MOSCA — Ieri pomeriggio, in una città improvvisamente addolcita dal sole, e dalla voglia di primavera, gli agenti del KGB hanno arrestato nella via Shkalova, in centro, il premio Nobel per la pace Andrei Sacharov mentre, in automobile, stava andando a una riunione della Accademia delle scienze, di cui è membro. Poche ore dopo, la polizia segreta ha arrestato anche la moglie, Elena Bonner, mentre rincasava. I Sacharov abitano al settimo piano della bella palazzina di via Shkalova riservata agli accademici delle scienze. Alle sei del pomeriggio, dopo una secca comunicazione del procuratore generale, Sacharov e la moglie venivano portati all’aeroporto, caricati su un aereo e trasportati nella città di Gorki, sul Volga, a circa 400 chilometri da Mosca, dove dovranno vivere d’ora in poi in domicilio coatto. Il procuratore ha informato Sacharov che gli erano stati tolti tutti i titoli e gli onori conseguiti per il suo straordinario lavoro di fisico nucleare, grazie al quale 30 anni fa l’URSS ebbe la sua prima bomba all’idrogeno. L’accusa, secondo la Tass: attività sovversiva. Le notizie sulla sorte di Sacharov sono venute dalla suocera, Ruth Bonner, dopo ore di assoluto mistero. Ruth Bonner, che viveva con lo scienziato e la figlia nell’appartamentino della via Shkalova, ha potuto rientrare e, solo a tarda sera e raccontare finalmente la verità. La casa di via Shkalova è presidiata in forze. Due agenti sul pianerottolo, altri per le scale, un poliziotto in divisa alla porta, gruppetti di «cekisti» in borghese (il vecchio nome staliniano rimasto appiccicato a quelli del KGB) agli angoli del palazzo, nel cortile, fermi in auto parcheggiate. Si è visto un furgone verde, senza segni distintivi, fermarsi nel cortile, scendere quattro uomini, salire nel palazzo assediato, tornarvi dopo pochi minuti con fasci di carte, e ripartire, forse con le «prove» schiaccianti dei crimini di Sacharov. Il fatto certo è la conferma del ritorno ai fulgori staliniani dell’apparato poliziesco, di una svolta a destra che è arrivata a Kabul e sulla via Shkalova, a toccare l’«intoccabile» Sacharov, confermando purtroppo le indicazioni di un «giro di vite» registrate nei giorni scorsi.
MOSCA - Dimissioni di Vladimir Kirillin, personaggio politico e scientifico di rilievo. Presidente del comitato scienza e tecnica dell’URSS e vice-primo ministro, era uno dei protagonisti del dialogo tecnologico ed economico con l’Occidente. Era stato protagonista di tutte le trattative, a fianco di Kossighln, il primo ministro scomparso, per malattia, ormai da mesi. Anche nel negoziato con la FIAT, per Togliattigrad, Kirillin aveva avuto un ruolo importante. Il suo siluramento, perché tale è giudicato a Mosca unanimemente, è un altro segno grave di crisi del gruppo moderato e filo-occidentale in seno al vertice e del ritomo in forze dei sostenitori dei carri armati e della polizia segreta. Il futuro, con le prospettive di boicottagglo olimpico accresciute dallo schiaffo dato a Carter arrestando proprio Sacharov cui il presidente neo-eletto scrisse personalmente nel 1977, è sempre più preoccupante.
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