazie a un visto concesso dalle autorità consolari cecoslovacche in Polonia» (velina odierna del Sisde)
Roma - In un appartamento di viale Giulio Cesare, di proprietà di un’ex militante di Potere operaio, Giuliana Conforto, la polizia arresta Adriana Faranda e Valerio Morucci. Nell’appartamento viene ritrovata anche una mitraglietta Skorpion 7.62 di fabbricazione cecoslovacca: sarebbe l’arma con la quale è stato ucciso Aldo Moro. Dopo l’uccisione del presidente della Dc Faranda e Morucci sono usciti dalla colonna romana delle Br e hanno formato il Movimento proletario di resistenza offensiva (Mpro), di brevissima vita.
È morta, a Campo San Piero, in età di 81 anni, la grande collezionista d’arte Peggy (Marguerite) Guggenheim.
• Una sera, al teatro Manzoni di Milano, di cui è da poco proprietario, Berlusconi assiste al Magnifico cornuto di Fernand Crommelynck. La protagonista, accanto a Enrico Maria Salerno, è Veronica Lario (che al clou della sua interpretazione denuda il seno). Berlusconi e l’attrice, 24 anni, si sono già incontrati. Ma è questa sera che Berlusconi decide di mettere fine al matrimonio con Carla Dall’Oglio e di spegnere la carriera artistica della Lario per farne la propria compagna.
Barbara Piattelli è la quarantunesima vittima di un sequestro a Roma dal 1969 ad oggi. Gli anni peggiori furono il 1975 (10 rapimenti), il 1976 (9) e il 1977 (11). Poi, dopo l’affermarsi della «linea dura» promossa dalla magistrura (sequestro dei beni per le famiglie degli ostaggi), il fenomeno sembrava essersi ridimensionato: quattro rapimenti nel 1978 altrettantitl nel 1979. Oggi i sequestrati che non sono tornati a casa sono tre: Nazareno Fedeli e Massimiliano Grazioli (entrambi probabilmente sono stati uccisi) e l’ultimo della catena: Ettore Bianchi, industriale edile di Monterotondo, rapito la sera del 12 dicembre scorso. Le donne e le bambine sequestrate, con Barbara Piattelli, salgono a dieci. Il caso più clamoroso è forse quello di Giovanna Amati, la figlia del re dei cinematografi che si innamorò durante la prigionia del suo rapitore, il marsigliese Daniel Nieto. Liberata, lo volle rivedere ma all’appuntamento, in via Veneto, si presentarono anche i carabinieri.Ecco l’elenco delle sequestrate e il riscatto pagato: Angela Ziaco (24 novembre-12 dicembre 1973: 250 milioni); Marina D’Alessio (12 febbralo-13 marzo 1976: 550 milioni); Annamaria Montani (13 magglo-26 giùgno 1976: 300 milioni); Michael Zarek (10 settembre 1976: liberata subito dalla PS); Lucilla Conversi (18 marzo-18 giugno 1977: liberata dalla PS); Patrizia Spallone (22-24 aprile 1977: liberata dalla PS); Ambretta Mondolfo (27 giugno-20 settembre 1977: 200 milioni); Giovanna Amati (12 febbraio-27 aprile 1978: 800 milioni); Michela Marconi (2 marzo-11 aprile 1978: liberata dai carabinieri
Morte di Celia Sánchez Manduley, 60 anni, figura chiave della rivoluzione cubana, compagna di lotte e consigliera (ma forse non amante) di Fidel Castro. L’ha uccisa un cancro. La voce, accreditata dalla stampa venezuelana, secondo cui a uccidere Celia sarebbe stato il fratello di Castro, Rául, al culmine di una lite finita a rivoltellate con Fidel sull’opportunità di mandare soldati cubani in Afghanistan, non ha mai trovato riscontri. Il 4 febbraio 1980 il Corriere della Sera ha pubblicato questa lettera: «Mi trovavo all’Avana con mia moglie proprio nei giorni il, 12 e 13 gennaio quando sarebbe avvenuta quella «sparatoria» tra i fratelli Castro, riferita anche dal Cor riere. Vorrei precisare che apprendemmo la notizia della scomparsa di Celia Sanchez dalla radio, credo 1*il sera, trasmessa da tutti gli altoparlanti della città proprio dalla voce commossa di Raul Castro. Da parte sua il quotidiano del PC Cubano, il Oranma annunciava l’evento e insieme le cause del decesso: «Un male incurabile malgrado tutti gli sforzi compiuti dai medici e un atto operatorio ne aveva Il numero speciale della Juventud Rebelde, dedicato esclusivamente alle esequie di Celia, ha messo in evidenza una enorme, imponente manifestazione di massa e insieme la presenza di Fidel e Raul Castro nella camera ardente e nel corso della stessa manifestazione. Desidero aggiungere che in quei giorni all’Avana, non abbiamo visto nessuna pattuglia militare, e ciò proprio per il fatto che non c’erano, ma solo il tranquillo movimento di una grande città, con qualche raro agente che regolava il traffico nei punti in cui era più intenso. E soprattutto nessun «giallo». Arnaldo Bera, Soresina (Cremona).»
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