• Alle 18 fra i caselli 100 e 99 il diretto da Reggio, che era in ritardo, investe a quattro chilometri e mezzo da Rubiera l’omnibus proveniente da Modena; deragliamento e ingombro di linea e cinque feriti. Rovesciati i vagoni postali e perduta parte della corrispondenza (Comandini)
• A Milano pei lavori di demolizione dei fortini del Castello esplode innanzi tempo una mina rimanendo ferite gravemente varie persone (Comandini)
• A Santa Sofia (Romagna Toscana) fra ieri l’altro, ieri e stamane, almeno dieci scosse molto forti di terremoto (Comandini)
• A Malta, alle 1.20 ant., una forte scossa di terremoto, seguita da altre due. In alcuni ritrovi di Società ballavasi, ed i festini cessano. Le scosse sono sentite anche in Sicilia, con danni specialmente a Modica (Comandini)
A tarda sera il telegrafo di Regia Marina comunica che è scomparso in mare il vapore «Ercole» della «Società di navigazione Calabro-Sicula». Salpato da Palermo alle ore 12,20, ha sfidato il maltempo che sconvolge il Tirreno. Si sono persi i contatti con l’unità. Da fonti marittime in navigazione nell’area si viene a sapere che potrebbe essere stato affondato da un violento colpo di vento, a 150 miglia al largo di Palermo. Altre notizie fanno credere che sia sparito a 10 miglia da Capri. Ma il dato non ha avuto riscontro a seguito delle perlustrazioni fatte dalla capitaneria di Napoli. Il vapore perduto aveva a bordo fra i passeggeri il patriota e scrittore Ippolito Nievo. Quale tenente colonnello del generale Garibaldi portava con sé l’intera contabilità dell’«Intendenza» garibaldina, con i conti della gestione economica tenuta fra il 2 giugno e il 31 dicembre 1860. Dovevano testimoniare la regolarità delle spese sostenute da Garibaldi durante l’impresa dei Mille, per confutare «le illazioni diffuse da chi cerca di metterne in dubbio l’onestà». Ma nulla è stato restituito dalle onde, né cadaveri, né oggetti. Le circostanze misteriose della sciagura hanno già favorito «voci che parlano di complotto». I marosi hanno fatto anche incagliare un brigantino sotto le mura della cittadella di Messina. La guarnigione borbonica che ancora vi resiste ha temuto un assalto e lo ha affondato a cannonate (MAURIZIO LUPO, La Stampa 4/3/2011).
• Da Palermo alle 12.20 parte il vapore Ercole della Società Calabro-Sicula per Napoli; ma poi non se ne hanno più notizie. Pare che un colpo di vento lo abbia affondato fra le ore 9 e le 10 p. a 150 miglia da Palermo. Altre notizie fanno credere @vedi@ 17 marzo 1861 @/vedi@ sia perito a 10 miglia da Capri fra le 3 e le 4 ant. del 5. Aveva a bordo come passeggieri il patriotta e scrittore Ippolito Nievo, ten. colonnello di Garibaldi, che portava l’intera contabilità dell’Intendenza di Garibaldi per la gestione dal 2 giugno al 31 dicembre 1860; i maggiori garibaldini Luigi Salviati e Majolini; il commissario di marina Garassini, il cappellano Ferretti, il direttore dell’Intendenza, Serretta, col contabile Fontana, e i nominati Pietro Simone, Sollima Placido, Caracappa Francesco, Forno Paolo e Ventre Francesco (vedi 17 marzo) (Comandini)
• Questa notte incendio distrugge il palazzo della Legazione sarda, a Pera (Costantinopoli). L’archivio diplomatico è abbruciato; quello consolare è salvato. La legazione doveva cambiare di palazzo il 1° aprile (Comandini)
Una tempesta ha sconvolto il tratto di mare tra Napoli e Palermo, acque assai frequentate anche perché è in corso il blocco di Messina. Alle 10 è tornata la calma, e sono approdati a Napoli sia il piroscafo Pompei che il vascello inglese Exmouth, partiti ieri da Palermo. Si attende ancora l’arrivo di una terza nave, l’Ercole, a bordo della quale si trova il colonnello garibaldino Ippolito Nievo.
Da Gaeta si diffonde il tifo. Si teme che possa innescare un’epidemia. Oggi il periodico «Il Paese» di Napoli scrive: «Giungono ogni giorno da Gaeta i prigionieri borbonici ammalati. Sono in uno stato deplorevole. Gli ospedali ne sono pieni e la malattia predominate è il tifo. Sappiamo che il consiglio sanitario ha fatto energiche rimostranze perché il Governo destini altrove quegli ammalati. Ci auguriamo che adotti subito qualche opportuno provvedimento. È assolutamente urgente. Sarebbe doloroso veder propagandare in Napoli un morbo spaventevole come il tifo. Bisogna che il Governo rifletta che andiamo verso la stagione calda». Le autorità sanitarie sabaude e partenopee non sottovalutano la questione, ma fanno già fatica a gestire la quotidianità. La città è lontana dalle condizioni igieniche che pensavano di trovare i Piemontesi. La cancrena falcidia i feriti di guerra. Gli indumenti dei ricoverati vengono bruciati. Da Torino arrivano quanti più militari medici è possibile, subito sottoposti a estenuanti turni di servizio. Non c’è solo timore per il tifo. La massiccia presenza di truppe giunte dal Nord sta facendo fare grandi affari ai bordelli partenopei. Si teme una diffusione massiccia di lue e sifilide, piaghe per altro già molto diffuse al tempo. Qualcuno ipotizza di schedare e far visitare «le signorine alle quali si avvicinano i nostri soldati». Ma è un fenomeno che sfugge a ogni controllo (MAURIZIO LUPO, La Stampa 5/3/2011).
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